PREMIERATO? STOCAZZO! - MATTARELLA DIFENDE LA COSTITUZIONE CHE GIORGIA MELONI VUOLE CAMBIARE: “E’ STATA SCRITTA CON GRANDE SAGGEZZA, E’ SEMPRE ATTUALE E COSTANTE. NON È AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA MA AL PARLAMENTO CHE LA COSTITUZIONE ASSEGNA IL POTERE DI APPORTARE DELLE MODIFICHE. LA DEMOCRAZIA DEVE ESSERE CONTINUAMENTE INVERATA MEDIANTE COMPORTAMENTI CONFORMI ALLA COSTITUZIONE: E QUESTO È COMPITO DI CIASCUNA GENERAZIONE CHE NE È PROTAGONISTA” - E’ UNO SGANASSONE ALLA MELONI CHE PROPRIO IERI HA DETTO CHE LA COSTITUZIONE NON È UN “MOLOCH INTANGIBILE” - IL DISCORSO INTEGRALE DI MATTARELLA
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Estratto dell’articolo di Concetto Vecchio per “la Repubblica”
«La Costituzione - ricorda Sergio Mattarella - è una conquista. Va conosciuta, amata, difesa, vissuta, ogni giorno per accogliere nuovi bisogni, per tutelare chi si trova ai margini, per affrontare le nuove sfide di convivenza e di pace». È una perorazione appassionata che arriva all’indomani dello spot per il premierato di Giorgia Meloni. Ed è come se facesse da scudo.
«La Costituzione - aggiunge il presidente della Repubblica - è stata scritta con grande saggezza e altrettanta perizia, con norme capaci di essere applicate persino a temi allora sconosciuti e a situazioni imprevedibili, che si presentano inevitabilmente nel corso del tempo». Insomma, è ancora giovane, viva. Ed è stata pensata da «brave persone, coraggiose per cittadini altrettanto bravi e coraggiosi». E non è facile diventarlo.
La Carta è un punto di riferimento «sempre attuale e costante. Nessuno può affermate che non lo riguarda». Perciò va difesa. E vanno difesi i suoi valori. Il diritto all’inclusione. Alla rappresentanza. Alla partecipazione. Non a caso ieri ha invitato al voto alle prossime Europee. In altre parole: la democrazia, nella sua pienezza. Dice: «È la Carta Costituzionale che ha generato la nostra Repubblica democratica, ha fatto crescere l’Italia e il suo prestigio nel mondo».
Ieri Meloni aveva detto che non è un «moloch intangibile». […], il Capo dello Stato ha precisato che almeno la prima parte andrebbe lasciata in pace, non banalizzata con micro-interventi: «Da qualche tempo affiora una tendenza a volere inserire nella prima parte della Costituzione nuove disposizioni su argomenti specifici. Quella sua prima parte costituisce, da settantacinque anni punti di riferimento, sempre attuale e costante».
Ciò la trasformerebbe «in un albo di argomenti, vanificandone il senso e il ruolo». Nel febbraio del 2022 il Parlamento, ad amplissima maggioranza, ha infatti modificato gli articoli 9 e 41, introducendo la tutela dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi tra i principi fondamentali. Nel settembre 2023 ha approvato l’inserimento di un comma nell’articolo 33: «La Repubblica riconosce il valore educativo, sociale e di promozione del benessere psicofisico dell’attività sportiva in tutte le sue forme». Dal Colle sembra quindi giungere un monito a non percorrere ulteriormente questa strada.
Mattarella si sottrae allo scontro sul premierato. «Non è al Presidente della Repubblica ma al Parlamento che la Costituzione assegna il potere di apportare delle modifiche».
Il suo è tuttavia un monito sul metodo. «La democrazia deve essere continuamente inverata mediante comportamenti conformi alla Costituzione, da questa ispirati: e questo è compito di ciascuna generazione che ne è protagonista». I principi indicano «modi di vivere che vanno realizzati, messi in pratica con l’esercizio della propria libertà». Mattarella ha fatto un discorso alto, ma a ben guardare anche terribilmente concreto.
MATTARELLA DIFENDE LA COSTITUZIONE «NON AGGIUNGIAMO TEMI PARTICOLARI»
Pubblichiamo l’intervento del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione dell’inaugurazione della sesta edizione di Milano Civil Week, organizzata da Corriere-Buone notizie assieme al Forum terzo settore
Ringrazio «Buone Notizie», Csv, Forum Terzo settore per questo invito a inaugurare — sia pure da remoto — la sesta edizione di Milano Civil Week, dedicata, quest’anno, al tema «La Costituzione siamo noi».
