POVERO, SERGIONE: L'HANNO COSTRETTO A FARSI LA DOCCIA! - PANARARI SULLA CERIMONIA D’APERTURA DELLE OLIMPIADI DI PARIGI: “L'IMMAGINE CHE ABBIAMO DAVANTI AGLI OCCHI È QUELLA DI SERGIO MATTARELLA LASCIATO SOTTO LA PIOGGIA BATTENTE CON QUELLO STRACCETTO DI IMPERMEABILINO TRASPARENTE MENTRE MACRON STA ALL'ASCIUTTO. UNA SBAVATURA INACCETTABILE DEL PROTOCOLLO, OLTRE CHE DEL GALATEO ISTITUZIONALE. IL PROTOCOLLO NON AVEVA FUNZIONATO MEGLIO LA SERA PRIMA, QUANDO OLTRE 80 CAPI DI STATO, ERANO STATI COSTRETTI AD ASPETTARE UN'ORA L'ARRIVO DI MACRON…”
-Estratto dell’articolo di Massimiliano Panarari per “la Stampa”
Le Olimpiadi costituiscono uno degli «eventi mediali» per antonomasia. La cerimonia d'apertura si è così convertita da qualche tempo in uno show di rilievo, oltre che in un'occasione di soft power per il Paese ospitante.
[...] Malauguratamente, tuttavia, in un appuntamento che ha celebrato l'inclusione, gli organizzatori francesi e [...] anche i loro vertici politici si siano bellamente dimenticati che a sopportare senza fare una piega il meteo di ieri possono giustappunto essere solo dei campioni olimpionici.
L'immagine che abbiamo tutti davanti agli occhi è quella del nostro Presidente della Repubblica Sergio Mattarella che, a differenza del leader del mondo libero Joe Biden, ha certo una fibra molto solida, ma non poteva e non doveva essere lasciato sotto la pioggia battente con quello straccetto di impermeabilino trasparente.
Non si trattava di un'assurda prova di resistenza fisica, ma di un evento in mondovisione per il quale la nazione tuttora innamorata della sua grandeur è letteralmente scivolata su una pozzanghera. Lasciare praticamente all'addiaccio i capi di Stato è qualcosa di inusitato, che a voler essere molto gentili ed eufemistici rappresenta una sbavatura incomprensibile e inaccettabile del protocollo, oltre che del galateo istituzionale minimo.
Il Capo dello Stato, mentre Macron sta all'asciutto, aspetta elegantemente il passaggio della delegazione italiana e poi, assieme alla figlia, va a cercare riparo all'ambasciata italiana. Il protocollo non aveva funzionato meglio la sera prima, quando, assieme ad altri ottanta capi di Stato, il presidente della Repubblica era stato costretto ad aspettare un'ora l'arrivo di Macron. Per poi essere costretto a tavola per altre due ore.
Insomma, mentre Giove Pluvio infieriva il Paese che si fa vanto della copertura della sua force de frappe nucleare non ha saputo assicurare un ombrello sulla testa delle autorità di mezzo mondo convenute a Parigi per salutare i propri atleti. [...]
Un pot-pourri di musica, danza, patrimonio artistico-letterario e cultura di massa per mettere in scena l'ecumenismo dello sport, e per presentare la Francia al Villaggio globale oggi sconquassato dalla deglobalizzazione guerresca innescata dalle autocrazie, in primis la Russia che non è presente in quanto nazione. E, soprattutto, per raccontare al mondo Parigi, autentica «città-mondo» e vetrina del multiculturalismo. [...]
Ecco, uno spettacolo molto contemporaneo anche quando ha offerto la sua narrazione visiva del cancan. La civilisation francese di ieri e quella di oggi che aspira al futuro, senza prendersi troppo sul serio (per parare i colpi di quello che in tanti pensano nel resto del mondo). Un'impressionante "macchina teatrale" itinerante, che ha collocato ogni momento e ogni episodio su un piano orizzontale – puro distillato di postmodernismo – all'insegna di un ritmo travolgente.
Missione compiuta, da questo punto di vista, e uno spettacolone pop avvincente. Peccato "soltanto" per l'assai spiacevole e grave intermezzo a cui è stato costretto, insieme a varie altre persone, il Presidente Mattarella…