POVERO TRIA, BECCA UN CEFFONE ANCHE DALLA RAGGI - LA SINDACA VA ALL’ATTACCO: "DALLA MANOVRA SONO SPARITI I 180 MILIONI PER LE BUCHE DI ROMA. SE TRIA CONTINUA IN QUESTA DIREZIONE NON FA UN TORTO A ME MA A ROMA E AI ROMANI" - DIFFICILE CHE L’AFFONDO NON SIA STATO CONCORDATO CON I VERTICI M5S, CHE HANNO DICHIARATO GUERRA AL MINISTRO DELL’ECONOMIA...
-Simone Canettieri e Fabio Rossi per “il Messaggero”
Virginia Raggi contro Giovanni Tria. Un inedito che si inserisce nell' ampia letteratura che vede il M5S sempre all' attacco di via XX Settembre. La sindaca va all' attacco del ministro dell' Economia per i 180 milioni di euro per le buche di Roma, scomparsi dalla manovra.
Fondi che però potrebbero rientrare - salvo sorprese - con gli emendamenti che presenteranno i grillini alla Camera. Il tutto in un gioco di sponde con Laura Castelli, vice di Tria proprio al Mef. Queste le parole della prima cittadina della Capitale: «Penso che se Tria continua in questa direzione non faccia un torto a Virginia Raggi, ma a Roma e a tutti i romani.
Mi batterò in parlamento perché questi fondi vengano mantenuti. Erano 60 milioni per il triennio. Alla fine si dice sempre tutti vogliono bene a Roma, sembra che siano sempre pronti ad aiutarla, poi quando c' è davvero da fare i fatti, come si dice, i risultati sono questi li vediamo. Spero che Tria ci ripensi e lavorerò per questo».
LA RISPOSTA
Dal ministero dell' Economia lo stop è arrivato con un colpo secco, fermando il piano di soccorso al Campidoglio che era stato tentato da Danilo Toninelli. Il ministro delle Infrastrutture aveva chiesto ai Comuni, e a Roma in primis, di presentargli una lista della spesa degli interventi più urgenti da mettere in cantiere sul fronte della manutenzione stradale.
E La Capitale, dall' alto del 5.500 chilometri della sua martoriata rete viaria, ha presentato un conto molto alto. Ma i tecnici di Giovanni Tria hanno rispedito al mittente le richieste dell' asse RaggiToninelli, suscitando le ire soprattutto dell' assessore capitolino al bilancio Gianni Lammetti, che su quei fondi contava per dare ossigeno al prossimo piano investimenti.
L' amministrazione comunale romana rischierebbe così di dover limitare gli interventi di manutenzione straordinaria a un budget di appena 30 milioni annui nel prossimo biennio. L' altolà di via XX Settembre peraltro non ha inizialmente suscitato reazioni palpabili da parte del Movimento 5 Stelle, nonostante da Palazzo Senatorio filtri la speranza dell' emendamento alla legge di Bilancio in Parlamento.
LA PROMESSA
La sindaca in settimana chiamerà direttamente il vicepremier Luigi Di Maio per caldeggiare un suo intervento sulla questione. Anche perché sembra saltare un' altra promessa annunciata da Di Maio la settimana scorsa sull' onda emotiva per la morte di Desirée: un emendamento al dl sicurezza per iniziare a dare più poteri alla Capitale. Nello specifico si era parlato dell' assunzione di 2.000 vigili in più.
Un tema superato dalle tensioni al Senato sul decreto sicurezza e che, come auspicano i grillini, potrebbe entrare in fase di conversione della manovra. Ma il caso ormai è l' attacco di Raggi al ministro Tria sui fondi scomparsi per la manutenzione delle strade romane. «In questa fase diciamo che non è difficile criticare anche con toni aspri il titolare del Mef», spiegano fonti pentastellate.
Non è difficile immaginare infatti che l' affondo sia stato concordato dal Campidoglio con i vertici M5S, di sicuro informati prima della sortita intercettata dai microfoni della trasmissione W l' Italia - Oggi e domani. Sullo sfondo rimangono i rapporti tra Lega e Cinque Stelle: «Roma ha bisogno che non solo ci sia una massima attenzione del sindaco - è il ragionamento di Raggi - ma ha bisogno della massima coesione da parte di tutte le forze politiche da parte del Governo».