- PITONESSA NEL MIRINO - LE COLOMBE SENZA LEADER UCCELLATE DALLA SANTADECHE’, SCATENATE CONTRO L’EVITA PERON DEI CATA-FALCHI -


Ugo Magri per La Stampa

MARA CARFAGNA E DANIELA SANTANCHE A MARINA DI PIETRASANTA

Doveva essere nelle intenzioni uno «show» di unità, la foto-ricordo di un partito unito, la dimostrazione di fedeltà collettiva al leader sotto attacco. E invece la riunione di sabato ad Arcore si è rovesciata nel suo esatto contrario: complice una chiacchierata di Daniela Santanché con «Repubblica», nel Pdl si è scatenata una zuffa poco dignitosa tra «falchi» e «colombe», talmente sguaiata e fuori luogo da allarmare lo stesso Berlusconi.

Ha sostenuto la «Pitonessa» nell'intervista che la crisi di governo è già decisa, che la dichiarazione di guerra sarà una semplice formalità, che dal Pd e da Napolitano Silvio non deve aspettarsi nulla, insomma tutto quello che i «duri» del centrodestra vanno affermando in queste ore.

Lasciandosi però sfuggire una battuta poco apprezzata da Alfano, il quale è pur sempre segretario del suo partito («Ha capito che aria tira e si è subito allineato»). E bastonando ben bene, nell'ordine: Cicchitto, Schifani, Quagliariello e Lupi. Vale a dire due ministri, un capogruppo e un esponente di primo piano. Si è subito scatenato l'inferno.

Nonostante ieri fosse domenica, è stato tutto un fiorire di dichiarazioni, quasi una ventina, contro la Santanché. E se non fosse per gli interventi a sostegno di Capezzone («non vedo dove sia lo scandalo») e di Micciché, si potrebbe parlare di una rivolta collettiva contro la regina delle «amazzoni», che all'ombra di Silvio ha scalato tutte le gerarchie interne, permettendosi addirittura di «dividere il Pdl in buoni e cattivi», come replica indignato Schifani. C'è chi le ha dato della «provocatrice» e chi come Sacconi si è limitato a definirla «cattiva consigliera».

daniela santanchè
MANIFESTAZIONE PDL A VIA DEL PLEBISCITO AGOSTO DENIS VERDINI DANIELA SANTANCHE

Qualcuno l'ha giudicata «inopportuna» e qualcun altro (vedi Casellati) è esploso con un «basta fomentare divisioni». I più severi con Santanché sono proprio coloro che meglio la conoscono, cioè gli ex-An. Da Matteoli a Gasparri alla Mussolini, si è levato un coro di insofferenza: «Di tutto c'è bisogno, tranne che di offrire questo spettacolo».

A sera l'interessata si è sforzata di chiarire, e di riportare la calma: «Da noi non ci sono divisioni, ma sensibilità e percorsi diversi, e questa la considero una grande ricchezza». Però intanto lei e Capezzone, sostenuti dietro le quinte da Verdini, tengono alto il tiro sul governo, convinti di interpretare al meglio la volontà del Capo.

DENIS VERDINI DANIELA SANTANCHE GIULIO TREMONTI
DANIELA SANTANCHE SILVIO BERLUSCONI

Al quale viene attribuito, per esempio, l'intendimento di lanciarsi dal 1 settembre in una offensiva mediatica che spiegherà all'Italia i guasti della giustizia (qualcuno però vivamente sconsiglia Berlusconi temendo un «flop» di ascolti). E mentre Brunetta segnala al governo gli errori da non commettere, invitando Saccomanni a darsi una mossa sull'Imu e sul resto prima che la situazione precipiti, Capezzone getta benzina sul fuoco della crisi dando a Letta del «Ponzio Pilato».

Il senso generale è di un «paroliberismo», come l'avrebbe definito il futurista Marinetti, parecchio vivace e di un partito dove nessuno sa frenare la lingua. Quali effetti tutto questo può avere sul gradimento degli elettori, Berlusconi lo scoprirà stasera, quando gli verranno recapitate le prime rilevazioni di Euromedia Research dopo le ferie ferragostane. Il Cavaliere le attende con comprensibile curiosità.