PIZZAROTTI SI PREPARA ALLA GUERRA - IL SINDACO AFFILA LE ARMI: SE SARA’ ESPULSO FARA’ RICORSO AL TRIBUNALE AMMINISTRATIVO - LA COMMISSIONE AFFARI COSTITUZIONALI VARA LA NORMA “SALVA PIZZAROTTI”: I PARTITI DEVONO APPLICARE IL CODICE CIVILE PER LE SANZIONI AGLI ISCRITTI
1.PARTITI: SÌ COMMISSIONE CAMERA A NORMA "SALVA PIZZAROTTI"
(ANSA) - La Commissione Affari costituzionali della Camera ha approvato un emendamento al testo base della legge sui partiti, cosiddetta "salva Pizzarotti", perché impone a partiti e movimenti l'applicazione almeno del codice civile nell'organizzazione interna, ivi comprese per le sanzioni agli iscritti.
Nell'articolo 2 del testo base preparato dal relatore Matteo Richetti (Pd), sono enunciati i principi sostanziali che regolano la vita di "partiti, movimenti e soggetti politici". La Commissione ha approvato un emendamento del presidente della Commissione, Andrea Mazziotti (Sc), nel quale si afferma:
"Salvo diversa disposizione di legge, dello statuto o dell'accordo associativo, l'organizzazione e il funzionamento dei partiti, movimenti e gruppi politici organizzati sono regolati dalle norme che disciplinano le associazioni non riconosciute".
Le norme del codice civile sulle associazioni non riconosciute, spiega Mazziotti, "stabiliscono che per esse vale il principio di maggioranza, vale a dire che le decisioni vanno prese a maggioranza. Se un partito o un movimento vuole avere dei principi diversi lo puo' fare, ma deve esplicitarlo in un regolamento o in un semplice accordo che deve essere noto e deve essere pubblicato sul sito del partito o movimento", come stabilisce un successivo articolo della legge".
Nel caso di Pizzarotti, non essendo note le regole interne a M5s, si applicherebbe il codice civile, per il quale la sanzione deve essere decisa a maggioranza dall'Assemblea. Nel caso di violazione di tali norme del codice, l'Iscritto sospeso o espulso potrebbe ricorrere al codice civile".
E' stato poi approvato un emendamento di Stefano Quaranta (SI) che rafforza il concetto dell'obbligo del metodo democratico nella vita interna dei partiti, a cui dovà affiancarsi la "trasparenza".
2.M5S, PIZZAROTTI IN CASO DI ESPULSIONE PREPARA IL RICORSO AL TAR
Giacomo Talignani per “Huffingtonpost.it”
Una "lezione politica". Ormai convinto che nessuno del direttorio arriverà a Parma per un confronto faccia a faccia e che l'espulsione prevista arrivi dopo la scadenza di domenica (o al massimo lunedì), Federico Pizzarotti affila gli artigli e nell'eventualità si prepara ad un ricorso al Tar, certo che nel caso di espulsione sarà riabilitato.
Già, potrebbe accadere così: se il direttorio dovesse bocciare le controdeduzioni che il sindaco di Parma sta impostando in sua difesa dopo la sospensione per mancata trasparenza, scatterebbe l'espulsione e un successivo ricorso al Tribunale del Riesame che, sostengono avvocati vicini alla causa di Pizzarotti, secondo la legge dovrebbe riammettere il sindaco dentro il MoVimento.
E allora che accadrebbe? "Per un anno almeno si vivrebbe da separati in casa" racconta Marco Bosi, capogruppo M5s in Consiglio comunale a Parma e strettissimo collaboratore del sindaco. Con Pizzarotti a Corfù (tornerà giovedì) è lui che lo sta aiutando a raccogliere le controdeduzioni.
In che cosa consistono le controdeduzioni di Pizzarotti? E quando saranno presentate?
"Sono una serie di documenti per dimostrare che noi non abbiamo violato nessuna regola. Sto aiutando a raccoglierli insieme agli avvocati e dovremmo discuterne giovedì con il sindaco e poi inviarle penso per venerdì. Abbiamo spulciato tutte le regole, statuti, regolamentini del M5s e pensiamo di non aver violato alcuna procedura. Anzi, dimostreremo anche che sono loro ad aver detto il falso".
