PERSINO “REPUBBLICA” E’ COSTRETTA AD AMMETTERE CHE E’ MACRON A NON VOLER UN RAPPORTO CON GIORGIA MELONI: “È DECISO A MANTENERE UNA RELAZIONE FREDDA CON MELONI. C’È LA VOLONTÀ POLITICA DI NON LEGARE CON LEI E CON QUELLO CHE RAPPRESENTA PER L’OPINIONE PUBBLICA FRANCESE. C’È LA VOGLIA DI TENERLA AI MARGINI, INVESTENDO TUTTO SUL RINNOVATO PATTO CON BERLINO. E C’È IL TIMORE CHE UN NUOVO ASSE TRA CONSERVATORI E PPE POSSA SPINGERE AI MARGINI MACRON E I LIBERALI EUROPEI. RAGIONI CHE CONSIGLIANO A MACRON DI NON ARRETRARE DI UN MILLIMETRO”
-Estratto dell’articolo di Anais Ginori e Tommaso Ciriaco per “la Repubblica”
Minacciare l’Europa, agitando lo spettro dello stallo su ogni dossier sensibile. […] Quella vissuta da Giorgia Meloni a Bruxelles non è soltanto una disfatta diplomatica. È la minaccia di cambiare pelle, rinnegando il percorso di “normalizzazione” intrapreso prima di vincere le elezioni […] Il prezzo potrebbe essere altissimo, visto quanto Roma è esposta sul Pnrr e il debito pubblico.
[…] Esclusa da Macron, decide di incontrare a margine del Consiglio il primo ministro polacco Mateusz Morawiecki e il ceco Petr Fiala. Non è una mossa casuale. Sono i due leader conservatori. E rappresentano il piano B, la soluzione d’emergenza che Palazzo Chigi potrebbe attivare per uscire dall’angolo nel quale l’Eliseo ha cacciato il governo italiano. Incontrandoli, la presidente del Consiglio invia un messaggio chiaro a Bruxelles che suona così: Parigi e Berlino pensano di escluderci, ma noi siamo in grado di frenare ogni possibile intesa. Dilatando i tempi dei dossier più delicati, complicando il percorso dell’Unione.
Non è soltanto la partita sugli aiuti di Stato, destinata a finire sul tavolo del Consiglio di marzo. La ritorsione potrebbe consumarsi anche sul pacchetto dedicato ai migranti. E, soprattutto, sulla riforma del Patto di stabilità, che è in cima alle preoccupazioni di Parigi. […] Roma ha molto da perdere. […] Entrare in conflitto con Scholz e Macron significa allontanare la prospettiva di una vera flessibilità sul Pnrr e i fondi di coesione, fondamentale in una fase in cui l’Italia arranca nella messa a terra dei cantieri. Ma Meloni ritiene comunque di non avere altra strada che quella del rilancio.
[…] Macron […] è deciso a mantenere una relazione fredda con Meloni. Da sviluppare in territori “neutrali” come i Consigli europei e gli altri vertici internazionali. Altro discorso è […] lasciare che le relazioni bilaterali proseguano a livello ministeriale […] Ma c’è di più. C’è la volontà politica di non legare con la presidente del Consiglio e con quello che rappresenta per l’opinione pubblica francese.
C’è la voglia di tenerla ai margini, investendo tutto sul rinnovato patto con Berlino. E c’è, dato da non trascurare, il timore che un nuovo asse tra Conservatori e Ppe possa spingere ai margini Macron e i liberali europei. Tutte buone ragioni che consigliano a Macron di non arretrare di un millimetro di fronte al conflitto aperto.