QUANTO DURA LA SORA GIORGIA? LA MELONI, DOPO GLI ATTACCHI ALLA GERMANIA, TORNA ALL'ASSALTO DELLA MAGISTRATURA - “SONO BASITA PER LA SENTENZA DI CATANIA, È CONTRO IL GOVERNO” - "IO SO' GIORGIA (E TE CORCO)" CONTESTA LA DECISIONE DEL GIUDICE CHE HA RIMESSO IN LIBERTÀ UN IMMIGRATO FERMATO IN BASE ALLE NORME DELL’ULTIMO DECRETO VARATO DAL GOVERNO – “UN PEZZO DI ITALIA FA TUTTO IL POSSIBILE PER FAVORIRE L’IMMIGRAZIONE ILLEGALE” - LA REPLICA DELLA GIUDICE: ”UNA QUESTIONE GIURIDICA, NON DIVENTI PERSONALE”
-Cesare Zapperi per corriere.it
Giorgia Meloni contesta la sentenza del giudice di Catania che ha rimesso in libertà un immigrato fermato in base alle norme dell’ultimo decreto varato dal governo. Su Facebook scrive: «Sono rimasta basita di fronte alla sentenza del giudice di Catania, che con motivazioni incredibili (”le caratteristiche fisiche del migrante, che i cercatori d’oro in Tunisia considerano favorevoli allo svolgimento della loro attività”) rimette in libertà un immigrato illegale, già destinatario di un provvedimento di espulsione, dichiarando unilateralmente la Tunisia Paese non sicuro (compito che non spetta alla magistratura) e scagliandosi contro i provvedimenti di un governo democraticamente eletto».
La risposta della giudice Apostolico: «Una questione giuridica non diventi personale»
«Non voglio entrare nella polemica, né nel merito della vicenda. Il mio provvedimento è impugnabile con ricorso per Cassazione, non devo stare a difenderlo. Non rientra nei miei compiti. E poi non si deve trasformare una questione giuridica in una vicenda personale», dice all’Ansa la giudice Iolanda Apostolico.
L’attacco della presidente del Consiglio è diretto. «Non è la prima volta che accade e purtroppo non sarà l’ultima. Ma continueremo a fare quello che va fatto per difendere la legalità e i confini dello Stato italiano. Senza paura». Sono parole forti che evocano uno scontro aperto tra il governo e la magistratura. Parole che seguono quelle di tanti altri esponenti dell’esecutivo che a caldo avevano commentato la decisione della toga catanese con toni forti.
La segretaria del Pd Elly Schlein risponde a muso duro: «Giorgia Meloni la smetta di alimentare lo scontro istituzionale che danneggia il Paese. La smettano di cercare un nemico al giorno per nascondere le proprie responsabilità. Se cercano responsabili del disastro sull’accoglienza si guardino allo specchio: è la destra che scrive leggi palesemente incostituzionali e poi se la prende con i giudici che fanno il loro lavoro. È la destra che ha messo la firma su tutte le leggi che hanno prodotto questo caos, come la Bossi-Fini che alimenta l’irregolarità, è sempre la destra che non ha mai contrastato il regolamento Dublino lasciando l’Italia più sola, per allearsi con Polonia e Ungheria che di solidarietà non ne vogliono sapere».
Ma Meloni non se la prende solo con il magistrato siciliano. Il fronte delle contestazioni è più ampio e chiama in causa anche i paesi europei (a partire dalla Germania con cui da giorni è scontro aperto). Parlando della gestione dei flussi migratori, la premier sottolinea che si tratta di «un lavoro difficile, certo, ma che può portare a risultati concreti, con pazienza e determinazione». E poi affonda i colpi: «Certo, tutto diventa molto più difficile se nel frattempo altri Stati lavorano nella direzione diametralmente opposta, e se perfino un pezzo di Italia fa tutto il possibile per favorire l’immigrazione illegale. E non parlo solo della sinistra ideologizzata e del circuito che ha i propri ricchi interessi nell’accoglienza».
Dal fronte magistratura è arrivata la replica del presidente dell’Anm di Catania Alessandro Rizzo. «L’Anm di Catania esprime una posizione ferma e rigorosa a tutela della collega Iolanda Apostolico, persona perbene che ha lavorato nel rispetto delle leggi, e respinge con sdegno le accuse a lei rivolte. Il rapporto tra potere esecutivo e giudiziario andrebbe improntato a ben altre modalità».
Le critiche di Meloni sono condivise dal vicepremier Matteo Salvini: «Le notizie sull’orientamento politico del giudice che non ha convalidato il fermo degli immigrati sono gravi, ma purtroppo non sorprendenti. Già nel 2019, quando ero al Viminale, ci scontrammo con giudici del Tar che cercavano di boicottare i Decreti sicurezza e che sposavano pubblicamente le tesi della sinistra. Il tutto senza dimenticare le rivelazioni di Luca Palamara e le intercettazioni contro il sottoscritto che va fermato anche se ha ragione.
(...)