1. PUÒ QUALCHE CENTIMETRO DI NEVE A ROMA PARALIZZARE L’INTERA RETE FERROVIARIA? OH, YES! FLOP DEL SISTEMA DI ‘SNEVAMENTO’, DELRIO E MAZZONCINI SUL BINARIO MORTO
2. 29 ORE DALLA CALABRIA A TORINO, 10 ORE DA NAPOLI A ROMA, ZERO INFORMAZIONI. I DISAGI CONTINUANO: TRENITALIA NON RIUSCIRÀ A GARANTIRE PIÙ DELL' 80% DELL’ALTA VELOCITÀ
3. OGGI SI BLOCCA NAPOLI: SCUOLE CHIUSE, AEROPORTO BLOCCATO E STRADE INNEVATE. A ROMA LE SCUOLE RISCHIANO DI STARE CHIUSE PER 9 GIORNI: FINITO IL MALTEMPO, C’È IL VOTO
4. DOMANI E GIOVEDÌ CI SARÀ ‘BIG SNOW’: SUPER NEVICATA AL NORD, FINO A 30 CM IN POCHE ORE
1. FS, LO "SNEVAMENTO" DEGLI SCAMBI NON VA DELRIO SUL BINARIO MORTO
Giorgio Meletti per ‘il Fatto Quotidiano’
Sembra uno scherzo, ma con le Fs in salsa renziana di Renato Mazzoncini siamo ormai abituati all' assurdo che si invera.
Dopo giorni di attesa e preparazione alla nevicata di Roma cadono pochi fiocchi e si blocca la stazione Termini. L' unico che ancora fa finta di non capire è il ministro dei Trasporti Graziano Delrio: non può certo in piena campagna elettorale instillare il dubbio che l' infallibile Matteo Renzi abbia sbagliato la scelta del capo delle ferrovie. Poi c' è l' altro distrattone, Pier Carlo Padoan che, come ministro dell' Economia sarebbe l' azionista di Fs, ma è troppo impegnato a chiedere ai senesi il voto dopo avergli sfilato la proprietà del Monte dei Paschi.
Dunque ieri sera alle 19,30, cioè alla dodicesima ora di inferno ferroviario, Delrio si è ricordato che lo stipendio gli italiani non glielo danno per fare la campagna elettorale, e ha emesso una confusa nota giusto per insinuare che la colpa fosse di un treno rotto di Italo.
Testualmente si chiede a Rfi, la società Fs che gestisce la rete, di fornire "con la massima urgenza" (ma perché?) un dettagliato rapporto sull' accaduto "al fine di poter valutare eventuali responsabilità anche delle imprese ferroviarie che eserciscono il servizio".
Dopo giorni di allerta meteo, con le Fs che assicuravano di aver preparato per la neve un' accoglienza a base di "sistemi di snevamento e riscaldamento degli scambi nelle stazioni", ieri mattina alle 7,30 hanno scoperto che a Roma qualche centimetro di neve aveva bloccato la stazione Termini.
E che non c' era niente da fare. A Mazzoncini, noto esperto di autobus, l' acume da renziano - sviluppato comprando con denaro pubblico l' azienda tranviaria di Firenze e annunciarne la privatizzazione - non è stato ancora sufficiente a capire che la rete ferroviaria è fatta in modo che se si blocca Termini si blocca l' Italia.
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Mazzoncini (…) pensa a comprare le ferrovie greche e alla fusione con l' Anas, forse perché ambisce alla paralisi integrata auto+treno.
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Allo stesso modo Renzi e Delrio non pensano a chiedere a Mazzoncini come sia possibile che la stazione Termini, cuore pulsante della rete ferroviaria nazionale, si blocchi per qualche centimetro di neve annunciata da settimane. E soprattutto non pensano a denunciare agli elettori questa vergogna, visto che la stazione Termini non dipende da Virginia Raggi. La quale a ben guardare una colpa ce l' ha: avrebbe dovuto chiudere la stazione Termini, non le scuole.
