PUTINATE: LE CUPOLE DELLO ZAR VLAD ALL’OMBRA DELLA TORRE EIFFEL - A POCHI METRI DAL MONUMENTO SIMBOLO DI PARIGI ECCO LA NUOVA CATTEDRALE ORTODOSSA - IL GELO DI HOLLANDE MA LE AMICIZIE FRANCESI DI PUTIN SONO TRASVERSALI, ANCHE SE PIÙ CONCENTRATE A DESTRA
Leonardo Martinelli per la Stampa
La Torre Eiffel, la Senna che scorre lì davanti, i bateaux-mouches che si succedono uno dietro l' altro: ecco la Parigi da cartolina. Ma nell' inquadratura di tante foto scattate dai turisti in arrivo da tutto il mondo vanno ormai inserite anche cinque cupole a bulbo, rigorosamente dorate: quelle della nuova cattedrale ortodossa, in bella vista a poche centinaia di metri dal monumento simbolo della ville lumière.
Qui, in quello che le malelingue chiamano «Kremlin-sur-Seine», dovevano palesarsi oggi Vladimir Putin e François Hollande, a inaugurare quello che all' ambasciata russa definiscono pomposamente «Centro spirituale e culturale ortodosso».
Niente da fare: Hollande per una volta si è impuntato, rifiutando di partecipare alla cerimonia, ora che i caccia russi bombardano Aleppo e la popolazione civile. Putin, stizzito, ha deciso di cancellare la trasferta. Intorno al complesso, in realtà, ci sono ancora le transenne tipiche di un cantiere.
Alcuni operai assicurano: «L' esterno è pronto: all' interno, invece, i lavori sono indietro». Il prossimo 4 dicembre il patriarca Kirill (che ha definito Putin «un miracolo di Dio») dovrebbe venire a celebrare la prima cerimonia «ma per terminare i 3mila metri quadrati di affreschi e mosaici commissionati ad artigiani russi - assicurano fonti vicine all' ambasciata - ci vorranno almeno due anni».
Il progetto vuole offrire ai russi di Parigi un luogo di culto legato all' autorità politica di Mosca. Per progettare il nuovo centro (comprende anche un auditorium, una scuola franco-russa, una caffetteria, per il momento vuoti) il Cremlino, che ha finanziato tutto (150 milioni di euro finora), non ha badato a spese, ricorrendo all' archistar Jean-Michel Wilmotte.
Hollande si è rifiutato di metterci piede, ma lo Stato francese ha fatto di tutto perché le cinque cupole dorate si stagliassero sotto il cielo di Parigi. Già dal 2007 il presidente Nicolas Sarkozy favorì la vendita del terreno e degli edifici che vi sorgevano (pubblici, di Météo France) alla Russia di Putin.
Nei mesi scorsi il Parlamento ha inserito nella legge «Sapin II» (consacrata alla «modernizzazione della vita economica della Francia») una strana normativa che estende l' immunità diplomatica «a tutti i beni collaterali, proprietà di uno Stato straniero». Nei corridoi dell' Assemblea nazionale lo chiamavano «emendamento Putin».
I deputati sono in maggioranza socialisti. Ma le amicizie francesi di Putin (tantissime) sono trasversali, anche se più concentrate a destra. «La sua Russia si presenta in Francia e nell' Occidente come il baluardo dei valori familiari e della cristianità, anche contro l' islam e il terrorismo», osserva Cécile Vaissié, esperta di studi russi, docente alla seconda università di Rennes. E che ha da poco pubblicato «Le reti del Cremlino in Francia» (edizioni Les Petits Matins).
Putin è così diventato un riferimento per l' estrema destra di Marine Le Pen (tanto più che il Front National finanzia le sue campagne con i prestiti ottenuti da banche russe «compiacenti») e per personaggi legati all' integralismo cattolico come Philippe De Villiers. «Ma risente del fascino del presidente russo anche una certa Francia tradizionalista, perlopiù di provincia, cattolica ma non estremista», continua la Vaissié.
«L' altro messaggio inviato dal presidente russo è quello anti-americano e anti-europeista», conclude la Vaissié. E lì «abboccano» anche Jean-Luc Mélenchon, dell' estrema sinistra, e altri esponenti della gauche. La venuta di Putin sulle rive della Senna doveva consacrare il suo appeal su così tanta Francia. Sarà per un' altra volta.