PERCHÉ I PAESI UE NON APPROVANO LA PROPOSTA DELLA COMMISSIONE CONTRO LE QUERELE TEMERARIE? - NEL TESTO ORIGINALE ERA PREVISTA LA POSSIBILITÀ CHE CI FOSSE UN RISARCIMENTO DANNI PER CHI SUBISCE UNA QUERELA TEMERARIA: NELLA VERSIONE PROPOSTA DAGLI STATI MEMBRI È SPARITA - CHI ABUSA DELL’ISTITUTO DELLA DIFFAMAZIONE CI PENSEREBBE SU PRIMA DI AVVIARE UN’AZIONE LEGALE - GLI ATTIVISTI: “IN ITALIA C’È UNA TRADIZIONE DI POLITICI CHE QUERELANO PARECCHIO. E’ UNA CARATTERISTICA CHE CI PONE PIÙ VICINI AD ALCUNI STATI DEL CENTRO ED EST EUROPEO, AD ESEMPIO LA SERBIA, LA POLONIA...”
-Estratto dell’articolo di Martina Castigliani per https://www.ilfattoquotidiano.it
Sono giorni cruciali per le trattative sulla prima legge Ue contro azioni e querele temerarie (le cosiddette SLAPP). Eppure nessuno ne parla. Il testo è stato concepito per tutelare la partecipazione pubblica di giornalisti, attivisti e difensori dei diritti umani. Ma gli Stati membri stanno tentando di indebolire il documento proposto dalla commissione Ue […] gli attori della società civile che sono parte della coalizione anti-SLAPP (CASE) si appellano ai ministri della Giustizia dei singoli Stati. Che però non stanno mostrando aperture. […] “I Paesi, nonostante le raccomandazioni della commissione, non hanno neanche iniziato a raccogliere i dati”, spiega a ilfattoquotidiano.it Sielke Kelner, ricercatrice di Osservatorio Balcani Caucaso e membro di CASE. […]
A luglio avete scritto al ministro Nordio per chiedere aiuto. Avete avuto una risposta?
No, nessuna. Ora abbiamo chiesto un incontro. […] Il testo della Commissione e poi la proposta del Parlamento sono solidi, ma la proposta avanzata dal consiglio dell’Ue, espressione della volontà degli stati membri, ne ha ristretto il campo di azione, indebolendolo. […]
È tutto in mano agli Stati?
Sono loro a essere riluttanti. […] se […] continuano a opporre la propria resistenza, qualcuno dovrà cedere.
Doveva essere la legge per la libertà di stampa in onore di Daphne Caruana Galizia. Il risultato deluderà tutte le aspettative?
Tutti hanno l’interesse di presentare un risultato e chiamarlo successo a prescindere dal fatto che protegga o meno giornalisti e attivisti. […]
Cosa chiedete?
Servono delle garanzie procedurali. La prima è la possibilità da parte del giudice di dichiarare inammissibili i casi manifestamente infondati o esagerati: gli Stati l’hanno ridotta ai casi con “una pretesa così palesemente infondata” senza “ogni ragionevole dubbio”. E questo ne riduce l’applicazione.
Che fine ha fatto la possibilità che ci sia un risarcimento danni per chi subisce una querela temeraria?
Nel testo proposto dagli Stati membri è sparita. Questo sarebbe un forte deterrente: chi abusa dell’istituto della diffamazione ci penserebbe su due, tre volte prima di avviare un’azione legale se ci fosse la certezza di essere obbligato a pagare un risarcimento danni nel caso di abuso di processo.
[…] Perché è importante e non solo per i giornalisti?
L’azione temeraria mira a limitare la libertà di espressione su questioni di pubblico interesse. Può riguardare la salute, la sicurezza pubblica, l’ambiente, i diritti. Ad esempio, se un’attivista o una giornalista viene colpita da una SLAPP perché ha protestato o scritto di vicende che riguardano territori nei quali siano stati riversati rifiuti tossici, questo deve interessare tutti noi, è una questione di interesse pubblico. Per capire il peso che hanno le SLAPP sulla società, possiamo chiederci quanti articoli non sono mai stati pubblicati perché il giornalista o l’editore non li hanno scritti per paura di incorrere in un’azione legale? Questo è il peso delle SLAPP.
Tutela non solo i giornalisti quindi?
Ad esempio riguarda anche i whistleblower. Penso a Francesco Zambon, ex funzionario dell’OMS a cui è arrivata una richiesta di risarcimento danni da 2,5 milioni di euro da parte del direttore vicario dell’OMS dopo le sue denunce sulla gestione della pandemia. Oppure gli attivisti ambientalisti. Come Recommon, ong citata in giudizio per le azioni di campagna contro Eni sul cambiamento climatico.
Negli anni le querele temerarie sono aumentate?
Difficile dirlo non avendo dati raccolti in maniera sistematica.
[…] E in Italia?
In Italia c’è una tradizione di politici che querelano parecchio. E’ una caratteristica che ci pone più vicini ad alcuni Stati del Centro ed Est europeo, ad esempio la Serbia, la Polonia. Abbiamo tanti politici che ricorrono alle azioni temerarie per cercare di silenziare le critiche. E questo va contro tutta la giurisprudenza della Corte di Strasburgo secondo cui se sei una figura pubblica devi tollerare livelli di critica più alti. Un po’ perché è il tuo mestiere e un po’ perché se vuoi rispondere hai tutti i microfoni per farlo.
Avremo mai una legge contro le querele temerarie?
Attualmente ci sono cinque disegni di legge in discussione alla commissione giustizia del Senato. Il loro impatto è molto marginale. Teoricamente rispondono a un invito della Corte Costituzionale al Parlamento per una riforma complessiva dell’istituto della diffamazione.
Intervengono per togliere la pena detentiva, non basta?
La Consulta ha già dichiarato incostituzionale il carcere per diffamazione, tranne in casi di estrema gravità. Alcuni tratti dei disegni di legge sono veramente preoccupanti perché innalzano le sanzioni. Uno dei ddl introduce addirittura una pena accessoria diretta ad una temporanea interdizione dalla professione giornalistica. Sembra quasi che l’intento sia più tutelare chi querela che non il querelato, dando per scontata una sorta di malafede del giornalista.
Siamo tra i peggiori su questo fronte?
Qualitativamente tra i peggiori. […]
In Europa quanti sono i casi di presidenti del Consiglio che hanno querelato giornalisti?
Che noi sappiamo è successo a Malta e in Italia. Il primo ministro maltese era Joseph Muscat, che aveva querelato per diffamazione Daphne Caruana Galizia, […] Per questo sia Mapping Media Freedom sia CASE stanno monitorando i processi in corso che coinvolgono l’attuale premier italiana: oltre a quello che ha coinvolto Roberto Saviano, lo scorso novembre ha avviato una causa contro Domani. Mentre la sorella ha querelato Natangelo, vignettista del Fatto quotidiano. Prima delle cause di Meloni, limitandosi solo a esempi che hanno coinvolto le cariche più alte dello stato, ricordiamo le querele di De Mita a D’Alema (1988), D’Alema a Forattini (1999) e Berlusconi contro D’Avanzo (2009). […]