2. I SOSPETTI SUL SISTEMA ANTIGHIACCIO
Leonard Berberi e Michelangelo Borrillo per il ‘Corriere della Sera’
Troppa neve sui binari.
Per la precisione sui «deviatori», meglio conosciuti come scambi. Alla neve caduta fin dalle prime ore del mattino su Roma si è sommata anche quella scaricata dai sottocassa dei treni che sono riusciti a lasciare la stazione Termini.
Senza fare troppa strada, però. Perché la mancanza o il cattivo funzionamento delle «scaldiglie» (le resistenze elettriche attivate per evitare che attorno ai deviatori si formi il ghiaccio) ha reso necessario l' intervento degli operai per la pulizia degli scambi.
Che intorno a Termini sono tanti, tantissimi: circa 300, di cui la metà sprovvisti di «scaldiglie».
L' intervento manuale ha avuto come ultima conseguenza quella di ritardare la partenza dei treni da Roma, determinando il caos nella Capitale (e a cascata nelle principali stazioni italiane) che a fine serata si è concretizzato nella cancellazione del 20% dei convogli a lunga percorrenza di Trenitalia e il 70% dei treni a traffico regionale del Lazio. Per Italo, 10 treni ad Alta velocità soppressi (su 28) e 90% di treni con ritardi superiori alle 3 ore (che saranno rimborsati). Un danno che i concorrenti di Trenitalia stanno valutando in queste ore, non escludendo l' ipotesi di chiedere il risarcimento a Rete ferroviaria italiana.
Che sia stata una giornata complicata lo indica il «peso» dei ritardi registrati durante la giornata: picco di 8 ore e 37 minuti per l' Intercity 794 Reggio Calabria-Torino Porta Nuova, 6 ore e 46 minuti per il Frecciarossa 9512 Salerno-Milano Centrale, 6 ore e 42 minuti per il gemello 9410 Salerno-Venezia Santa Lucia.
«Nelle giornate fredde come queste l' aspetto cruciale è che gli scambi dei binari funzionino perfettamente: se questi si gelano tutto il flusso dei treni s' interrompe. Per evitare questo scenario vengono installate le "scaldiglie"», spiega Silvano Spada, esperto di sistemi ferroviari ed ex responsabile tecnologie e sistemi impiantistici anche per le linee dell' Alta velocità.
«Il ghiaccio che si forma negli scambi è come se saldasse l' impianto, impedendo il corretto movimento del telaio».
Di solito le «scaldiglie» vengono impostate su temperature minime decise a livello regionale - continua Spada - e vengono accese automaticamente grazie ai sistemi di rilevamento della temperatura».
Ai danni derivanti dall' accumulo di neve si sono aggiunti altri problemi collaterali. Intorno alle 11 un treno di Italo, partito già con oltre 3 ore di ritardo (alle 10.33 anziché alle 7.10), ha subìto un guasto tra Roma e Orte. Si è così determinata una lunga coda di convogli sia in direzione nord, sia in direzione sud, perché sulla direttissima per Firenze è stato possibile utilizzare un solo binario, con la circolazione a senso alternato. Il treno proveniente da Roma per recuperare i passeggeri è a sua volta partito con 2 ore di ritardo e così un contrattempo che in una situazione normale avrebbe creato un ritardo di un' ora, ieri ha amplificato i disagi.
«Premesso che bisogna vedere caso per caso, è innegabile che il perfetto funzionamento si basa sulla condizione ottimale da un lato della rete ferroviaria, dall' altro del materiale rotabile che ci passa sopra, cioè il treno», ragiona l' ingegnere Spada. «Se per i binari è prevista l' attivazione delle "scaldiglie", per i convogli bisogna assicurarsi che il sistema di innalzamento/abbassamento del pantografo (l' organo di presa di corrente dei treni elettrici, ndr ) funzioni correttamente: se questo non accade, i vagoni si fermano». Degli interventi - di solito a partire dall' autunno - vengono effettuati anche sui cavi ad alta tensione (di rame) che vengono ricoperti di grasso particolare antigelo così da poter passare la corrente ai pantografi. Quando il grasso non basta - ed è successo alcune volte - lo strato gelato viene raschiato con locomotive alimentate con diesel.
