QUANTO RESISTERA’ CARLO NORDIO AL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA? - DA GARANTISTA E LIBERALE, HA VISSUTO CON INSOFFERENZA IL PASTROCCHIO DELLA NORMA ANTI-RAVE, FATTA SCRIVERE IN FRETTA E FURIA DA PIANTEDOSI SENZA CONSULTARE IL GUARDASIGILLI - LA MODERAZIONE DI NORDIO MAL SI CONCILIA CON IL GIUSTIZIALISMO DI FRATELLI D’ITALIA E ANCHE PER QUESTO MELONI GLI HA PIAZZATO COME SOTTOSEGRETARIO ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE PER “CONTENERLO” - CALENDA HA FIUTATO ARIA DI ROTTURA E GLI HA GIA’ OFFERTO “ASILO POLITICO” - FOLLI: “A SINISTRA SPERANO CHE SIA COSÌ E SI AUGURANO CHE SI ARRIVI ABBASTANZA PRESTO ALLE DIMISSIONI DEL MINISTRO”
-1 - I SUOI PRIMI DIECI GIORNI DA MINISTRO NORDIO CAMPIONE DI "SMENTITE"
Gia. Sal. per “il Fatto quotidiano”
Pugno duro anti-rave con tanto di intercettazioni preventive e conferma dell'ergastolo ostativo. Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, nel primo decreto del governo Meloni, ha dovuto subire la linea dura di Fratelli d'Italia rinunciando alle sue battaglie garantiste di una vita. Sulla norma anti-rave non ha proferito parola in Cdm di fronte alle proteste di Antonio Tajani di Forza Italia.
Chi ha parlato con Nordio in queste ore lo descrive in "profondo imbarazzo" per i primi provvedimenti del governo. "Non è contento di quello che sta succedendo", racconta una fonte di governo. Ma per ora il Guardasigilli non ha intenzione di esprimere il proprio dissenso e si dice determinato a "riformare la Giustizia". Come dire: meglio parlare d'altro e non scoraggiarsi dalle prime difficoltà.
Nordio si fida solo del suo capo di gabinetto Alberto Rizza (ex presidente del Tribunale di Vicenza) e della sua vice Giusi Bartolozzi, magistrato ed ex parlamentare di FI nota per le sue battaglie garantiste in commissione Giustizia. Di certo, Nordio dovrà continuare a combattere sia con il partito che lo ha fatto eleggere in Parlamento - FdI ha piazzato Andrea Delmastro Delle Vedove come sottosegretario in Via Arenula - ma anche con gli alleati: la Lega ha messo Andrea Ostellari, estensore della legge sulla legittima difesa durante il governo Conte-1, FI Francesco Paolo Sisto che ieri ha chiesto modifiche al decreto sul rave party.
2 - DOPO LA NORMA SUI RAVE NORDIO È IN TRINCEA: "FACCIO IL MINISTRO PER REALIZZARE LE MIE IDEE"
Estratto dell’articolo di Valerio Valentini per “il Foglio”
[…] sono passati dieci giorni, e già Carlo Nordio sbuffa. Le critiche degli amici giuristi lo hanno colpito. Ad alcuni ha pure risposto, privatamente, confidando insofferenza. Del resto il mezzo pastrocchio sulla norma anti rave lo ha colto di sorpresa. Dal collega Matteo Piantedosi si aspettava quantomeno un consulto. […]
D’altra parte è vero che a certe liturgie romane, l’ex magistrato trevigiano, ha già lasciato intendere che faticherà ad abituarsi. […] E non serve conoscere gli arcana imperii di Via Arenula, per immaginare quanto poco l’arrivo di un simile papa straniero sia apprezzato dai mandarini ministeriali. Né è passata inosservata la scelta della sua vice, Giusi Bartolozzi, magistrato di lungo corso con una legislatura alle spalle nelle file di Forza Italia e una lunga consuetudine con Nordio stesso. […]
E tanto è bastato a innescare le paranoie dei patrioti di FdI, che l’autorevolezza e l’indipendenza del nuovo ministro della Giustizia la vivono un po’ come un ingombro. E forse un possibile cortocircuito politico deve temerlo anche Meloni, se alla fine ha scelto di spedire a Via Arenula un abile manovratore come Andrea Delmastro Delle Vedove.
Che a diventare sottosegretario non ci teneva granché, se è vero che agli amici aveva confidato di sperare nella presidenza della commissione Antimafia […] E sa che ora si ritroverà lì, col ruolo scomodo di chi deve marcare un uomo spigoloso, evitando che si saldi un asse garantista nei corridoi del ministero tra il Guardasigilli e il suo vice, il forzista Francesco Paolo Sisto, che per cultura garantista è di certo più vicino a Nordio di quanto non lo sia il giustizialismo di FdI. […] Insomma c’è un motivo, se Nordio sbuffa. E si capisce anche perché Carlo Calenda, sorridendo, si dice già pronto a “offrirgli asilo politico”. […] “Del resto Nordio era nel Partito liberale: che c’entra, lui, con Colle Oppio?”.
