PUTIN PERDE UN ALTRO ALLEATO – L’ARMENIA SI VENDICA DOPO IL MANCATO INTERVENTO DELLA RUSSIA SUL NAGORNO KARABAKH E ADERISCE ALLA CORTE PENALE INTERNAZIONALE, L’ORGANISMO CHE HA EMESSO UN MANDATO DI CATTURA PER PUTIN. ORA “MAD VLAD” NON PUÒ METTERE PIEDE NEL PAESE SENZA RISCHIARE L’ARRETSTO – IL GOVERNO DI EREVAN, DA SEMPRE AMICO DI MOSCA (FA PARTE ANCHE DELLA CTSO, LA NATO DEI PAESI EX CSI), ORA ACCUSA “MAD VLAD” DI AVER LASCIATO CAMPO LIBERO AGLI AZERI, NONOSTANTE I 2000 SOLDATI SCHIERATI NELLA REGIONE
-Estratto dell’articolo di Giuseppe Agliastro per “La Stampa”
I rapporti tra Russia e Armenia si fanno sempre più tesi. All'indomani della breve (ma sanguinosa) offensiva con cui l'Azerbaigian ha ripreso il controllo del Nagorno-Karabakh, e del drammatico esodo di migliaia di profughi dalla regione, il Parlamento dell'Armenia ha ratificato l'adesione alla Corte Penale internazionale: una mossa che è stata subito accolta favorevolmente da Bruxelles, ma certo non dal Cremlino che non ha nascosto la sua ira bollando immediatamente come "sbagliata" la decisione di Erevan.
Si tratta di un sonoro schiaffo politico per Mosca, accusata da un alleato storico come l'Armenia di non aver fermato l'esercito azero nonostante i 2.000 soldati russi schierati nel Nagorno-Karabakh con l'obiettivo ufficiale di garantire il rispetto della tregua. E soprattutto di una batosta personale per Putin, che rischia di non poter più mettere piede a Erevan e dintorni nel timore di essere arrestato.
La Corte Penale internazionale la scorsa primavera ha infatti emesso un mandato d'arresto nei confronti del leader del Cremlino accusandolo di un gravissimo crimine di guerra: la deportazione di bambini nell'Ucraina devastata dall'invasione delle truppe russe.
Il Parlamento armeno ha ratificato con 60 voti a favore e 22 contrari lo Statuto di Roma che regola la Corte Penale internazionale. E lo ha fatto dopo aver tenuto per quasi un quarto di secolo nel limbo il trattato firmato dall'Armenia nel lontano 1999.
È l'ennesimo vulnus nei rapporti tra il regime di Putin e Erevan dopo le esercitazioni congiunte tra soldati armeni e americani e gli aiuti umanitari armeni all'Ucraina invasa. Il premier armeno Pashinyan – […]ha pure criticato l'alleanza con Mosca definendola «inefficace» dopo che l'Azerbaigian ha ripreso il Nagorno-Karabakh.
Ma il Cremlino ribatte che per Erevan non esiste «meccanismo» difensivo «migliore» dell'alleanza Csto che la lega alla Russia, che in Armenia ha anche una base militare. Sulla Corte penale internazionale Pashinyan cerca invece di gettare acqua sul fuoco e assicura a Mosca che l'adesione non va contro la Russia ma serve per la «sicurezza esterna» dell'Armenia, che accusa l'Azerbaigian di «crimini di guerra». Il Cremlino la vede però in tutt'altro modo e già la settimana scorsa aveva detto di considerare questa mossa «estremamente ostile». […]