SUL PNRR È VIETATO SBAGLIARE – NEL SUO INCONTRO CON IL COMMISSARIO EUROPEO PAOLO GENTILONI, IL MINISTRO RAFFAELE FITTO HA RICEVUTO L'ENNESIMO ULTIMATUM: L'EUROPA È DISPOSTA A CONCEDERE FLESSIBILITÀ SOLO SUI TEMPI PER INVESTIMENTI E GARE D'APPALTO, MA NON SULLE RIFORME – SEMPRE PIÙ PROBABILE UN DECRETONE LAST MINUTE TRA NATALE E CAPODANNO PER CHIUDERE I PROGETTI ANCORA PENDENTI (ALMENO 15 SU 55) - INTANTO SALVINI SEGNA UN PUNTO SUL NUOVO CODICE DEGLI APPALTI E TOGLIE POTERI ALL’AUTORITÀ ANTI-CORRUZIONE, CHE REPLICA CRITICANDO DURAMENTE LE MODIFICHE...
-1. PNRR: P.CHIGI,OK A 40 OBIETTIVI,15 IN VIA DI FINALIZZAZIONE
(ANSA) - "Nel dettaglio, dopo il serrato confronto di questi giorni con tutti i Ministeri interessati, su 55 obiettivi da conseguire al 31 dicembre 2022, ne sono stati pienamente raggiunti 40. I restanti 15 sono stati tutti avviati e in corso di finalizzazione".
Lo si legge in una nota di Palazzo Chigi dopo la seconda riunione della Cabina di regia sul Pnrr coordinata dal Ministro per gli Affari Europei la Coesione Territoriale e il Pnrr Raffaele Fitto, per monitorare lo stato di attuazione degli obiettivi del Piano con particolare riferimento alla prossima scadenza del 31 dicembre 2022.
2. PNRR: FITTO AI MINISTRI, GUARDIAMO TUTTO, FINO AL 2026
(ANSA) - "Concentrarsi su valutazioni complessive che abbraccino una visione di tutto l'arco di Piano al 2026". Questo il "metodo per il futuro suggerito da Raffaele Fitto, ministro per gli Affari europei, le politiche di coesione e il Pnrr, agli altri ministri durante la cabina di regia sullo stato di attuazione del Piano. Fitto, come spiega una nota di Palazzo Chigi, ha ringraziato tutti i partecipanti per il "grande lavoro".
3. PNRR: P.CHIGI, CENTRARE ULTIMI OBIETTIVI NEI TEMPI PREVISTI
(ANSA) - Alla riunione della cabina di regia sul Pnrr "hanno preso parte i Ministri e i rappresentanti di tutti i Ministeri coinvolti, che hanno illustrato lo stato di attuazione di ciascun target e milestone di propria competenza. Lo scopo è quello di raggiungere i restanti obiettivi nel pieno rispetto dei tempi previsti". Così una nota di Palazzo Chigi.
4. PNRR, FITTO DA GENTILONI PER MEDIARE CON L'UE L'ANTICORRUZIONE BOCCIA IL CODICE DEGLI APPALTI
Estratto dell’articolo di Alessandro Barbera per “La Stampa”
Stare nei panni di Raffaele Fitto in questi giorni non è affar semplice. Il ministro degli Affari comunitari, a cui Giorgia Meloni ha affidato tutti i poteri sul Piano nazionale delle riforme, è costretto a rincorrere le scadenze. Entro il 31 dicembre deve rispettare ben 55 obiettivi, pena la cancellazione della seconda rata dell'anno da venti miliardi del sussidio europeo.
Ieri a Bruxelles ha incontrato Paolo Gentiloni, ma soprattutto alcuni funzionari che si occupano in prima persona del caso italiano. Oggi ci sarà una cabina di regia con Giorgia Meloni e il via libera del Consiglio dei ministri a due obiettivi, uno dei quali rilevanti, per la riforma dei servizi pubblici locali.
Arrivare in tempo per le vie ordinarie è molto difficile, per questo Fitto ha preannunciato al commissario italiano all'Economia l'ipotesi di un decreto da approvare fra Natale e capodanno. La certezza ancora non c'è, ma le probabilità che il governo sia costretto alla scorciatoia sono molto alte.
Alternative il governo non ne ha: durante l'incontro a Bruxelles, Gentiloni ha spiegato che l'unica flessibilità possibile da parte della Ue è sui tempi necessari per investimenti e gare d'appalto, mentre è impossibile ottenerla sulle riforme, il cui destino dipende essenzialmente dalla volontà politica di approvarle. Le parole in Parlamento del ministro del Tesoro Giancarlo Giorgetti a proposito del no italiano al nuovo fondo salva-Stati non aiutano gli sforzi di mediazione. Dei diciannove Paesi dell'area euro, l'Italia è l'unico che non ha ancora ratificato.
