IL PREMIO NOBEL PER L’ECONOMIA, EUGENE FAMA: "TRUMP RISPONDE ALL'INSODDISFAZIONE DELLA CLASSE MEDIA BIANCA, MENTRE HILLARY SI E’ SPOSTATA A SINISTRA PER BATTERE SANDERS. E' ASSURDO CHE UN NUMERO COSÌ RIDOTTO DI ELETTORI COME QUELLI CHE PARTECIPANO ALLE PRIMARIE POSSA DETERMINARE IL FUTURO DEGLI STATI UNITI, ATTRAVERSO LA SCELTA DI DUE CANDIDATI TANTO LIMITATI”


Paolo Mastrolilli per “la Stampa”

 

EUGENE FAMA

«Sto pensando seriamente di votare per il candidato libertario». Cominciando così la nostra conversazione riguardo gli effetti delle elezioni presidenziali sui mercati, il premio Nobel per l' economia Eugene Fama lascia pochi dubbi sulla sua posizione. Fama insegna alla University of Chicago, dove era stato allievo di Milton Friedman, ma il candidato repubblicano Donald Trump lo preoccupa quanto la democratica Hillary Clinton: «Non so se è possibile individuare una correlazione scientifica fra il comportamento delle Borse negli ultimi giorni e il voto di martedì, però credo che i mercati abbiano motivi per temere entrambi».

 

hillary clinton

Di cosa hanno paura?

«L' unico punto su cui Trump e Clinton sono d'accordo è il protezionismo e l' avversione per i commerci globali, cioè una posizione disastrosa per tutti».

 

Non è vero che gli americani hanno perso soldi e lavoro, a causa della globalizzazione?

«Un sistema di scambi commerciali che funziona per tutti alla stessa maniera non esiste, ma la risposta non è bloccarli, perché così si ottiene solo il risultato di aumentare il numero delle persone che perdono soldi e lavoro».

donald trump

 

Quindi cosa dovrebbero dire i due candidati?

«Lasciare in pace la globalizzazione, e cercare invece le soluzioni per fare in modo che tutti ne traggano beneficio. E' più difficile, e su questo obiettivo ci sono divergenze concrete di approccio, ma è l'unica proposta sensata».

 

Cosa frena l'economia occidentale, che fatica ancora a riprendersi dalla crisi del 2008?

«Le regole. Abbiamo troppe regole, poco sensate, che paralizzano la ripresa».

 

Ma allora Trump dovrebbe piacere ai mercati, perché dice di volerle ridurre.

«Sì, ma quali? E come? Trump è troppo superficiale nelle sue proposte, e quando parla non sai mai se fa sul serio, oppure se sta solo lanciando slogan. L' incertezza provocata dal suo atteggiamento è devastante».

 

Promette di fare il taglio alle tasse più grande nella storia degli Stati Uniti: questa non è una proposta che dovrebbe piacere a lei, e ai mercati?

bill e hillary clinton

«Anche in questo caso le sue idee sono superficiali e generiche, e poi non risponde alla domanda cruciale sull' effetto che avrebbero sul deficit. Se tagli le tasse così tanto, e in via di principio io sarei d' accordo, come fai tornare poi i conti? Questo aspetto fondamentale è completamente assente dal suo programma, a parte vaghe supposizioni di incrementare il gettito fiscale grazie alla crescita».

 

Perché Donald e Hillary sono d'accordo sul protezionismo?

«Pensano che questa posizione porti voti. Trump risponde all'insoddisfazione della classe media bianca, mentre Clinton è stata costretta a spostarsi a sinistra per battere Sanders. E' assurdo che un numero così ridotto di elettori come quelli che partecipano alle primarie possa determinare il futuro degli Stati Uniti, attraverso la scelta di due candidati tanto limitati».

HILLARY CLINTON TRUMP

 

I mercati forse temono che Trump scuoterebbe troppo la barca, mentre Clinton alla fine seguirebbe la rotta già tracciata.

«Può darsi, ma non ne sarei così sicuro. Hillary viene da una tradizione di sinistra, e quando il marito Bill la incaricò di gestire la riforma sanitaria fece una proposta simile ai sistemi statalisti europei. Una volta eletta presidente, con il potere tra le mani, potrebbe tornare a queste sue radici».

 

Perciò lei sta pensando di votare libertario?

«Sì. L' unico problema è che il candidato libertario non ha alcuna speranza di vincere».

 

E allora?

TRUMP HILLARY

«Per attuare queste proposte bisogna approvare le leggi. Speriamo che il Congresso blocchi le idee più folli del prossimo presidente, chiunque esso sia».