1. IL PROGETTO SICUREZZA DEGLI SCIATORI USA IN CASO DI ATTENTATO AI GIOCHI DI SOCHI 2. LA SQUADRA DI SCI E SNOWBOARD DEGLI STATI UNITI HA ASSOLDATO UN’AGENZIA ESTERNA, LA GLOBAL RESCUE, PER ELABORARE UNA POSSIBILE FUGA. SE QUALCOSA DOVESSE ANDARE STORTO IN RUSSIA SONO PRONTI 5 AEREI, SCORTA PRIVATA E PERMESSI DI VOLO PER EVACUARE FINO A 200 PERSONE TRA ATLETI, ALLENATORI E DIRIGENTI 3. IL PIANO DI SICUREZZA DI PUTIN PREVEDE CONFINI BLINDATI, UN’AREA DI 150 METRI COMPLETAMENTE MILITARIZZATA E UNA COPERTURA CONSIDERATA DA TUTTI MASSICCIA (C’È CHI SI CHIEDE SE L’ATMOSFERA OLIMPICA RIUSCIRÀ A FARSI STRADA IN MEZZO A TANTI DIVIETI)


Giulia Zonca per "La Stampa"

SECURITY RUSSIA

Di solito si studia come arrivare alle Olimpiadi, come fare a qualificare il maggior numero di atleti, ad avere la rappresentativa più vasta, ma l'America, o almeno un pezzo di America, si presenta a Sochi con la strategia di uscita.

Due giorni fa è partito il piano di sicurezza voluto da Putin: confini blindati, un'area di 150 metri completamente militarizzata e una copertura considerata da tutti massiccia, tanto che c'è chi si chiede se l'atmosfera olimpica riuscirà a farsi strada in mezzo a tanti divieti.

La squadra di sci e snowboard degli Stati Uniti va oltre: secondo un piano svelato da «Usa Today» ha assoldato un'agenzia esterna, la Global Rescue, per elaborare una possibile fuga. Se qualcosa dovesse andare storto in Russia sono pronti 5 aerei, scorta privata e permessi di volo per evacuare fino a 200 persone tra atleti, allenatori e dirigenti. Non si tratta di tutta la squadra e non è un'idea del comitato olimpico o del governo americano, è un'assicurazione riservata a sciatori e snowboarder, le stelle del gruppo.

PUTIN SOCHI

Non è un'assoluta novità, gli sciatori a stelle e strisce collaborano con la Global Rescue da Torino 2006 ma fino a qui si è trattato di una sicurezza privata che faceva da cordone, bodyguard e buttafuori per gli spostamenti dei campioni più famosi, invece stavolta le preoccupazioni non riguardano tifosi invadenti, si teme per i terroristi, per possibili attacchi mirati e si pensa al modo per lasciare Sochi in caso di emergenza.

Un sistema elitario, se scattasse l'allarme i più famosi tornerebbe a casa e gli altri dovrebbero affidarsi agli organizzatori. Non è chiarissimo e nemmeno troppo olimpico, spesso le squadre discutono e si spaccano su chi viaggia in prima classe e chi no, qui si tratta di chi sarebbe più garantito e chi meno.

PUTIN IN VISITA A SOCHI

Anche a seguire il canone della fama i conti non tornano, vero che Bode Miller e Shaun White, tra i più conosciuti della spedizione, avrebbero il rientro a tempi record assicurato però la squadra di hockey, con tutte le strapagate stelle della Nhl, resterebbe fuori dalla copertura. Strano che gli Usa, sempre intenti a parlare di gruppo ed uguaglianza in nome dello sport, abbiano diviso i propri atleti in fascia di importanza.

Il comitato olimpico americano non commenta, per loro sono tutti uguali tanto da sottolineare: «Noi non abbiamo richiesto nessun aiuto extra». Vero, ma è difficile credere che due federazioni possano agire in totale autonomia su una questione così importante. Dan Richards, l'amministratore delegato dell'agenzia di sicurezza assoldata, ammette che lo scenario è inedito e che non era previsto un piano di evacuazione all'inizio dei lavori per Sochi.

PUTIN E MEDVEDEV A SOCHI

Gli attentati a Volgograd hanno creato tensione e richiesto attenzioni aggiuntive. Probabilmente il pacchetto si è ingigantito prima che i responsabili potessero valutare l'impatto dell'operazione. La logistica aiuta la differenza di trattamento, così come a Vancouver e a Torino ci sono due Villaggi, uno in montagna, dove staranno gli sciatori, e uno vista mare, vicino ai palazzetti del ghiaccio e allo stadio. Per i primi trattamento lusso, per gli altri standard, con buona pace di quel che resta dello spirito olimpico. Valore svalutato in Russia: troppi problemi per occuparsi dell'essenza dei Giochi.

 

 

BLOCCHI ALLINGRESSO DI SOCHI