I disagi proseguiranno anche oggi: Trenitalia non riuscirà a garantire più dell' 80% dei treni ad Alta velocità (che fermeranno alla stazione Tiburtina per non intasare Termini) e il 50% dei treni regionali del Lazio. Per Italo la situazione prevista è anche peggiore rispetto a ieri: saranno soppressi 12 treni, due in più rispetto ai 10 del lunedì «bianco».
3. ROMA SBANDA PER LA NEVE: RISCHIO SCUOLE CHIUSE PER 9 GIORNI
Camilla Mozzetti e Fabio Rossi per ‘Il Messaggero’
Che per la Capitale non sarebbe stata una giornata come tutte le altre si era capito già alle prime luci dell'alba, quando i fiocchi di neve hanno cominciato a cadere in misura superiore alle previsioni della vigilia, che avevano già consigliato al Campidoglio di tenere le scuole chiuse e di mettere in preallarme gli uffici comunali, in attesa di momenti inevitabilmente complicati. Nelle ore successive, almeno fino al primo pomeriggio, Roma è piombata nel caos, tra strade impraticabili e mobilità in tilt. Tanto che alla fine è dovuto intervenire anche l'Esercito a dare una mano a una città in ginocchio. Con i vigili del fuoco costretti agli straordinari: oltre un centinaio, fino a sera, gli interventi per alberi caduti, rami pericolanti, cavi elettrici, cartelloni pubblicitari e tegole a rischio di caduta.
LA PARALISI
La mobilità è andata immediatamente in tilt. Innevata la gran parte dei 5.500 chilometri di strade della Capitale, per le automobili (anche se dotate di gomme termiche) la circolazione in mattinata è stata quasi impossibile, nonostante l'apertura della zona a traffico limitato del centro storico decisa dall'amministrazione comunale, che però aveva invitato i romani a «limitare i propri spostamenti allo stretto necessario». Peggio, se possibile, è andata al trasporto pubblico di superficie: il piano neve prevedeva circa 650 autobus in servizio, la metà di una giornata ordinaria.
Ma le fermate sono rimaste a lungo piene di persone in attesa di mezzi che non arrivavano e con poche alternative, visto che i taxi erano praticamente introvabili: decine i romani e i turisti in fila a caccia di un'auto bianca all'esterno della stazione Termini. Meglio è andata a metropolitane e ferrovie urbane, che hanno garantito un servizio sostanzialmente regolare. La situazione è poi gradualmente migliorata nel pomeriggio. Passeggeri bloccati anche a Termini e Tiburtina, dove sono stati deviati molti treni, in attesa di potersi orientare tra viaggi e linee limitate o deviate. Notevoli i ritardi accumulati sulle linee ferroviarie nazionali: fino a sette ore per l'Alta velocità, in media 150 minuti nei collegamenti Roma-Napoli.
STUDENTI A CASA
I disagi non sono mancati (e non mancheranno) neanche sul fronte della didattica e dell'impiego pubblico. Ieri il Campidoglio, con una nuova ordinanza firmata dal vicesindaco Luca Bergamo, ha decretato anche per oggi la chiusura di tutte le scuole di ogni ordine e grado. Ma il rischio è che, viste le possibili gelate, la nuova perturbazione attesa per giovedì e l'appuntamento con le elezioni, molti istituti non riaprano i battenti per più di una settimana: gli edifici scolastici che ospitano i seggi elettorali saranno infatti off-limits anche lunedì 5 e martedì 6 marzo. I presidi sono in allarme e non solo per questo.
Il dipartimento Ambiente ha chiesto loro di fare una verifica sulle criticità negli istituti e di provvedere a mantenere «sgomberi dalla neve gli ingressi» delle scuole, appellandosi ad Ama solo in casi di difficoltà «operativa». «Resto basito a nome di tutti i presidi di Roma di fronte a questa richiesta commenta Mario Rusconi, a capo dell'Associazione nazionale presidi del Lazio che mostra superficialità e totale mancanza di conoscenza da parte del Comune delle strutture organizzative degli istituti».
