POLITICA L’È MORTA - MENTRE DRAGHI PROVA A RIAGGANCIARE L’ITALIA ALL’EUROPA CON LE RIFORME FERME NEL CASSETTO DA ANNI, I PARTITI SONO INCAPACI DI DARE RISPOSTE E PER QUESTO SCARICANO L’UNO SULL’ALTRO IL LORO NERVOSISMO - LETTA E SALVINI STREPITANO, MA È TUTTA SCENA: AD AGOSTO INIZIA IL SEMESTRE BIANCO, NEL QUALE NON SI POSSONO SCIOGLIERE LE CAMERE, CHE TERMINA A GENNAIO. MA I PARLAMENTARI CONSOLIDANO LA PENSIONE SOLO A SETTEMBRE DEL 2022…
-Marco Conti per "il Messaggero"
Trasformare un centometrista in un maratoneta non è questione di muscoli ma di prospettiva. Le prossime due settimane si annunciano cruciali per il nuovo pacchetto riaperture, il via libera al decreto sostegni-bis, alle semplificazioni e alla struttura della cabina di regia che gestirà il Recovery.
Eppure le forze politiche si agitano come se si dovesse andare al voto tra una settimana e l' interesse collettivo, che solo tre mesi fa dicevano di aver messo al primo posto votando la fiducia a Mario Draghi, ha lasciato il posto alla solita contrapposizione da campagna elettorale.
LA MISSION
Polemiche che sinora non hanno coinvolto direttamente l' azione e le scelte del presidente del Consiglio, ma che certo non lo aiutano a raggiungere rapidamente gli obiettivi. Soprattutto i partiti sembrano sottovalutare come il ruolo che Draghi potrà svolgere in Europa quando si discuterà del nuovo assetto e delle regole che dovrebbero sostituire il patto di stabilità, dipende molto da come l' Italia dimostrerà di saper utilizzare le risorse del Recovery.
Invece Giorgia Meloni prenota la poltrona di palazzo Chigi, il M5S si accartoccia su se stesso, Pd e Lega incrociano le spade discutendo della prospettiva da dare al governo. Enrico Letta chiede a Draghi «una nuova missione», come se non bastasse quella che ha o fossero da rivedere i compagni di strada (Lega ndr).
Matteo Salvini, mentre sostiene le riforme della ministra Marta Cartabia, raccoglie firme per otto referendum Radicali sulla giustizia e dimostra la sua insofferenza dicendo che vorrebbe Draghi al Quirinale, in modo da accorciare la legislatura e andare al voto nel timore del sorpasso di FdI.
Dispute continue tra leader e partiti che a breve dovranno però scoprire le carte e dare seguito, con atti parlamentari, a quel pacchetto di riforme contenute nel Pnrr. Il tempo dei rinvii è finito e quello della propaganda volge al termine visto che il cronoprogramma prevede 48 riforme in un anno e mezzo.
A fine settembre il governo deve aver portato a casa le riforme sulla giustizia, che rappresentano il primo e decisivo passo per ottenere i fondi del Recovery e sulle quali il M5S si è già messo di traverso. Prima ancora è attesa la riforma della pubblica amministrazione e la legge sulla concorrenza.
Il chiacchiericcio e le polemiche sinora non hanno intralciato il lavoro di Mario Draghi che procede tenendo fermo il programma sul quale ha ottenuto la fiducia in Parlamento. Nel programma c' è l' adesione a quel vincolo esterno rappresentato dalla pioggia di miliardi del Recovery Plan al quale non intendono rinunciare tutte le forse politiche, compresa FdI.
Il Pnrr aggancia l' Italia all' Europa con l' impegno a varare riforme ferme nel cassetto da anni. Anche se il vincolo esterno - teorizzato da Guido Carli, ministro del Tesoro - è l' unica arma che hanno i partiti di sopravvivere intestandosi il merito di aver portato fuori il Paese dalla crisi economica seguita a quella pandemica, rispuntano i vecchi vizi. Soprattutto l' incapacità delle forze politiche - mostrata in questa legislatura - di offrire al Paese una soluzione di governo solida.
Un' incapacità certificata da tre diverse maggioranze in una sola legislatura, da una serie infinita di consultazioni al Quirinale e infine dall' arrivo a palazzo Chigi di un tecnico come Draghi che si cerca di tenere alla guida del governo sino alla fine della legislatura chiedendo a Sergio Mattarella il sacrificio di restare ancora qualche anno al Quirinale in modo da evitare le elezioni anticipate e di mettere a rischio il Recovery.
LE URNE
Ad agosto inizia il semestre bianco, nel quale non si possono sciogliere le Camere. Nuove fibrillazioni sono da mettere in conto anche se il semestre bianco termina a gennaio e la pensione i parlamentari la consolidano solo a settembre del 2022.
Se si considera che la riforma dell' erogazione della pensione dei parlamentari - possibile solo dopo quattro anni, sei mesi e un giorno - venne battezzata ironicamente da Franco Marini come «la più grande riforma che stabilizza le legislature», si comprende come sarà molto difficile a Salvini anticipare le urne.
Stretti dal vincolo esterno europeo che hanno sottoscritto e dai tempi di una legislatura iniziata male, i partiti sinora hanno scaricato l' uno sull' altro il proprio nervosismo. Se però dovessero coinvolgere Draghi, mettendo in discussione il timing e i contenuti delle riforme, il rischio per l' Italia sarebbe enorme tanto più che in Germania la campagna elettorale di settembre ha tra i temi come e se riformare il patto di stabilità.