QUANTO DURA DURIGON? ANCORA POCO - IL SOTTOSEGRETARIO DURIGON PROVA A RESISTERE MA ORMAI IL SUO DESTINO E’ SEGNATO – SALVINI L’HA MOLLATO DOPO L’INCONTRO CON DRAGHI CHE GLI HA FATTO CAPIRE CHE O CONVINCE DURIGON A FARE UN PASSO INDIETRO, OPPURE CI PENSA LUI A RITIRARE LE DELEGHE – GIORGETTI L’HA FULMINATO: “QUANDO SI HANNO RESPONSABILITÀ DI GOVERNO BISOGNA STARE MOLTO ATTENTI A QUEL CHE SI FA” – LA LEGA ALLA PROVA DELLE MOZIONI DI SFIDUCIA…

-


 

DAGO-RETROSCENA - L’INCONTRO DI DRAGHI CON SALVINI HA AVUTO LA SEGUENTE PREMESSA: CI SONO SERISSIMI PROBLEMI INTERNAZIONALI, LA MAGGIORANZA DEVE ESSERE PIÙ COMPATTA CHE MAI, PERÒ NON POSSO TOLLERARE L’USCITA DI DURIGON CHE METTE ALLA PARI IL FRATELLO DI MUSSOLINI CON FALCONE E BORSELLINO. QUINDI: ALL’APERTURA DEL PARLAMENTO RITIRERÒ LE DELEGHE DI SOTTOSEGRETARIO AL TUO LEGHISTA OBESO; ALTRIMENTI, CARO SALVINI, SE VUOI DIMOSTRARE CHE SEI UNA PERSONA DI STATO, LO DEVI COSTRINGERE A FARE UN PASSO INDIETRO - DOPO IL BASTONE, LA CAROTINA SU LAMORGESE…

 

https://m.dagospia.com/draghi-a-salvini-su-durigon-fasllo-dimettere-altrimenti-ritirero-le-deleghe-di-sottosegretario-280753

 

CLAUDIO DURIGON E MATTEO SALVINI FANNO SELFIE IN SPIAGGIA

Marco Cremonesi per il “Corriere della Sera”

 

Il «giammai» di Durigon, il malessere della Lega e il rischio della doppia sconfitta in Aula. Con il tempo che stringe. Nelle ultime ora, il sottosegretario alle Finanze Claudio Durigon si è fatto strappare dal Foglio una sola frase. Ma pesante: non mi dimetterò «mai e poi mai». Una presa di posizione un po' spericolata, vista la difficoltà in cui mette il suo segretario e mentore Matteo Salvini.

 

La vicenda è quella nota: a Latina, il sottosegretario si è lanciato nella proposta di intitolare di nuovo a Mussolini (Arnaldo, il fratello del Duce), la piazza oggi dedicata a Falcone e Borsellino. Le richieste di dimissioni sono state una raffica che dal 4 agosto, data dell'improvvida proposta, non è mai calata di intensità.

 

claudio durigon giancarlo giorgetti

Salvini fino all'altro giorno aveva difeso il sottosegretario, ma dopo il suo incontro con il premier Draghi di lunedì scorso, qualcosa è cambiato. Ieri il segretario si è limitato a dire che si vedrà con Durigon nei prossimi giorni: «Valuteremo nella massima serenità che cosa fare». Ma il tempo stringe. Con la campagna elettorale in corso, Salvini non può mettere il naso fuori senza che gli chiedano sempre la stessa cosa: Durigon, Durigon, Durigon Un fatto che mette di pessimo umore tutto il partito: «Se uscisse di scena, non ci sarebbero manifestazioni di protesta sotto a via Bellerio» sbuffa un senatore che dà voce al malessere comune. Anche perché, già prima della vicenda Mussolini il sottosegretario non godeva di apprezzamento corale: una carriera troppo rapida e troppo brillante, la sua.

CLAUDIO DURIGON

 

Che è passato da vicesegretario generale del sindacato di destra Ugl direttamente a Montecitorio, per diventare sottosegretario subito dopo e poi di nuovo con il governo Draghi. D'altronde, come dice Salvini, Durigon «è il papà di Quota 100», una delle riforme di bandiera della Lega. Oltre che uomo forte di Latina, la roccaforte leghista in Lazio. Ma ora il gioco si sta facendo duro. Sull'orizzonte si stagliano due diverse mozioni parlamentari, entrambe insidiose. La prima è quella contro Durigon (peraltro per un diverso episodio) presentata dal Movimento Cinque Stelle e da Sinistra italiana. La seconda è quella annunciata da Giorgia Meloni contro la ministra dell'Interno Luciana Lamorgese.

mario draghi intervista tg1 4

 

A quella contro il sottosegretario ha annunciato la propria adesione una buona parte della maggioranza, Forza Italia inclusa. Quella della leader di Fratelli d'Italia, è invece la «mozione che non possiamo né votare né non votare» osserva il parlamentare leghista: «Non possiamo votarla perché siamo al governo e le conseguenze non sono prevedibili. Ma non possiamo non votarla perché per tutta l'estate abbiamo dato contro Lamorgese».

 

Insomma, la mozione di Fratelli d'Italia è una sorta di «vedo» del poker di Giorgia Meloni nei confronti della Lega. Che cosa farà Salvini? Andrà fino in fondo? Lo scenario peggiore per il Carroccio sarebbe il perdere sia nella mozione su Durigon (votata probabilmente da buona parte del Parlamento) che in quella su Lamorgese (votata da Fratelli d'Italia e la Lega chissà). Insomma, il comandamento tra i parlamentari è: «Non bisogna arrivare alle mozioni».

matteo salvini saluta claudio durigon foto di bacco (2)
claudio durigon foto di bacco (1)
claudio durigon foto di bacco (2)
claudio durigon foto di bacco (4)
matteo salvini saluta claudio durigon foto di bacco (1)
CLAUDIO DURIGON