POLVERE DI 5 STELLE – SUL CASO RAGGI, DI MAIO EVOCA LE DIMISSIONI DELLA SINDACA: "IN CASO DI CONDANNA INTERVERRÀ IL NOSTRO CODICE ETICO"- TORNA IN CANTINA LA SVOLTA GARANTISTA: TORNA IN AUGE IL MOVIMENTISTA FICO E LA LINEA DURA
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Stefania Piras per il Messaggero
Gli ortodossi tornano di moda. «Se Virginia Raggi sarà condannata noi non saremo garantisti, interverrà il nostro codice etico». Lo ha detto Luigi Di Maio ieri sera a Di Martedì. E il codice etico recita: «E' considerata grave e incompatibile con il mantenimento di una carica elettiva quale portavoce del Movimento 5Stelle la condanna, anche solo in primo grado, per qualsiasi reato commesso con dolo». Dimissioni, dunque.
C'è un grande ritorno alle origini in casa Cinque Stelle che deluderà gli affezionati di Raggi. Deluderà il consigliere capitolino Enrico Stefano che quando aveva appreso della richiesta di rinvio a giudizio della sindaca si era spinto fuori dagli steccati concedendosi lunghe e larghe digressioni: «Valutiamo caso per caso», disse. Ma non è così. Ai piani alti si prendono le contromisure a quella richiesta di rinvio a giudizio da tempi non sospetti, e si mette in conto anche la condanna di Raggi. Ergo, il suo allontanamento dalla carica
Del resto il codice capestro firmato prima delle elezioni dalla sindaca è ancora più netto: «Il sindaco... assume l'impegno etico di dimettersi se, durante il mandato, sarà condannato in sede penale, anche solo in primo grado».
Nelle chat e nelle segrete stanze tutti sanno, soprattutto i parlamentari, che il codice etico M5S non è aggirabile. Già si è tentato, appunto, di mettere nel cassetto quello controfirmato dalla sindaca quando si candidò, lo si capisce quando il principe della mediazione politica del Movimento, Di Maio, decide di sgomberare qualsiasi dubbio sul futuro di Raggi. E' di nuovo lei il termometro delle tensioni dentro il M5S. Di Maio ha detto che se Raggi verrà condannata sarà automaticamente fuori dal M5S. Lo dice il Regolamento, lo dice l'avvocato Ciannavei che cura queste pratiche burocratico politiche per Beppe Grillo, lo dice da sempre il patto non scritto dei pentastellati. D'altronde era la stessa Virginia Raggi che quando era consigliera di opposizione chiedeva a gran voce di cacciare indagati e condannati.
La svolta garantista che aveva caratterizzato gli ultimi mesi torna in cantina. La fiducia sulla legge elettorale, che di fatto condanna i pentastellati di Di Maio ad altri cinque anni di fiera opposizione, riporta in auge il movimentista Fico e la linea dura. Altro che «caso per caso».