È di grande evidenza l’importanza di un confronto aperto nella società civile sulle modalità di partecipazione alla vita pubblica, da svolgere attraverso un costante percorso di identificazione con la nostra Costituzione. Questa, ponendo al centro la persona umana e i suoi diritti, tutela tutti e ciascuno.
La Costituzione, ieri come oggi, riguarda tutti da vicino. I suoi principi indicano modi di vivere che vanno realizzati, messi in pratica con l’esercizio della propria libertà e per il presente e il futuro comune di quella che viene chiamata, appunto, comunità nazionale. Chi opera nell’ambito della cittadinanza attiva e solidale verifica, giorno per giorno, il valore dell’attenzione alle necessità delle persone, si rende conto di quanto i valori della nostra Carta siano alla base del vivere insieme.
L’incontro di oggi vuole restituire il senso di questo impegno. E richiama l’attenzione sulla necessità di intendere il significato profondo delle parole con cui è costruito il mosaico formato dalle norme della Costituzione. Rivolgo un saluto ai ragazzi che sono intervenuti poc’anzi.
Beatrice, hai ragione. Il lavoro è un diritto, è dignità, è inclusione. E non è un caso che di lavoro parli l’articolo 1 della nostra Costituzione, facendone il fondamento della nostra Repubblica. Così come l’articolo 3 aggiunga non soltanto che ogni cittadino ha eguale dignità, ma che lo Stato deve assicurare che venga rimosso quel che la ostacola.
Quindi buon lavoro a te e agli amici di PizzAut, che vivono e lavorano in un clima di grande amicizia e allegria.
Diego, condivido il tuo traguardo, quello di voler diventare — come dici — «una brava persona». Qualcuno potrebbe ritenerlo un obiettivo semplice, di ridotta portata, dimenticando che l’aggettivo bravo — che viene dal latino — vuol dire anche «coraggioso». E la nostra Costituzione è stata scritta da brave persone, coraggiose, per cittadini altrettanto bravi e coraggiosi.
Mery, le tue parole esprimono la giusta esigenza di un maggiore coinvolgimento delle giovani generazioni nell’impegno politico e in quello che possiamo chiamare il «patriottismo costituzionale». La democrazia deve essere continuamente inverata mediante comportamenti conformi alla Costituzione, da questa ispirati: e questo è compito di ciascuna generazione che ne è protagonista.
Non posso esprimermi riguardo alla tua proposta di norme da inserirvi perché non è al Presidente della Repubblica ma al Parlamento che la Costituzione assegna il potere di apportarle modifiche.
Ma — in generale — desidero far notare che la nostra Costituzione è stata scritta — con grande saggezza e altrettanta perizia — con norme capaci di essere applicate persino a temi allora sconosciuti e a situazioni imprevedibili, che si presentano inevitabilmente nel corso del tempo.
Da qualche tempo affiora, però, una tendenza a volere inserire nella prima parte della Costituzione nuove disposizioni su argomenti specifici. Quella sua prima parte costituisce, da settantacinque anni, un punto di riferimento sempre attuale e costante. Si trascura, in alcuni casi, il fatto che quel che si vuole aggiungere nel testo è già chiaramente desumibile dalle sue norme, proprio per il carattere generale e duttile della loro formulazione; e in base ai valori e ai principi che ne rappresentano il fondamento.
Occorre evitare il rischio di una rincorsa — che sarebbe sempre più frequente — per continui inserimenti di temi particolari. Questo trasformerebbe la Costituzione in un albo di argomenti, in realtà vanificandone il senso e il ruolo. I Costituenti hanno redatto la nostra Carta per i giovani, per le generazioni allora future. Anche per questo si basa su un impianto di valori e di principi, tradotti in norme capaci di applicarsi a quanto interverrà nel corso del tempo.
È di grande significato l’interesse e la curiosità che la Costituzione suscita nei più giovani.
Anche oggi dalle loro riflessioni ho ascoltato molte considerazioni di rilievo fondamentale: il diritto all’inclusione, alla rappresentanza, all’aggregazione giovanile. In questi diritti e negli altri — tutti contenuti nella Costituzione — c’è il senso della nostra vita in comune, del nostro, lo ripeto, comune futuro; di quel «siamo noi» che viene indicato nel titolo di questo incontro.
Per questo nessuno può affermare che la Costituzione non lo riguarda. La Carta costituzionale ha generato la nostra Repubblica democratica, ha fatto crescere l’Italia e il suo prestigio nel mondo. È una conquista e va conosciuta, amata, difesa, vissuta ogni giorno per accogliere nuovi bisogni, per tutelare chi si trova ai margini, per avere cura dei più fragili, per affrontare le nuove sfide di convivenza e di pace. In una parola: per vivere insieme; condizione cui siamo chiamati.