PIÙ “MAGA”, MENO REPUBBLICANI “TRADIZIONALI”: DONALD TRUMP NON NOMINERÀ NIKKI HALEY E MIKE POMPEO NELLA SUA AMMINISTRAZIONE – L’EX AMBASCIATRICE ALL’ONU E L’EX SEGRETARIO DI STATO SONO CONSIDERATI TROPPO “GUERRAFONDAI” E IN LINEA CON IL VECCHIO PARTITO REPUBBLICANO – LE PRIME NOMINE DEL TYCOON: ELISE STEFANIK SARÀ AMBASCIATRICE ALLE NAZIONI UNITE, L’INTRANSIGENTE TOM HOMAN GUIDERÀ L’AGENZIA DEL CONTROLLO DELLE FRONTIERE…

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USA: TRUMP NOMINA ELISE STEFANIK AMBASCIATRICE ALL'ONU

elise stefanik

(ANSA-AFP) - Il presidente eletto Donald Trump ha dichiarato ai media statunitensi di aver nominato la deputata repubblicana Elise Stefanik all'incarico di ambasciatrice degli Stati Uniti presso le Nazioni Unite.

 

"Sono onorato di nominare la presidente Elise Stefanik a servire nel mio Gabinetto come ambasciatrice degli Stati Uniti presso le Nazioni Unite. Elise è una combattente dell'America First incredibilmente forte, tenace e intelligente", ha affermato Trump in una dichiarazione al New York Post.

 

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TRUMP NOMINA HOMAN RESPONSABILE CONTROLLO FRONTIERE USA

(ANSA-AFP) - Il presidente eletto americano Donald Trump ha annunciato il ritorno dell'intransigente Tom Homan alla guida dell'agenzia responsabile per il controllo delle frontiere e dell'immigrazione, l'Immigration and Customs Enforcement (Ice) degli Stati Uniti.

 

"Sono lieto di annunciare che l'ex direttore dell'Ice e pilastro del controllo delle frontiere, Tom Homan, entrerà a far parte dell'amministrazione Trump dove sarà responsabile dei confini del nostro Paese ('Lo zar del confine')", ha scritto il tycoon sul suo social network Truth.

 

donald trump e il cibo 9

"Conosco Tom da molto tempo e non c'è nessuno più bravo di lui nel sorvegliare e controllare i nostri confini", ha aggiunto Trump affermando che Homan sarà responsabile di "tutte le deportazioni di immigrati clandestini nel loro Paese di origine".

 

Il tycoon ha promesso di lanciare il primo giorno della sua presidenza la più grande operazione di deportazione di immigrati clandestini nella storia degli Stati Uniti. Ha ripetutamente inveito contro gli immigrati irregolari durante la sua campagna, impiegando una retorica violenta su coloro che "avvelenano il sangue" degli Usa.

 

DIKTAT DI TRUMP, MIE NOMINE SENZA LA CONFERMA DEL SENATO

(ANSA) - Donald Trump entra nella battaglia per la leadership del Senato appena riconquistato dai repubblicani e cerca già la prima scorciatoia nella democrazia americana, ossia la possibilità di fare nomine per la sua amministrazione e per la magistratura bypassando l'approvazione del Senato, dove anche l'opposizione dice la sua nel processo di conferma.

 

TOM HOMAN

"Qualsiasi senatore repubblicano che ambisca alla posizione ambita di leader nel Senato degli Stati Uniti deve accettare le nomine durante le pause di attività (nel Senato!), senza le quali non saremo in grado di ottenere conferme in tempi utili", è il suo diktat su Truth.

 

Il tycoon fa riferimento a una clausola costituzionale che consente al presidente di fare nomine temporanee quando il Senato non è in sessione. Una facoltà che era stata pensata per garantire l'operatività del governo in caso di necessità ma che alcuni presidenti hanno usato per scopi politici nominando dirigenti che altrimenti avrebbero avuto difficoltà di conferma al Senato, dove servono 60 voti.

 

elise stefanik

Trump può contare su una maggioranza di almeno 53 senatori, ma evidentemente non la considera sufficiente per un sostegno minimamente bipartisan alle sue scelte, che promettono quindi di essere potenzialmente controverse. Nell'aprile 2020, frustrato dalla lentezza del Senato nel confermare le sue nomine, l'allora presidente Trump minacciò di prendere la misura senza precedenti di sospendere unilateralmente il Congresso per fare nomine durante la pausa.

