IL PIANO VA MOLTO PIANO – LA TERZA RATA DEL PNRR DOVREBBE FINALMENTE ESSERE IN ARRIVO, CON 5 MESI DI RITARDO, MA LA QUARTA SLITTERÀ QUASI SICURAMENTE ALLA PRIMAVERA DEL 2024. È UN GUAIO BELLO GROSSO PER IL GOVERNO: LE CASSE DEL TESORO SONO VUOTE, E SENZA I PRESTITI EUROPEI SI RISCHIA UNA VORAGINE NEI CONTI PUBBLICI – L’AVVERTIMENTO DI GENTILONI: “LA COMMISSIONE NON PROCEDERÀ MAI A UN ESBORSO SE NON SARANNO RAGGIUNTI GLI OBIETTIVI…” – ALTRI 14 PAESI HANNO FATTO MODIFICHE AI PROGETTI ORIGINALI (MA LE HANNO PRESENTATE IN TEMPO)
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1. PNRR, 14 PAESI UE FANNO MODIFICHE GENTILONI: ALTRE RICHIESTE IN ARRIVO
Estratto dell'articolo di Gabriele Rosana per “il Messaggero”
[…] Ad oggi, sono 14 i Paesi Ue che hanno già recapitato le loro richieste di variazione del Pnrr a palazzo Berlaymont; in dieci hanno inserito un capitolo RePowerEU dedicato alla transizione energetica. […] Per l'Italia, l'orizzonte temporale indicato dal governo nei contatti con Bruxelles per i ritocchi al piano è agosto: poi la palla passerà nel campo dei tecnici dell'esecutivo Ue per l'esame dei dettagli, come già accaduto con le istanze di Estonia, Francia, Malta, Slovacchia e Irlanda. […]
2. PNRR IL MIRAGGIO QUARTA RATA 16 MILIARDI SLITTANO AL 2024 NUOVA TEGOLA SUI CONTI PUBBLICI
Estratto dell’articolo di Paolo Baroni per “la Stampa”
I 19 miliardi della terza rata del Pnrr dovrebbero arrivare al più presto, forse in settimana, il tempo di effettuare le ultime verifiche sulla realizzazione degli alloggi universitari, ultimo ostacolo per ottenere il via libera di Bruxelles: «Posso dirvi che la Commissione non procederà mai a un esborso se non saranno raggiunti gli obiettivi. Le autorità italiane stanno lavorando e penso che l'esercizio si concluderà tra breve» ha detto ieri Paolo Gentiloni.
Il problema vero – un guaio molto serio sul fronte dei conti pubblici, perché in ballo ci sono altri 16 miliardi di euro – riguarda la quarta rata del Pnrr, che stando a fonti della Commissione consultate da La Stampa sarà «molto difficile che possa essere incassata entro l'anno».
Innanzitutto perché il governo alla data del 30 giugno non è riuscito a rispettare tutte e 27 le scadenze previste per il primo semestre e anche quando - viene fatto notare - occorreranno due mesi alla Commissione per valutare l'effettivo raggiungimento di tutti i target, ed un altro mese se lo prenderà il Consiglio europeo per deliberare.
Se per sventura anche in questo caso dovessero passare 8 mesi come quelli che sono serviti per ottenere (si spera) la terza rata, Bruxelles potrebbe staccare il nuovo assegno solamente nella primavera del 2024. Un guaio per il governo, ed in particolare per il Tesoro, già alle prese con un fabbisogno che a giugno è più che raddoppiato rispetto al 2022 toccando 95 miliardi, e che pertanto dovrà far fronte in altro modo ad un importo tanto rilevante con nuove emissioni di titoli del debito pubblico.
Stando al monitoraggio di Openpolis aggiornato al 27 giugno, sulle 27 scadenze previste ben 17 al 30 giugno risultavano ancora da completare.
I ritardi […] riguardano in particolare gli interventi nel campo della transizione ecologica (7), la pubblica amministrazione (4, 3 tenendo conto che il nuovo Dpr sui concorsi pubblici è arrivato sul fil di lana ed entrerà in vigore il 14 luglio), l'inclusione sociale e lavoro e imprese (3). Tra le 17 scadenze ancora da conseguire, solo 4 in base alle informazioni disponibili sono vicine al completamento. […] E così ritardo dopo ritardo il Pnrr arranca e l'Italia rischia di perdere i fondi del Piano o se va bene incassarli con forte ritardo.