QUAL È IL PARADOSSO PER I NO-VAX? ESSERE NOMINATI NELLA COMMISSIONE D’INCHIESTA SULLA GESTIONE DEL COVID – C’È CLAUDIO BORGHI, CHE HA VOTATO CONTRO IL GREEN PASS E HA MANIFESTATO IN PIAZZA CONTRO GLI OBBLIGHI PER LIMITARE LA DIFFUSIONE DEL VIRUS – NON SOLO: C'È ANCHE LUCIO MALAN CHE SUI SOCIAL HA POLEMIZZATO CON I VIROLOGI - E CHI HA NOMINATO QUESTE TESTE DI COVID? IL PRESIDENTE DEL SENATO E SECONDA CARICA DELLO STATO, IGNAZIO LA RUSSA...
-Estratto dell’articolo di Edoardo Lusena per il "Corriere della Sera"
[…] Non chiamatelo «no vax», ma di sicuro quella tra Claudio Borghi e la gestione pandemica è una storia di barricate, da quando votò contro il green pass in commissione Affari sociali sconfessato dal proprio partito che — epoca governo Draghi — poi non si oppose seguendo la linea più soft dei propri governatori, per non parlare di quando scese tra i 500 manifestanti in piazza del Popolo contro gli obblighi per contrastare il virus.
Insomma, non si può certo dire che la sua posizione sulla gestione della pandemia sia laica. Ed è forse proprio questo — un’idea granitica in merito al tema su cui una commissione dovrà indagare — che colpisce di più nel trovare il suo nome, insieme a quello del presidente dei senatori di FdI, Lucio Malan, tra i componenti nominati dal presidente del Senato, Ignazio La Russa, nella commissione d’inchiesta sulla gestione dell’emergenza Covid-19.
Già, perché anche il senatore Malan (a lungo in Forza Italia, abbandonata proprio durante il governo Draghi per passare tra le fila dell’opposizione meloniana), ha agitato la polemica sugli effetti dei vaccini quando duellò con virologi del calibro di Roberto Burioni. Il motivo fu un tweet in cui il parlamentare chiedeva «chiarezza sulle dimensioni numeriche e sulle cause» degli «episodi troppo frequenti» come il malore del giallorosso Evan N’Dicka, in Udinese-Roma dello scorso aprile, in un sottinteso che molti tradussero in un supposto legame tra il malore e gli effetti dei vaccini anti-Covid.
Di sicuro c’è che la loro presenza nell’elenco diffuso martedì dal Senato è l’ultima puntata di una battaglia aspra che ha spinto La Russa — dopo l’ostruzionismo delle opposizioni (eccetto Iv) che per mesi non hanno indicato all’ufficio di presidenza i nomi scelti — a nominare i capigruppo. Quanto alla composizione (sei membri di FdI, due alla Lega e al Pd, uno ciascuno per FI, M5S, Iv, Avs e Autonomia), questa rispetta la Costituzione che parla (articolo 82) di commissioni formate «in modo da rispecchiare la proporzione dei vari gruppi».
In una catena di paradossi, l’ultimo è che Borghi — cui va riconosciuto il non nascondersi al confronto con il popolo del web — si trovi a duellare con i no vax furibondi per la nomina in commissione della forzista vicepresidente del Senato, Licia Ronzulli, da sempre convintamente pro vax: «Ma un partito che è a favore degli obblighi vaccinali (e che incidentalmente alle Europee avete votato più di quanto abbiate votato noi) — twitta il senatore a chi accusa — secondo voi chi sceglierà se non qualcuno che porti avanti quella posizione?» .