LA POLITICA È FERMA PER IL CORONAVIRUS? E ALLORA COMINCIANO LE GRANDI MANOVRE PER IL QUIRINALE - L'EMERGENZA NAZIONALE BLINDA IL CONTE-BIS E COSÌ RIPRENDE LA CORSA PER IL COLLE - CI SPERANO CONTE, PRODI E VELTRONI. MA CI FANNO UN PENSIERINO ANCHE GENTILONI E FRANCESCHINI - DRAGHI (E MATTARELLA) PERMETTENDO...
-Marco Antonellis per Dagospia
Il Coronavirus sta dettando tempi e modi della politica italiana. A cominciare dal rinvio del referendum confermativo sul taglio dei parlamentari che si sarebbe dovuto tenere il 29 marzo. Il decreto Cura Italia (liberato soltanto stanotte) lo rinvia all'autunno stabilendo che il termine entro il quale è indetto è fissato in 240 giorni dalla comunicazione dell'ordinanza che lo ha ammesso, che risale a fine gennaio. Ma l'emergenza epidemia avrà riflessi anche su partite ben più importanti come quella del futuro Capo dello Stato.
Ormai in quel che resta del Transatlantico si dà per scontato, stante la situazione di emergenza nazionale, che il Conte 2 (salvo clamorosi peggioramenti della situazione sul fronte sanitario o economico) possa andare avanti fino allo scoccare del semestre bianco e quindi arrivare all'elezione del successore di Sergio Mattarella. Per questo c'è chi comincia a muoversi, conscio che azzeccare le mosse ora possa servire di viatico per la futura corsa al Colle.
Su tutti, fanno notare parlamentari di maggioranza, lo stesso Premier Conte che da un approccio di unità nazionale alla lotta al Coronavirus potrebbe uscirne rafforzato. Ma non è il solo: anche due pezzi da novanta del Pd come Walter Veltroni e Romano Prodi (che potrebbe uscire rafforzato da un maggiore peso della Cina negli equilibri mondiali passata l'emergenza) cominciano a giocare le loro carte, preparando il terreno a suon di libri, interviste e comparsate televisive.
Altro "papabile" è Paolo Gentiloni, forte del suo nuovo ruolo europeo che lo sta portando a dialogare costantemente con le influenti capitali di Parigi e Berlino. Chi ci spera è anche Dario Franceschini, in grado di sfoggiare ottime relazioni con tutti gli attuali uomini del Colle.
Ma su tutti, ovviamente, spicca il nome di Mario Draghi; l'unico veramente in grado di unire tutto l'arco costituzionale e di mettere d'accordo maggioranza e opposizione. Resta poi l'incognita Mattarella: succederà a se stesso come già accaduto per Giorgio Napolitano? "Se resta questo parlamento è assolutamente possibile" spiegano parlamentari di primo piano. Anche perché, aggiungono, "è l'unico che i grillini voterebbero senza fiatare".