IL POTERE HA UN NOME E UN COGNOME: GIANNI LETTA! – SI FA CHIAMARE DOTTORE E DÀ DEL LEI A TUTTI, PREFERISCE L’ONOMASTICO AL COMPLEANNO E DAVA UNA VENTINA DI APPUNTAMENTI AL GIORNO – FRAMMENTI DA “IO SONO IL POTERE" DI GIUSEPPE SALVAGGIULO SULL’EMINENZA AZZURRINA: “NON OFFRE MAI NIENTE. ANCHE UN CAFFÈ O UN BICCHIERE D’ACQUA E INCORAGGEREBBERO DIVAGAZIONI INUTILI” – IL SUO UFFICIO AVEVA TRE SALE D'ASPETTO SEPARATE E NON COMUNICANTI, IN MODO CHE…
-
Frammenti da "Io sono il potere. Confessioni di un capo di gabinetto" di Giuseppe Salvaggiulo, edito da Feltrinelli (pagine 28a euro 18), raccolti da Giorgio Dell’Arti per “la Repubblica”
Quando la lista dei ministri era già compilata, Pomicino annunciò ad Andreotti l'intenzione di non entrare nel governo. "Perché?" sibilò sorpreso Andreotti. E Pomicino: "Presidente, perché ha indetto la prima riunione del Consiglio dei ministri venerdì alle 8. Io abito sull'Appia, a che ora dovrei uscire di casa?". A fatica Andreotti, che era mattiniero e andava a messa all'alba, accettò di posticiparla di un'ora».
Dottore
Gianni Letta, che si fa chiamare dottore e dà del lei a tutti.
Onomastico
Gianni Letta preferisce l'onomastico al compleanno.
Letta
Gianni Letta lavorava tra le 15 e le 16 ore al giorno. Riceveva dalle 6 alle 21. Sempre puntualissimo.
Appuntamenti
Gianni Letta dava una ventina di appuntamenti al giorno, più o meno settemila all'anno.
Lina
Nessuno, o quasi, ha il cellulare di Gianni Letta. Per parlargli si passa per la sua segreteria o per la segretaria particolare, la mitica signora Lina.
Attesa
L'ufficio di Gianni Letta aveva tre sale d'aspetto separate e non comunicanti, in modo che gli altri ospiti non sapessero mai chi c'era nelle altre.
Ricevimento
Le tre modalità di ricevimento di Gianni Letta: 1) lui dietro la scrivania, tu dall'altra parte a testimoniare una formale distanza e mancanza di confidenza; 2) il dottore che si alza e si siede davanti alla scrivania insieme a te, segno che esiste già un rapporto di fiducia; 3) il dottore che ti onora del massimo rango di privilegio, al punto che si alza dal suo posto, ti riceve in piedi e poi ti porta con lui sul divanetto del salotto all'angolo.
Bocca piena
«Gianni Letta non offre mai niente. Anche un semplice caffè o un bicchiere d'acqua farebbero perdere tempo e incoraggerebbero divagazioni inutili, se non incresciose.
Pasticcini e salatini, neanche a parlarne.
Non per tirchieria o scarsa ospitalità, ma in ossequio a una delle regole fondamentali del galateo istituzionale: mai cibo per gli ospiti. Li si mette in difficoltà perché non potendo rifiutare il cibo offerto, sarebbero costretti a parlare con la bocca piena».
Subito
«Mi attivo subito» (frase ricorrente di Gianni Letta).
Scalfaro
Dopo le elezioni del 1994, a cui Gianni Letta non aveva partecipato «rimanendo in azienda con Confalonieri » perché contrario alla discesa in campo, Berlusconi lo chiamò: «Devo arrivare a Roma ma non conosco nessuno, aiutami». «Questo posso farlo».
La prima cosa che fece Letta fu telefonare a Oscar Luigi Scalfaro, per chiedere un appuntamento riservato prima dell'avvio delle formali consultazioni con i partiti. L'obiettivo era sondare le intenzioni del presidente della Repubblica. Fu la prima volta, e in segreto, che il capo dello Stato vide Berlusconi, accompagnato da Letta.
A sorpresa Scalfaro, che pur lo detestava, disse a Berlusconi: «Lei ha vinto le elezioni, quindi io le conferirò l'incarico di formare il governo. Ma non pensi di andare a Palazzo Chigi senza questo signore».
Autisti
Da sottosegretario, Gianni Letta aveva due macchine e quattro autisti.
Decoder
«Arriva Berlusconi con il suo decoder» (Paolo Cirino Pomicino a proposito di Gianni Letta).
Insetti
«Una volta era un circo di nani e ballerine. Avevano una certa dignità. Ora ci sono solo insetti» (Rino Formica).
Bordello
I decreti legge sono il bordello della Repubblica. Vietati dallo Statuto Albertino e introdotti da Mussolini, furono codificati dai padri costituenti per "casi straordinari di necessità e di urgenza". Terremoti, emergenze finanziarie, crisi internazionali.
Cose così, in cui sono in gioco interessi supremi e non c'è tempo per convocare mille parlamentari, discutere, votare.
Salsicce
«Se vi piacciono le leggi e le salsicce non chiedetevi come vengono fatte».