SUL PNRR IL GOVERNO NON VUOLE MOLLARE NEANCHE UN EURO. MA IL TEMPO PER TRATTARE CON BRUXELLES STA SCADENDO – IN PARLAMENTO, RAFFAELE FITTO ASSICURA CHE VERRANO UTILIZZATI TUTTI I FINANZIAMENTI DEL RECOVERY MA PER CENTRARE GLI OBIETTIVI, I PROGETTI VANNO “RIMODULATI”. UN RITORNELLO CHE SI RIPETE DA SETTIMANE – IL CASO DEGLI ASILI NIDO: È IMPOSSIBILE CREARE 264MILA NUOVI POSTI PER I BAMBINI ENTRO IL 30 GIUGNO. E ALLORA SI CERCA DI SALVARE IL SALVABILE…
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Estratto dell'articolo di Luca Monticelli per “La Stampa”
Il governo vuole spendere tutti i soldi del Piano nazionale di ripresa e resilienza, ma per centrare gli obiettivi, a partire dai 27 in scadenza il 30 giugno, i progetti vanno «rimodulati». Il ministro degli Affari europei Raffaele Fitto confida nel dialogo con la Commissione europea per giungere a un'intesa sulla revisione del piano e – nel corso dell'informativa in Parlamento – annuncia che il pagamento della terza rata da 19 miliardi andrà in porto «nelle prossime ore».
Per ottenere anche la quarta rata, però, l'esecutivo sta trattando con Bruxelles la modifica dei progetti ritenuti ormai irrealizzabili. Il caso emblematico è quello degli asili nido, come ha anticipato ieri questo giornale.
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L'Italia non riuscirà a creare 264 mila nuovi posti per i bambini nelle strutture per l'infanzia entro il 30 giugno di quest'anno. Ci sono comuni in linea con la tabella di marcia e altri in forte ritardo, perciò l'esecutivo sta trattando con l'Europa per spostare il target a giugno 2026 senza perdere i soldi. «Non stiamo mettendo a rischio gli asili nido, stiamo lavorando per salvare questo obiettivo che vale 4,6 miliardi di finanziamenti», sottolinea il ministro. «Dobbiamo trovare soluzioni compatibili – insiste – sia nel confronto con la Commissione, sia con l'Anci».
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Fitto si difende dalle accuse di aver smantellato la governance del Pnrr causando ulteriori ritardi nell'attuazione: «Il dpcm del nuovo decreto è stato firmato stamani (ieri, ndr), questo vuol dire che la nuova governance non ha causato ritardi perché non è ancora stata attuata». Non ci sono «opere a rischio», garantisce il ministro, «l'Italia vuole spendere bene tutte le risorse e il Sud può trovare nelle politiche di coesione un altro elemento decisivo e fondamentale per lo sviluppo».
Tuttavia, l'esponente di Fratelli d'Italia non fornisce dettagli su quali progetti del Pnrr saranno spostati sui fondi coesione per guadagnare tre anni di tempo, visto che la rendicontazione arriva al 2029.
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Esce definitivamente di scena dal Pnrr la riqualificazione degli stadi di Venezia e Firenze, una responsabilità che il ministro riconduce al governo Draghi quando il 22 aprile del 2022 approvò con decreto interministeriale i piani urbani integrati delle due città. «Stiamo predisponendo delle misure per superare queste difficoltà, ma è evidente che la questione degli stadi non riguarderà più l'interlocuzione con l'Europa». […]
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