QUANTO DURA IL GOVERNO MELONI? – STEFANO FOLLI: “IL PARTITO DEL ‘CADE TRA POCHI MESI’ HA PERSO QUALCHE PUNTO. L'OPPOSIZIONE NON HA LA FORZA E LE IDEE PER ROVESCIARE GLI EQUILIBRI PARLAMENTARI. E SALVINI E BERLUSCONI NON SAPREBBERO DOVE TROVARE SPONDE. TRA L'ALTRO NON SI VEDE CHE INTERESSE AVREBBERO” – “MELONI HA SCELTO LA ‘REALPOLITIK’ E HA ACCETTATO DI BUON GRADO L’INCONTRO CON MACRON. È LEI AD AVER TRATTO IL MAGGIOR VANTAGGIO DAL COLLOQUIO. LA PREMIER ITALIANA STA FACENDO CAPIRE CHE NON ESISTE, O NON ESISTE PIÙ, UN'ALLEANZA DI FATTO CON IL LEPENISMO E L'UNGHERESE ORBÁN…”
-Estratto dell’articolo di Stefano Folli per “la Repubblica”
[…] Da oggi cambia il ritmo, o almeno così ci si attende. Nel frattempo il chiacchiericcio nei palazzi romani continua a girare intorno alle previsioni sulla durata del governo. Va detto che il partito del "cade tra pochi mesi" ha perso qualche punto a favore della fazione secondo cui la giovane premier resterà a Palazzo Chigi almeno due anni.
[…] L'opposizione non ha la forza e neanche le idee per rovesciare gli equilibri parlamentari. E gli "alleati" della (o del) presidente del Consiglio, cioè Salvini e Berlusconi più qualche centrista, non saprebbero dove trovare sponde, se mai decidessero di dare una spallata all'esecutivo. Tra l'altro non si vede che interesse avrebbero.
[…] Si è già detto dell'apparente continuità con Draghi, benché sia presto per dare giudizi definitivi. Forse più interessante è l'incontro con il presidente francese. Le cui modalità sono state, come è noto, abbastanza anomale.
La sede, l'albergo romano dove Macron ha alloggiato in occasione del convegno di Sant' Egidio sulla pace. Le Monde, il quotidiano parigino, ha annotato con qualche malizia che "si è svolto alla chetichella" e che la premier è passata "da un ingresso secondario". In realtà il resoconto del giornale voleva dimostrare il disagio di Macron, che infatti è stato investito da polemiche in Francia sollevate dalla sinistra di Mélenchon.
Da parte sua Giorgia Meloni ha scelto la "realpolitik" e quindi ha accettato più o meno di buon grado il luogo dell'incontro. Ma è lei ad aver tratto il maggior vantaggio dal colloquio, che ha permesso di sottolineare le prime convergenze tra le due capitali: dall'Ucraina al limite del prezzo del gas.
Certo, le valutazioni alla fine sono state diverse e si capisce che un certo paternalismo nel tono del comunicato francese dipende dall'incombere della destra lepenista: una minaccia per l'area macroniana. Ma la premier italiana sta facendo capire che non esiste, o non esiste più, un'alleanza di fatto con il lepenismo, da un lato, e l'ungherese Orbán , dall'altro