PRIMARIE IN THE SKY - STASERA IL CONFRONTO “GLANDESTINO” TRA I CANDIDATI: SARA’ CULATELLO CONTRO TUTTI - GLI SPIN NEL FIANCO DI BERSANI METTONO A PUNTO LA STRATEGIA: TENTARE DI ESSERE RASSICURANTE - RENZI SI INGINOCCHIA (ANCHE) A FAZIO, LO STAFF DEL SEGRETARIO NO: “BISOGNA ANCHE ESSERLO, SERVIZIO PUBBLICO, ESERCITARLO” - VENDOLA PUNTERA’ SUL LAVORO, TABACCI E PUPPATO SU COSTI DELLA POLITICA E AMBIENTE...


Jacopo Iacoboni per "la Stampa"

saluti_RENZI E BERSANI

Perché Sky? «Non è che scegliendo Sky - spiega Stefano Di Traglia, da anni più che portavoce, spin doctor di Bersani - diamo un giudizio negativo su altri. Voglio ricordare che la scelta, su cui c'era una disponibilità iniziale di alcuni, è stata poi condivisa da tutti, non c'è stata opposizione, nè abbiamo imposto alcunché». Insomma, se Renzi preferiva Fazio avrebbe potuto dirlo al tavolo, ma non l'ha fatto.

VIGNETTA BENNY DA LIBERO - BERSANI COLPITO DALL'INCUDINE RENZI

Nel giorno del confronto tv per le primarie - stasera su Sky Cielo - il ragionamento dell'uomo più vicino al segretario del Pd inquadra la storia senza tirarsi indietro, anzi, dinanzi alle parole di Fabio Fazio alla Stampa («avrei trovato più istituzionale, e forse anche più coerente, che il confronto avvenisse sul servizio pubblico»). «Il fatto che sei servizio pubblico - osserva - non significa che tu debba pretendere che i partiti vengano da te. Essere parte di un contratto con lo Stato non obbliga i partiti».

LE SAGOME DI MATTEO RENZI E PIERLUIGI BERSANI PER LE PRIMARIE jpeg

Le parole sono ferme, su questo: «Bisogna anche esserlo, servizio pubblico, esercitarlo». Il ragionamento esprime anche un piccolo paradosso: «Diciamo sempre "fuori i partiti dalla Rai", ma allora bisogna anche dire "fuori la Rai dai partiti"». Ciò non toglie - è l'esempio - che in Inghilterra tra i candidati alle elezioni, Cameron, Clegg e Brown, ci siano stati tre confronti, di cui uno su Sky e un altro sulla Bbc. Vuol dire che, in caso di ballottaggio Bersani-Renzi, la porta non è chiusa a un secondo dibattito, e magari sarà possibile farlo in Rai? «Non è escluso; bisognerà vedere se faremo in tempo, cosa che non credo. Ma non è escluso».

PIERLUIGI BERSANI E MATTEO RENZI

In sostanza il no alla Rai non è definitivo, né lo è quello a Fazio, «non ho mai pensato che fosse leggerino, è uno dei più importanti conduttori della tv nazionale. Le primarie, le abbiamo volute noi. Il confronto tv si farà per la prima volta, ai tempi di Prodi non si fece, e l'abbiamo voluto noi. Ma il dibattito in tv è un servizio ai cittadini; dove a prevalere dovranno essere i candidati e i loro programmi, non il conduttore».

fabio fazio chetempochefa002 lap

Ieri Simona Bonafè, portavoce del Comitato Renzi, aveva scritto una lettera alla Stampa in cui giudicava «singolare che un protagonista della tv fosse considerato inadeguato», ricordava la circostanza che fu Fazio a chiamare Enzo Biagi in tv dopo l'editto di Sofia del Cavaliere, infine chiedeva al conduttore di «Che tempo che fa»: «Ripensaci, vieni a votare alle primarie». Ma è stata anche una giornata di preparazione al dibattito.

Enzo Biagi

Bersani ha passato il weekend a studiare le regole, soprattutto come adeguare i temi ai tempi delle risposte. Il suo gruppo stretto, oltre che da Di Traglia, è composto da Miguel Gotor e Roberto Speranza. Sono stati sabato a pranzo a Roma a fare l'ultimo punto. Dà una mano, da esterna, Simona Ercolani, specialmente sulla tv. La strategia ha un leit motiv, spiega Di Traglia: «Il messaggio centrale è che Bersani è rassicurante, competente, è già un possibile premier. Lo slogan è un po' "A chi affideresti le chiavi di casa?", nel momento in cui il palazzo, l'Italia, scricchiola».

Nichi Vendola studia invece in Toscana, girando - racconta il consigliere Paolo Fedeli - tra gli operai di Piombino, i disabili, i sordi. Il leader di Sel lavora sulla sintesi, sul «riportare la realtà dentro il dibattito», sul sottrarlo a «trabocchetti e battute». Su questo troverà intesa con Laura Puppato e Bruno Tabacci, che punteranno molto su temi come i costi della politica o l'ambiente.

STEFANO DI TRAGLIA PIER LUIGI BERSANI

E poi c'è Matteo Renzi, lo sfidante. Non ha fatto granché anche perché ieri era a Milano, a un paio di incontri e poi in tv a «Quelli che il calcio». Giorgio Gori ha twittato che i consigli Matteo se li faceva dare dai ragazzi che sono andati ad ascoltarlo. In realtà riceve di continuo suggestioni da tanti, sull'immancabile smart phone, soprattutto da Gigi De Siervo (sulla tv), da Giuliano Da Empoli, da Luigi Zingales (sull'economia), da Francesco Clementi (su riforme e costi della politica).

Lilli Gruber

Li vaglierà in treno, oggi, nell'ora e 45 minuti da Firenze a Milano, assieme a Marco Agnoletti e Simona Bonafè, lo zoccolo duro della sua squadra. Sui tempi c'è poco da insegnargli; sui temi, punterà molto su cultura, wi-fi, innovazione, merito. Cose che ha ripetuto in questi giorni, a dispetto delle accuse di D'Alema (che però gli fanno puntualmente guadagnare simpatie).

Il sindaco di Firenze non deve smettere di attaccare, questo è chiaro, ma senza dar l'idea di eccesso di attacco (buona in questo caso la performance dalla Gruber l'altra sera). Piccola nota sentimentale: ieri ha perso del tempo che tornava buono per studiare perché... era il compleanno di sua moglie, Agnese. Ci mancava solo che non l'invitasse a cena, con la pazienza che sta avendo con lui.