 

Nel giro di pochi minuti, il senatore Rick Scott si è subito allineato, impegnandosi a soddisfare la richiesta di Trump se diventerà il leader dei repubblicani al Senato: "Sono al 100% d'accordo. Farò tutto il possibile per far passare le tue nomine il più rapidamente possibile", ha scritto su X. I principali alleati di Trump — tra cui Elon Musk — e una serie di influencer di estrema destra si sono rapidamente schierati dietro la candidatura di Scott, quella più "Maga". Un altro candidato alla leadership del Senato, il senatore John Thune, ha detto invece di essere aperto alla richiesta di Trump, dichiarando a Fox News che "tutte le opzioni sono sul tavolo."

NIKKI HALEY

 

Il leader Usa boccia Haley e Pompeo

Estratto dell’articolo di Viviana Mazza per il “Corriere della Sera”

 

«Non inviterò l’ex ambasciatrice Nikki Haley o l’ex segretario di Stato Mike Pompeo a unirsi all’amministrazione Trump, che è attualmente in formazione — ha scritto sabato sul suo social Truth il presidente eletto —. Ho avuto il piacere di lavorare con loro in passato, vorrei ringraziarli per il loro servizio alla nazione». È un messaggio ai fedelissimi del movimento Make America Great Again che sono ostili ai politici repubblicani del «sistema» di Washington quanto ai colleghi del partito democratico.

 

mike pompeo prima della dieta

Haley, ex ambasciatrice di Trump all’Onu, era stata la sua ultima e più determinata rivale nelle primarie repubblicane e si era ritirata dalla corsa solo a marzo. Pompeo, invece, aveva flirtato con l’idea di competere con lui, per poi decidere che non c’era margine .

Entrambi in politica estera erano visti come troppo legati all’idea tradizionale della Nato e della necessità di proteggere l’Ucraina da Putin. Entrambi in realtà avevano parlato alla Convention repubblicana di Milwaukee.

 

Pompeo, ex segretario di Stato ed ex capo della Cia, sembrava mirare al posto di capo del Pentagono, ma secondo alcuni nell’orbita trumpiana era una scelta inaccettabile perché non solo era definito un «guerrafondaio», aveva parlato della necessità di mandare più armi all’Ucraina e faceva parte del consiglio di amministrazione dell’azienda delle telecomunicazioni Kyivstar, ma non aveva appoggiato il presidente-eletto con sufficiente forza negli anni passati.

mike pompeo donald trump

 

Nei giorni scorsi era riapparsa sui social una vecchia intervista a Fox News nella quale diceva che l’accusa a Trump di aver nascosto documenti classificati a Mar-a-Lago era, se vera, gravissima, e metteva in pericolo i soldati Usa all’estero. Secondo Politico , la sua nomina sarebbe stata bloccata dal figlio Don Jr. e da Tucker Carlson.

 

Al ristorante messicano Toloache sulla 82esima strada a Manhattan, abbiamo incontrato ieri a ora di pranzo Vivek Ramaswamy, ex rivale di Trump nelle primarie e ora uno dei volti più noti tra i suoi alleati: ordinava enchilada e guacamole (tutto vegetariano) da portare via e da mangiare in aereo. «Sono diretto in Florida», ha detto al Corriere .

 

TRUMP E NIKKI HALEY

Gli abbiamo chiesto se avrà un posto nella nuova amministrazione. «Siamo molto coinvolti nella transizione», si è limitato a dire, aggiungendo elogi a Giorgia Meloni. Qualcuno si è alzato per ringraziarlo «per quello che fa per il Paese». Ma la receptionist messicana non sapeva chi fosse: quando aveva ordinato al telefono gli aveva chiesto di ripetere il suo nome. «Scriva solo V», le ha detto lui. […]

elise stefanik
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mike pompeo magro
mike pompeo
NIKKI HALEY
NIKKI HALEY
SUPPORTER NIKKI HALEY
Nikki Haley - Kiawah Island, South Carolina
donald trump e il cibo 8