Durante la cabina di regia oggi Meloni e Fitto attendono dai ministri un resoconto preciso di tutti i provvedimenti in scadenza ancora da approvare. In alcuni casi si tratta di meri atti amministrativi la cui approvazione dipende essenzialmente dalle singole burocrazie. Poi c'è l'enorme questione dell'attuazione degli investimenti, su cui invece da parte della Commissione c'è la massima disponibilità.
Una delle molte soluzioni ai ritardi è l'approvazione di un nuovo codice degli appalti, di cui si è discusso per mesi e nel frattempo vidimato dal Consiglio di Stato poco prima dell'uscita da Palazzo Chigi di Mario Draghi. Con un però: dopo l'arrivo di Matteo Salvini al ministero delle Infrastrutture (il dicastero competente in materia) si è deciso di rimettere mano al testo, e introdurre ulteriori semplificazioni. L'attivismo del leader leghista ha creato un po' di scompiglio anche negli uffici legislativi di Palazzo Chigi, ma alla fine un accordo lo si è trovato.
Non è comunque finita qui: dopo il primo via libera (oggi) dei ministri il testo dovrà passare dal parere delle Camere, e tornare a Palazzo Chigi per il definitivo sì. Secondo il cronoprogramma del Pnrr, il nuovo codice deve essere in vigore entro marzo.
Il nuovo testo, già modificato in passato, servirà essenzialmente a semplificare, accelerare e ridurre al massimo l'uso della carta.
In materia di appalti pubblici il confine fra la troppa burocrazia ed eccesso di semplificazioni è alto, e così, puntuali, ieri sono arrivati i rilievi dell'Autorità per l'anticorruzione (Anac), che chiede al governo di ripensare ad alcune delle ultime modifiche. […]
5. APPALTI PASSA LA LINEA SALVINI MENO POTERI ALL'ANTICORRUZIONE
Estratto dell'articolo di Giuseppe Colombo, Valentina Conte per “la Repubblica”
Anac depotenziata. Appalti integrati, con il progettista anche esecutore che decide le varianti e alza il costo: ampliati a tutti gli appalti, non solo quelli "complessi", più grandi, e quindi quasi liberalizzati. Soglia per gli affidamenti diretti: alzata da 100 a 500 mila euro. Garanzia che versano le imprese vincitrici di gara: dimezzata dal 2 all'1%.
Oggi arriva in Consiglio dei ministri la riforma degli appalti. Rispetto al testo di 230 articoli del 7 dicembre, messo a punto dal Consiglio di Stato, la nuova bozza tiene conto di alcuni desiderata della Lega: ufficialmente per semplificare, in pratica per allargare le maglie di controlli e paletti. Così si spiega la reazione dell'Autorità anticorruzione: «Ci sono tre criticità, il governo ci ripensi». Il nuovo codice è un obiettivo del Pnrr e deve entrare in vigore tassativamente entro il 31 marzo.
L'alert sul disegno del governo lo lancia il presidente dell'Autorità Giuseppe Busia: «Semplifichiamo bene, garantiamo la realizzazione del Pnrr, ma nella trasparenza e nella chiarezza». Un messaggio centrato su tre punti critici, che l'Authority chiede di cancellare dal decreto. La materia più delicata è il controllo sui conflitti d'interesse, come quello del Rup, il responsabile unico del procedimento, in un appalto: un articolo del nuovo Codice riduce i poteri dell'Anac su questa materia.
Lo stesso fa un'altra norma, relativa alle verifiche sulle Soa, gli organismi che attestano il possesso, da parte delle imprese, dei requisiti economici e organizzativi per partecipare alle gare: le competenze dell'Anac sono spuntate, le maglie si allargano per le imprese coinvolte negli appalti con importi consistenti.
Il terzo punto riguarda la soppressione dell'elenco delle società in house, gestito dalla stessa Anac: uno strumento indispensabile per controllare e verificare lo stato dei servizi, di fatto un monitoraggio per capire se gli stessi servizi potevano essere più efficienti con gare aperte sul mercato. […]
Ma se l'Authority invita alla prudenza, Salvini vuole invece molto di più. Un mese fa pretendeva di «eliminare il 50% delle parole». Il decreto che sarà esaminato oggi dal Cdm ha la sua firma, oltre a quella di Giorgia Meloni, e per ora, è la linea, va bene così. L'obiettivo è portare a casa i primi risultati - e ci sono - invece che far saltare tutto. […]
Il leader della Lega punta al passaggio in Parlamento, dopo il via libera del Cdm. Nelle commissioni competenti per i pareri proverà ad allargare ancora il perimetro della deregulation. Nel mirino, ancora, gli appalti integrati. E anche la procedura negoziata senza bandi. L'idea è di andare veloci con le opere pubbliche, aiutare le piccole e medie imprese, oltre alle grandi, non disturbarle. Il rischio è più corruzione e meno sicurezza nei cantieri.