ALLA PERIFERIA DELLA PERIFERIA – SESTO SAN GIOVANNI, EX STALINGRADO D’ITALIA, DEDICA UNA VIA A CRAXI IN UNA “TERRA DI NESSUNO” – L’INIZIATIVA DEL SINDACO FORZISTA LASCIA INDIFFERENTI I RESIDENTI: “MEGLIO IL CINGHIALONE DEI POLITICI DI OGGI”
-
Alberto Mattioli per La Stampa
La futura via Bettino Craxi non è molto glam. Già nell' insieme Sesto San Giovanni non è esattamente ridente. Qui, ancora meno: da una parte la ferrovia, dall' altra uno spelacchiato giardinetto intitolato agli Alpini dove un cartello implora inutilmente di «Rispettare la natura», sull' altra carreggiata un enorme condominio vagamente balcanico. Attualmente di toponomastica vaga, queste poche decine di metri diventeranno, appunto, via Craxi.
La delibera è già passata, ma per mettere i cartelli bisogna aspettare che siano pronti. Poi cerimonia alla presenza dei figli Stefania e Bobo, «certo, li ho invitati e verranno», annuncia il sindaco Roberto Di Stefano, Forza Italia, il primo non di sinistra dal 1946 nell' ex «Stalingrado d' Italia» ormai consegnata agli archivi insieme a tutta la relativa retorica operaista.
Fino a non troppo tempo fa, l' intitolazione di una strada a Bettino avrebbe scatenato l' inferno. Adesso pare poco più che una banalità amministrativa. I residenti non commentano la notizia perché, nell' attesa della targa, ancora non la conoscono. Cade dalle nuvole di drago il cinese del Bar Girasole («Claxi chi?»), alza le spalle il taxista dopo una laboriosa ricerca della strada che non c' è, puro Pirandello: «Craxi? Beh, sempre meglio di quelli di oggi». Eh, già, la solita nostalgia canaglia della già vituperata Prima Repubblica colpisce ancora: ormai si rimpiangono il Psdi o Forlani, figuriamoci Craxi.
Altri la buttano sul pratico, tipo il signor Andrea che vende materiale elettrico: «È un guaio, ma non politico. Il punto è che, visto che non è chiaro se questo pezzo di strada sia via Modena o viale Marelli, si potevano sempre contestare le multe. Adesso chissà». Alla tintoria più avanti, finalmente un entusiasta. Si chiama Mario Perini ed è figlio di un segretario cittadino del Psi: «Ottima idea. Anzi, ringrazio l' amministrazione per averci pensato. Spero che mettano la targa accanto alla mia porta».
Insomma, i governati non sono contrari. Semmai, indifferenti. Fra i governanti, ognuno tira acqua al suo mulino. Di Stefano si gode il botto mediatico e parla di «giusto riconoscimento» per un politico che, oltretutto, iniziò proprio da Sesto la sua scalata al potere. All' obiezione che si trattava pur sempre di un latitante replica che Craxi «ha pagato per tutti». E la Lega? All' epoca dell' agonia manettara della Prima Repubblica, non fu tenera con il Cinghialone (ricordate il cappio in Aula del deputato Orsenigo? Date le finezze della Seconda, un precursore), ma è stata tacitata con la concomitante dedica di un giardino a Gianfranco Miglio, il suo ideologo.
La lottizzazione del caro estinto la spiega Alessandra Magro, assessore leghista ad Ambiente e Cultura: «La scelta l' hanno fatta le forze politiche della Giunta. Il Polo Civico ha proposto Anna Frank, Forza Italia Craxi e noi Miglio. All' interno di una coalizione ci sono equilibri da sostenere». Su Bettino avete cambiato idea? «È stato certo un politico importante nella storia italiana». Beh, anche Mussolini... «Non mi sembrano paragonabili».
Insomma, qui non si indigna nessuno. Tutto sommato, nemmeno il Pd. La capogruppo Roberta Perego spiega che in Commissione toponomastica non c' è nemmeno un piddino, quindi il partito non ne ha discusso. Già, ma lei che ne pensa? «Personalmente, dico che in quest' ambito il buonsenso suggerirebbe di scegliere figure non divisive. Non mi sembra che su Craxi il giudizio sia unanime. Piuttosto, sono da stigmatizzare questi continui diversivi del sindaco che continua a fare scelte a effetto invece di amministrare».
Intanto la stazione della metro è tappezzata di volantini con il logo di Pd e Psi che annunciano per oggi la presentazione dell' ultimo libro di qualcuno più craxiano di Craxi, Ugo Intini. Da Craxi via alla via Craxi, è stata una lunga strada.