PROFUMO DI GRECIA: A BREVE L’INPS POTREBBE NON PAGARE LE PENSIONI


Marco Palombi per il "Fatto quotidiano"

Mastrapasqua Antonio

Guardate che l'Inps è messo male, fate qualcosa quanto prima. È il 22 marzo quando il presidente Antonio Mastrapasqua - certo, in termini più gentili - mette nero su bianco il concetto in una lettera del 22 marzo ai ministri dell'Economia e del Lavoro, Vittorio Grilli e Elsa Fornero.

La storia è in parte nota, ma l'allarme del pluripoltronato capo supremo del più grande ente previdenziale d'Europa testimonia che la situazione è persino più grave del previsto, tanto più che sia Mastrapasqua che Fornero hanno sempre sostenuto in questi mesi che i conti dell'Inps non destano alcuna preoccupazione.

Mastrapasqua Antonio

INVECE, il nostro comincia la sua missiva - di cui Il Fatto quotidiano è in possesso - riportando alcuni passaggi della relazione della Corte dei Conti sul bilancio preventivo 2012 in cui si sostiene quanto segue: l'inglobamento di Inpdap ed Enpals (rispettivamente l'ente che si occupa degli statali, in perdita per miliardi, e quello che serve i lavoratori dello spettacolo) sta affossando i conti dell'Inps;

"il patrimonio netto... è sufficiente a sostenere una perdita per non oltre tre esercizi" (fino al 2015, per capirci) e il governo continua a tagliare i trasferimenti; se le amministrazioni dello Stato rallentano ancora un po' i pagamenti avremo "ulteriori problemi di liquidità con incidenza sulla stessa correntezza (sic) delle prestazioni". Tradotto: rischiamo a breve di non pagare le pensioni in tempo.

VITTORIO GRILLI ELSA FORNERO MARIO MONTI CORRADO PASSERA

Conclude Mastrapasqua: "Minori trasferimenti, riduzione dell'avanzo patrimoniale, strutturale contrazione delle entrate contributive della gestione pubblica (ex Inpdap)" stanno mettendo a rischio "la più grande operazione di razionalizzazione del sistema previdenziale pubblico".

Volendo, si può tradurre l'allarme del presidente Inps nei numeri impietosi - e per di più destinati a peggiorare - del bilancio di previsione 2013 approvato a fine febbraio dal Consiglio di indirizzo e vigilanza (Civ) dell'Inps: 10,7 miliardi il disavanzo di competenza; 23,7 miliardi il disavanzo patrimoniale complessivo dell'ex Inpdap; un patrimonio netto sceso dai 41 miliardi del 2011 ai 15,4 previsti per quest'anno; 265,8 miliardi le prestazioni previdenziali da erogare contro un incasso in contributi stimato in 213,7 miliardi (ovviamente al netto delle compensazioni statali).

Mario Monti e Elsa Fornero

Numeri che, peraltro, dovranno essere rivisti in peggio visto che sono stati calcolati sul Def di settembre, quello che prevedeva una recessione per il 2013 solo dello 0,2%, mentre su quello nuovo c'è scritto -1,3. Com'è stato possibile tutto questo? Le magagne più grosse, come si sarà capito, sono nel bilancio dell'ex ente degli statali e sono dovute ad una sorta di paradosso italiano: la P.A. (tanto locale, quanto centrale) per lunghi anni - ed in parte ancora adesso - non ha pagato i contributi previdenziali per i suoi dipendenti.

Oltre ai debiti fantasma nei confronti dei fornitori, insomma, ci sono anche quelli dello Stato nei confronti di se stesso: stime non confermate parlano di un buco di almeno trenta miliardi di euro che si riversa di anno in anno, man mano che i lavoratori vanno in pensione, dentro i bilanci ufficiali del nuovo SuperInps.

Roba nota, che però ora interagisce con un nuovo contesto e sta creando una voragine nel sistema previdenziale pubblico italiano. Ecco perché : gli ultimi governi non si sono limitati a tagliare i trasferimenti agli enti, ma tra blocco del turn over e prepensionamenti hanno tagliato anche il numero dei dipendenti statali, cioè di chi - coi contributi - paga l'assegno di chi è già in pensione.

VIGNETTA BENNY FORNERO GIARDA MONTI DILETTANTI ALLO SBARAGLIO

Per questo Mastrapasqua chiede a Grilli e Fornero di darsi una mossa, ovvero nel suo linguaggio che "sia opportunamente approfondita e valutata ogni più utile iniziativa". "Noi ci eravamo opposti fin da subito all'integrazione tra i due maggiori enti previdenziali", dicono i sindacalisti dell'Usb, "perché è funzionale al disegno di smantellamento del sistema previdenziale pubblico, avviato con la riforma Dini del 1995 e perfezionato nel tempo, da ultimo con la riforma delle pensioni targata Monti-Fornero".

Per l'unione sindacale di base, che sta pensando ad uno sciopero per denunciare la situazione drammatica dell'ente previdenziale, la faccenda è molto semplice: "La fusione Inps-Inpdap non è utile a rilanciare la previdenza pubblica, ma ad affossarla: hanno semplicemente voluto scaricare sull'Inps (che gestisce i contributi dei lavoratori del privato, ndr) i debiti delle amministrazioni statali". Chissà se stavolta il ministro Fornero potrà ripetere la secca risposta che diede a ottobre: "La fusione non determina nessun problema sui conti Inps. I dati erano conosciuti".