Si spieghi meglio. Chi avrebbe mentito?
"Le faccio un esempio. Dopo Pizzarotti un altro sindaco M5s, Fucci di Pomezia, ha raccontato di essere stato indagato (poi archiviato) ma non aver detto nulla. Di Battista e Di Maio hanno dichiarato che il caso Fucci era minore, perché si trattava solo di una querela.
Falso, se si leggono le carte Fucci oltre a una querela era imputato per omissione di atti di ufficio (328 c.p). Perchè loro hanno mentito su questo? Oppure dobbiamo pensare che quelli del direttorio, che vorrebbero fare le leggi e le riforme di un Paese, non sappiano nemmeno leggere le carte? Con rispetto per Fucci, che ammiriamo e difenderemo a spada tratta se ci fossero problemi, io credo che qui ci sia un doppio pesismo non più ignorabile".
Con questo clima l'espulsione, anche se a meno di un mese dalle amministrative, appare inevitabile.
"Al momento la tendenza di rimanere dentro credo sia pari allo zero. Se Di Maio venisse a Parma a parlare sarei felicissimo, ma dubito lo farà. Per ora noi lavoriamo solo alle controdeduzioni e poi, se ci sarà l'espulsione, agiremo di conseguenza".
Facendo causa?
"Con un ricorso al Tar (anche se in realtà dovrebbe trattarsi del tribunale civile, ndr). Federico vuole restare nel MoVimento, quello degli inizi, quello in cui crede. Non vuole essere cacciato per regole che non esistono.
Ci siamo confrontati anche con altri avvocati che ci dicono che l'obbligo o la richiesta di pubblicare documenti o informare associazioni dell'informazione di garanzia non è scritto da nessuna parte. Anzi, è anticostituzionale perchè si tratta di un documento privato, che informa solo la persona. E su questo pensiamo che il tribunale del Riesame ci darebbe ragione".
Però Nogarin ha pubblicato. E poi il sindaco che farebbe, dentro al MoVimento anche se espulso?
"Nogarin non ha pubblicato l'informazione di garanzia, ma il 335, un altro modulo. Eppure se si leggono i suoi post precedenti lui stesso, per "trasparenza", cita un passaggio dell'informazione di garanzia. Allora perché non l'ha pubblicata? E perché è stata omessa la data?
Sinceramente non penso male di lui, anzi, credo sia un ottimo amministratore. Ma anche quella pubblicazione non rientra in nessuna regola. E come sono stati poi trattati lui e Federico dimostra che Roma non trattano tutti allo stesso modo. Come ho detto, se sarà espulso, chiederemo il reintegro. Poi si vedrà, c'è da continuare ad amministrare Parma. Rimarrà un separato in casa. Ma almeno avrà dato una lezione politica".
Una lezione politica?
"Sì, dimostrando di aver agito correttamente e che le regole non possono essere ad personam. Come ha detto lui, in tutta questa vicenda io reputo Grillo in buona fede, ma davvero mal consigliato. Una lezione politica che per amministrare, che sia una città o un Paese, ci vogliono incontri di persona fra i membri del M5s, ci vogliono regole chiare. Lo sa, a che mi risulti è ancora in vigore la regola di non partecipare ai talk show. Quanti parlamentari M5s dovrebbero essere espulsi allora?".
Diversi attivisti e anche qualche parlamentare, oltre che sindaci, si sono schierati dalla parte di Pizzarotti. Pensa che se dovesse essere espulso ci sarà una scissione nel MoVimento?
"Non lo so. Ci sono tanti "puristi" del MoVimento che tempo fa ci guardavano male per via delle incomprensioni con Grillo ma ora ci dimostrano vicinanza perché hanno capito che Federico, così come molti in Emilia, Toscana e Liguria, è rimasto fedele ai primi principi del Movimento.
Lo seguiranno? Io non so dirlo. Ai tempi anche dopo il caso Favia si parlò di scissione. Ma M5s, nonostante i vari espulsi, è andato avanti comunque. Certo, dovesse essere cacciato un sindaco di una città importante forse le cose cambierebbero e se si parla di scissione si arriverebbe forse a un "ora o mai più". Ma chi può dirlo?".