PERA DI TRAVERSO PER GIORGIA MELONI (IL PARTITO È SPACCATO?) – MARCELLO PERA, SENATORE DI FRATELLI D'ITALIA (E NELLA ROSA DEI CANDIDATI DEL CENTRODESTRA AL QUIRINALE NEL 2022), CONTRO LA RIFORMA COSTITUZIONALE VOLUTA DALLA “SORA GIORGIA”: "SE SI RAFFORZA LA FIGURA DEL PRIMO MINISTRO SI INDEBOLISCE QUELLA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA. IL RISCHIO È CHE SIA FONTE DI TENSIONI E ATTRITI CON IL COLLE" - "IL PREMIO DI MAGGIORANZA DEL 55% FISSATO IN COSTITUZIONE È TRA GLI ELEMENTI CHE MI LASCIANO PERPLESSO. MI SEMBRA ENORME E..."

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PERA, 'RIFORMA CREEREBBE ATTRITI TRA PALAZZO CHIGI E QUIRINALE'

 

MARCELLO PERA

(ANSA) - ROMA, 04 NOV - "Eleggere direttamente il presidente del Consiglio va sicuramente nel senso di rafforzare la stabilità del governo. Ma il premierato inglese presuppone due partiti, e qui invece si devono costruire per legge due coalizioni". Così, al Sole 24 Ore, il senatore FI ed ex presidente del Senato Marcello Pera.

 

"Qui - aggiunge - si vuole lasciare 'intatte' le prerogative del Presidente della Repubblica, come si dice in modo palesemente insincero. Perché è evidente che se si rafforza la figura del Primo ministro necessariamente si indebolisce quella del Presidente. Il rischio è che si instauri una diarchia istituzionale e politica o un bi-presidenzialismo, fonte di tensioni e attriti".

 

sergio mattarella giorgia meloni centenario aeronautica militare

Inoltre "la sostituzione del Primo Ministro eletto con un altro crea un problema anche riguardo al Parlamento. Se il Primo Ministro cessa, il Parlamento, che pure è eletto assieme a lui, ha il potere di sostituirlo. Perché l'uno cade e il suo gemello no? La formula del simul stabunt simut cadent è forse rigida ma ha una logica, quella del ribaltone rispetto alla volontà popolare non ce l'ha, anche se è scritto nella Costituzione. Un bel pasticcio".

 

Il premio del 55% fissato in Costituzione "è tra gli elementi che mi lasciano perplesso. Mi sembra enorme e urta sicuramente con i paletti fissati dalla Corte costituzionale. Infine mi turba l'idea di una legge elettorale in Costituzione. Così si ingessa la politica".

 

"Capisco le ragioni del premierato elettivo. Ma il modo in cui viene realizzato mi sembra troppo artificioso, tortuoso e forzoso. Temo che al fondo ci sia un'illusione: risolvere i problemi dei partiti politici con la Costituzione. Mi sembra come riscrivere la grammatica italiana per promuovere quei ragazzi ignoranti che non sanno scrivere bene", conclude Pera.

 

RIFORME: PERA, 'PREMIERATO C'E' GIA', CON ELEZIONE DIRETTA PRESIDENTE CONSIGLIO CON MENO POTERI'  

Marcello Pera

(Adnkronos) - "A chi mi obiettasse che è meglio lasciare le cose costituzionali più o meno come stanno e modificare la legge elettorale (un vestitino su misura), cambiare i regolamenti parlamentari (ormai arcaici), riformare (quello sì!) il procedimento legislativo, che ancora adesso è a suon di decreti e voti di fiducia, superare il bicameralismo perfetto (che già adesso non c'è più), votare la fiducia solo al vincitore delle elezioni prima che lui solo scelga i suoi ministri, non troverei molto da obiettare. Anzi.

 

Dal giorno in cui votammo simboli con su scritto il nome del presidente del Consiglio, il premierato lo abbiamo già: si tratta solo di dargli i poteri per funzionare. Poteri che non avrà se ci si concentra solo sulla elezione diretta". Lo afferma il senatore di Fratelli d'Italia ed ex presidente del Senato, Marcello Pera, in un'intervista a 'Il Sole 24 ore'. "Si vuole lasciare 'intatte' le prerogative del Presidente della Repubblica, come si dice in modo palesemente insincero.

 

marcello pera

Perché è evidente -aggiunge ancora l'esponente di Fdi- che se si rafforza, fino al massimo dell'elezione diretta, la figura del Primo ministro necessariamente si indebolisce quella del Presidente della Repubblica: certe cose che il secondo prima faceva, dopo non potrebbe farle più. Il rischio è che, essendo entrambi forti, si instauri una diarchia istituzionale e politica o un bi-presidenzialismo, fonte di tensioni e attriti".

 

"Questo rischio -spiega Pera- non si scongiura osservando che dei due uno è più forte dell'altro. Sulla carta è così, perché il Presidente della Repubblica emana dal Parlamento e il Primo Ministro dal popolo. E però succede che al Presidente della Repubblica resta il potere di sciogliere le Camere e di nominare i ministri, due scelte che sono eminentemente politiche, mentre il presidente del Consiglio può essere licenziato dal Parlamento anche dopo poco tempo per essere sostituito da un altro dello stesso schieramento, indicato o scelto dal Presidente della Repubblica. Chi è più forte? Chi decide che si deve tornare a votare o invece continuare con altri personaggi?"

 

marcello pera

"La sostituzione del Primo ministro eletto con un altro crea un problema anche riguardo al Parlamento. Un bel pasticcio, perché vogliamo rafforzare la governabilità, introdurre il Primo ministro eletto, e poi lo ribaltiamo in Parlamento! Come ora". Inoltre "con l'elezione ad un turno del Primo ministro ne avremmo sicuramente uno di minoranza, magari col 40% o anche meno. Occorre il ballottaggio: il premio di maggioranza alla coalizione vincente, fino al 55%, mi sembra enorme e urta sicuramente con i paletti fissati dalla Corte costituzionale. Infine -conclude l'ex presidente del Senato- mi turba l'idea di una legge elettorale in Costituzione. Così si ingessa la politica, la si condanna alla situazione attuale".

SERGIO MATTARELLA URSULA VON DER LEYEN GIORGIA MELONI
sergio mattarella giorgia meloni centenario aeronautica militare