UN PIRELLONE DI TRAVERSO A SALVINI - ATTILIO FONTANA VUOLE RICANDIDARSI ALLE REGIONALI DEL 2023 NONOSTANTE I MOLTI DUBBI DEL “CAPITONE”, RELATIVI ALL’OPERATO DEL GOVERNATORE IN QUESTI ANNI: LA GESTIONE INIZIALE DELLA PANDEMIA È STATA FALLIMENTARE, E POI C’È LA VICENDA DEI CAMICI, PER CUI RESTA INDAGATO. VENERDÌ IL GUP DECIDERÀ SE MANDARLO O NO A PROCESSO - SUL BIS PESA ANCHE L’ACCORDO NEL CENTRODESTRA IN SICILIA. ALTERNATIVE? IL “SOGNO” È CANDIDARE GIORGETTI (PER SPEDIRLO LONTANO DA ROMA), GLI ALTRI NOMI IN CIRCOLAZIONE GARAVAGLIA E CENTINAIO
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Stefania Chiale per www.corriere.it
Mentre nel centrosinistra si ragiona ancora su quale sarà il perimetro della coalizione in vista dell’appuntamento elettorale del prossimo anno, è certo che il presidente della Lombardia Attilio Fontana voglia ricandidarsi alle regionali nel 2023: è quanto ha dichiarato negli scorsi giorni al suo leader di partito.
Ma sul bis pendono ancora l’accordo nel centrodestra su un altro governatore uscente (Nello Musumeci in Sicilia, sulla cui riconferma la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni non transige) e le vicende giudiziarie che vedono Fontana indagato: venerdì il giudice dell’udienza preliminare deciderà se mandarlo o no a processo.
Non solo: la chiave politica più importante di tutta la questione è che sulla sua ricandidatura si è aperta un’accesa discussione con lo stesso leader della Lega. La scorsa settimana infatti, secondo quanto appreso dal Corriere, Matteo Salvini è andato da Fontana per offrirgli, piuttosto, una candidatura al Senato.
La divisione Salvini-Fontana
Il leader della Lega, secondo fonti interne al partito, avrebbe dato troppo per scontato che il governatore non si sarebbe voluto ricandidare. I dubbi di Salvini sarebbero relativi all’operato del governatore in questi anni, alla gestione iniziale dell’emergenza Covid e alla vicenda giudiziaria che lo coinvolge.
Le prime due avrebbero pesato dal punto di vista elettorale, e la terza condizionato inevitabilmente la scelta. Fontana, però, non ha alcuna intenzione di lasciare i piani alti di Palazzo Lombardia e su questo si sarebbe consumato lo scontro tra i due.
Preso atto della volontà del governatore di ricandidarsi, martedì Salvini, al Pirellone per la riunione del gruppo, ha annunciato che non ci sono veti su Fontana da parte di Meloni e del leader di Forza Italia Silvio Berlusconi e che quindi anche lui è d’accordo sul suo nome. Ne parlerà al governatore dopo le amministrative del 12 giugno. Ecco l’orizzonte temporale per conoscere con certezza chi sarà il candidato della coalizione.
Le reazioni nella Lega
«Inizialmente Salvini non aveva detto né sì né no alla ricandidatura di Fontana — dice il capogruppo leghista al Pirellone Roberto Anelli —: si tratta di una partita importante che si gioca anche a livello nazionale, com’è sempre stato nel centrodestra, vale a dire concordando con gli alleati le mosse».
E quindi decidendo una linea comune sui governatori uscenti Fontana e Musumeci. Ma «entro giugno — assicura Anelli — uscirà il nome del candidato. Fontana in questo momento è sicuramente in pole position: Salvini ha confermato che se Fontana darà sua disponibilità (cosa che ha già ribadito con forza al suo leader, ndr) il candidato sarà lui, sempre che ci sia accordo nel centrodestra». «Non vedo motivazioni per la non ricandidatura di Fontana — commenta il leghista Max Bastoni —. Ha lavorato bene in questi cinque anni nonostante l’emergenza Covid, la Regione ne è uscita a testa alta e quindi il suo mandato è stato svolto».
Le alternative Garavaglia e Centinaio
Il suo, quindi, è il nome che da più parti si dà quasi per certo. Senza dimenticare «il sogno nel cassetto» del centrodestra: il ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti, che però «non accetterà mai».
Gli altri nomi che in circolazione sono quelli del ministro del Turismo Massimo Garavaglia e del senatore Gian Marco Centinaio. Anche la vicepresidente Letizia Moratti ci terrebbe, ma al momento la strada per lei è in salita. L’incognita più grossa è legata alle questioni giudiziarie: il governatore scoprirà il 13 maggio se sarà processato per il caso camici.
Il gup deciderà in quella data il rinvio a giudizio suo, del cognato Andrea Dini, titolare di Dama Spa, di Pier Attilio Superti, vicesegretario generale della Regione, e dell’ex Dg di Aria spa Filippo Bongiovanni. L’accusa, per tutti, è di frode in pubbliche forniture. Nel partito si valuterà come andrà la vicenda giudiziaria, per poi decidere entro l’estate. Al momento dare continuità a Fontana è l’unica scelta che viene presa in considerazione.