Anche oggi, per il momento, resteranno a casa più di 550 mila studenti, tra quelli iscritti nelle 1.124 strutture di Roma Capitale (nidi, scuole d'infanzia, elementari e medie) e quelli che abitualmente solcano gli ingressi di uno dei 345 istituti superiori gestiti dalla Città metropolitana (l'ex Provincia). Resteranno chiusi anche gli atenei romani, con lezioni ed esami rinviati di (almeno) 24 ore. Difficoltà in vista per le famiglie che dovranno trovare delle soluzioni per i propri figli. Molti genitori, peraltro, rientrano nell'esercito del 24 mila dipendenti del Campidoglio e oggi dovranno essere in servizio.
SEDI APERTE
La Prefettura, infatti, non ha disposto la chiusura degli uffici pubblici, anche se ieri alcune strutture hanno deciso autonomamente di non fare regolare servizio. Su questo fronte, però, non è escluso che alla fine si verifichino dei problemi simili a quelli già registrati ieri quando, dopo la nevicata notturna, proprio gli uffici del Comune risultavano pressoché deserti. Non a caso, ieri in tarda mattinata è arrivata la circolare del Campidoglio per rimandare a casa quei pochi temerari che alle prime ore del mattino hanno sfidato la neve e fatto i conti con l'assenza di mezzi pubblici: «A causa dell'emergenza climatica il vicesindaco ha disposto il termine dell'attività lavorativa degli uffici capitolini alle ore 14».
BOOM DI ASSENZE
In verità, già molte ore prima dietro agli sportelli c'erano davvero pochi dipendenti. L'anagrafe centrale di via Petroselli dove alcuni impiegati hanno dovuto attrezzare dei secchi tra i corridoi, perché pioveva dentro ai locali era semivuota: deserte le postazioni della casa comunale e marginale la copertura degli sportelli nell'ufficio elettorale. Secondo una stima orientativa, ieri si è registrato circa il 40 per cento di assenze nell'organico comunale. Persone impossibilitate a raggiungere il posto di lavoro a causa dell'assenza di bus e mezzi pubblici. «E poiché come fanno sapere i sindacati la Prefettura non ha diffuso alcuna nota di calamità naturale», le assenze (comprese quelle di oggi ove vi saranno) figureranno come permessi personali, da sottrarre al monte-ore complessivo annuale, o come giorni di ferie. Oggi, scuole a parte, la Città eterna tenta di tornare alla normalità. Ma restano i timori per giovedì, quando la neve potrebbe tornare a far visita.
4. NEVE A NAPOLI: SCUOLE CHIUSE E AEREI FERMI
(ANSA) - E' una Napoli completamente imbiancata quella che si è svegliata stamattina. Ma se da un lato ci sono le immagini da cartolina, dall'altro ci sono gli effetti: scuole chiuse, traffico bloccato all'aeroporto di Capodichino, circolazione fortemente rallentata per il nodo ferroviario, con i servizi ridotti dell'Alta Velocità tra Napoli e Roma, e caos su diverse arterie stradali di accesso alla città. Le previsioni meteo per oggi dicevano tutt'altro, mette in chiaro il Comune di Napoli che fino a ieri sera non aveva disposto la chiusura della scuole.
"Siamo sicuri che questo adeguamento alle nuove e inaspettate condizioni sia un atto di responsabilità su cui non c'è da polemizzare - spiega l'assessore comunale alla Scuola, Annamaria Palmieri -. La decisione di chiudere le scuole non era stata presa ieri seguendo le indicazioni che venivano dalle previsioni meteo e dal tavolo prefettizio di ieri". Intanto i cittadini di Napoli e i pendolari che arrivano da fuori città hanno dovuto fare i conti con il traffico, con le corse dei bus saltate. L'assessorato comunale alla Protezione Civile raccomanda di "limitare gli spostamenti solo se strettamente necessari" mentre la neve in queste ore ha imbiancato anche gli scavi di Pompei, Ercolano e anche l'isola di Capri.