“I POPULISTI FANNO VINCERE LA SINISTRA” - LA SINTESI DI BERLUSCONI DOPO IL VOTO IN FRANCIA E’ UN CONTROPELO A SALVINI E AL SUO LEPENISMO MOSCIO - IL CAVALIERE: “LA LEGA SI CALMI, GLI ELETTORI MODERATI, CHE SONO LA GRAN PARTE, CHE SONO I NOSTRI ELETTORI, NON VOTERANNO MAI I COSIDDETTI SOVRANISTI”
C.L. per la Repubblica
Salvini ha poco da festeggiare. E da candidarsi alla guida del centrodestra. Per Silvio Berlusconi il primo round francese è la conferma dei suoi sospetti e dei timori: «Questi signori che urlano, i populisti, sono buoni solo a far vincere la sinistra, sono i loro migliori alleati».
Sta accadendo a Parigi, dove tra due settimane la partita - vista dall' osservatorio di Arcore - è già segnata, nonostante il buon risultato del Front National. E rischia di ripetersi a Roma tra qualche mese, semmai la coalizione fosse guidata dal Matteo leghista. Perché «gli elettori moderati, che sono la gran parte, che sono i nostri elettori - sono parole del Cavaliere - non voteranno mai i cosiddetti sovranisti, piuttosto regalano la vittoria agli altri».
È l' analisi amara che il leader forzista fa in serata coi pochi dirigenti coi quali commenta al telefono il risultato d' Oltralpe. Una tesi che tuttavia lo galvanizza, al contempo: «Al secondo turno accadrà quel che è sempre accaduto, la Le Pen si rivelerà il miglior alleato di Macron e gli consegnerà la Francia». L' ordine di scuderia perciò è quello di tenere testa e contrastare a tutto spiano i trionfalismi di Salvini, che pure si sente - da ieri sera ancora di più - il candidato premier in pectore del centrodestra italiano.
«Ha poco da festeggiare», commenta a porte chiuse il Cavaliere che ha deciso, come avvenuto dopo il successo di Trump a novembre negli Usa, di non sbilanciarsi o esprimere giudizi in pubblico. Perché punta a tornare al governo, ne è convinto, e da lì «dialogherà indifferentemente con chi verrà eletto dai francesi», spiegano dallo staff. Altra cosa è il Berlusconi privato, convinto che l' Italia sia un' altra cosa. Intanto perché «qui ci sono io e da solo, se sarà cancellato l' impedimento della Severino, potrò capovolgere l' esito del voto».
Se proprio dovesse fare un paragone, l' ex premier si sentirebbe più vicino al candidato "azzoppato" del centrodestra d' Oltralpe Francois Fillon: «Lo hanno messo fuori gioco con le inchieste e con gli scandali, altrimenti non avrebbe avuto rivali tra due settimane», sostiene. E il non detto è chiaro: hanno fatto a lui quel che è capitato a me in Italia.
Fuori da Arcore però Forza Italia è una babele di linee e interpretazioni. C' è l' ex socialsita Renato Brunetta che quasi canta vittoria per Macron.
«Diventerà lui il presidente, anche con ampio margine, e avrà la grande responsabilità di farsi carico di tutti coloro che in Francia vogliono cambiare questa Europa» dice il capogruppo alla Camera. Ma non è il candidato del centrosinistra? «Ma no, è un socialista che ha lasciato la sinistra per collocarsi al centro con grande intelligenza, è un lib-lab come lo sono io e come noi dice sì all' Europa ma non a questa, all' Europa tedesca, delle lacrime e sangue, dei Fiscal Compact. L' amico Salvini festeggia? Saluta una sconfitta certa della Le Pen. In Italia il centrodestra sarà guidato dal partito che avrà più voti nella coalizione, lo decideranno le elezioni, nessun altro».
Vede Macron e vede rosso invece Maurizio Gasparri, che in serata spedisce a una decina di amici un sms con cui li invita: «Colleghi, noi non abbiamo alcun obbligo di prendere una posizione, non votiamo in Francia, dunque, nessun sostegno a Macron che non è certo il salvatore della Patria». Altro che lib-lab.
«Ma quando mai, lui ce l' ha con la Russia, è un burocrate banchiere, ma che c' entra poi con noi? - si inalbera il senatore - Da gollista sono incazzato per l' autogol fatto dagli amici francesi che hanno rinunciato alla vittoria tenendosi Fillon anche sostituirlo dopo gli scandali». Quindi si passa dalla diplomatica Mariastella Gelmini («Le elezioni francesi una lezione, si vince quando si è uniti guardando anche ai moderati, come ha sempre fatto Berlusconi») alla pasionaria Daniela Santanché. Unica a schierarsi a spada tratta con la Le Pen: «È l' unica vera leader tra gli sfidanti, con lei finalmente una donna con idee chiare su lotta all' immigrazione e terrorismo».