PUÒ UNA BANCA CHIUDERE IL CONTO DI UN CLIENTE A CAUSA DELLE SUE IDEE POLITICHE? SI’ SE SI CHIAMA NIGEL FARAGE - LA “COUTTS BANK”AVEVA CHIUSO IL CONTO DEL LEADER PRO-BREXIT ADDUCENDO RAGIONI COMMERCIALI. MA NEL DOCUMENTO DI CUI E’ VENUTO IN POSSESSO IL LEADER DELL’UKIP SI PARLA DI “UNA VISIONE POLITICA NON ALLINEATA AI VALORI DELLA BANCA” – FARAGE VIENE DESCRITTO COME "ANTI-GENDER, RAZZISTA, AMICO DI TRUMP E ADDIRITTURA DI DJOKOVIC" (QUESTO, SEMMAI, E’ UN TITOLO DI MERITO)

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Estratto dell'articolo di Erica Orsini per “il Giornale”

 

NIGEL FARAGE

Può una banca chiudere il conto di un proprio cliente a causa della sua visione politica? Se quel cliente si chiama Nigel Farage, può. O almeno, questo è quello che è accaduto, come ha rivelato ieri lo stesso Farage al Daily Telegraph dopo essere venuto in possesso di un documento riservato. La vicenda risale a qualche settimana fa, ma allora altri media avevano dato una spiegazione diversa del caso.

 

All’inizio di luglio infatti sia la BBC che il Financial Times avevano sostenuto che le ragioni per cui la banca in questione, Coutts, aveva chiuso il conto del leader dell’Ukip, erano squisitamente finanziarie.

 

Secondo le fonti citate da BBC infatti, Farage non sarebbe stato abbastanza ricco da potersi permettere un’apertura di credito presso l’istituto bancario. Al contrario, nel documento richiesto ed ottenuto dal politico indipendentista, si evince chiaramente che il cliente possedeva tutti i requisiti finanziari richiesti. La sua visione politica però «non era allineata ai valori della banca», per cui la commissione incaricata di valutare il rischio «reputazionale» costituito dall’averlo come cliente aveva bocciato mister Farage.

 

NIGEL FARAGE

Nella spiegazione dettagliata della motivazione che aveva condotto ad una simile decisione venivano riportati i suoi commenti sulla Brexit, la sua amicizia con Donald Trump, la sua posizione nei confronti dei diritti delle persone LGBT e persino i suoi rapporti amichevoli con il campione di tennis serbo Novak Djokovic. Ieri, dalle colonne del Daily Telegraph il leader politico ha accusato l’istituto bancario di aver mentito sulle reali ragioni che hanno portato alla sua esclusione, sostenendo che i motivi sono invece di natura politica. Farage descrive il documento come «un rapporto in stile Stasi» dove la parola Brexit ricorre 86 volte.

 

Donald Trump e Nigel Farage

«Tra il 2014 e il 2016 - afferma- non ho mai avuto problemi con Coutts. Dopo Brexit è tutto è cambiato». Benché la commissione abbia smentito che Farage sia stato escluso in quanto politicamente non adatto, lui racconta che nel rapporto viene visto come un soggetto «xenofobo e razzista», una persona che ai tempi della scuola era un «fascista» e che «in passato aveva fatto delle affermazioni di cattivo gusto e non conformi rispetto alla società attuale». «Questo dossier assomiglia più ad un rapporto pre-processuale in un caso contro un criminale sostiene Farage - i miei social media sono stati monitorati per mesi. Qualsiasi cosa considerata problematica è stata registrata».

 

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