3 - IL LIBERALE NORDIO ALLA PROVA DEI FATTI
Estratto dell’articolo di Stefano Folli per “la Repubblica”
[…] Siamo al rodaggio della nuova fase: un rodaggio mai come in queste circostanze carico di incognite e dubbi. Lo si è visto anche sulla questione del "rave party” […] La destra ne ha fatto l'occasione per sfoggiare una linea "legge e ordine" […] La sinistra, cioè l'opposizione, lo ha drammatizzato […] leggendovi l'inizio di una legislazione liberticida.
L'aspetto paradossale è che la polemica si è accesa mentre il ministro dell'Interno, Piantedosi, sgombrava l'area di Modena senza alcun incidente e facendo ricorso alle leggi esistenti. A dimostrazione che in uno Stato liberale gli strumenti per garantire l'ordine pubblico esistono, il più delle volte, mentre le nuove norme finiscono spesso per creare più problemi di quanti ne risolvono.
A sostenere questa tesi era il ministro Guardasigilli, Carlo Nordio, in uno dei suoi brillanti commenti […]: "L'errore, l'equivoco della destra è quello di pensare di garantire la sicurezza attraverso l'inasprimento delle pene, la creazione di nuovi reati e magari con un sistema carcerario come quello che abbiamo, che diventa criminogeno". Nordio è noto per essere un liberale autentico: un ex magistrato di solida cultura giuridica, estraneo ai giochi politici, garantista convinto e non a intermittenza. Se oggi si trova a via Arenula, lo deve a Giorgia Meloni che lo ha voluto a tutti i costi nel suo governo.
[…] Quindi il liberale Nordio è stato cercato dalla non-liberale Meloni: perché? L'interpretazione malevola è che sia lì per coprire con il suo prestigio una politica della giustizia diversa da quella da lui sempre propugnata. A sinistra sperano che sia così e si augurano che si arrivi abbastanza presto alle dimissioni del ministro.
C'è però un'altra spiegazione. Attraverso le misure sui "rave" illegali, destinate peraltro a essere corrette dal Parlamento, la (il) premier ha voluto dare un segnale di rigore. Si è mossa quindi su un sentiero stretto e rischioso, esponendosi alle polemiche. Nordio ha accettato la scelta per realismo politico, in cambio della garanzia che l'amministrazione della giustizia seguirà d'ora in poi un criterio liberale. Il criterio per cui a lui è stato offerto il dicastero e in base al quale egli ha accettato. Capiremo presto se questa è l'interpretazione corretta.
4 - COM'È NATO IL PASTICCIO DI MELONI E PIANTEDOSI SUI RAVE
Estratto dell’articolo di Ermes Antonucci per “il Foglio”
Tutto troppo in fretta. Così è nato il pasticcio della norma anti-rave, approvata lunedì dal Consiglio dei ministri e già bocciata da decine di giuristi per la sua incomprensibilità tecnica e i suoi potenziali pericoli per la libertà dei cittadini. La norma, come ricostruito dal Foglio, è stata scritta in fretta e furia per volontà del ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi.
E’ stato il nuovo ministro dell’Interno ad attivarsi, dopo aver ricevuto la segnalazione che il capannone in cui a Modena si stava svolgendo il rave era a rischio crollo. A differenza di quanto riportato da diversi giornali, Piantedosi non si è affatto limitato a recuperare dal cassetto le norme elaborate dal suo predecessore, la ministra Luciana Lamorgese, ma ha fatto scrivere dal suo ufficio legislativo un testo completamente nuovo.
Un testo che introduce un nuovo articolo al codice penale (il 343-bis), che però non definisce l’oggetto del reato, usa un linguaggio tautologico, prevede concetti vaghissimi. “Un caso assoluto di analfabetismo legislativo”, l’ha definito ieri su queste pagine il professor Tullio Padovani, luminare del diritto penale. Il risultato di una norma scritta in maniera così pedestre è che essa potrà essere interpretata con ampia discrezionalità dai magistrati ed essere applicata anche ai casi di occupazione di edifici scolastici e universitari.
[…] Prevedendo una pena fino a sei anni per gli organizzatori dei raduni in terreni ed edifici altrui, con la presenza di almeno cinquanta persone, il nuovo reato consentirà agli inquirenti anche di svolgere intercettazioni. Una grande pesca a strascico, che potrebbe finire per riguardare centinaia di persone, anche i partecipanti, per i quali viene prevista una pena “diminuita”. E viene da sorridere immaginando uno squadrone di agenti di polizia giudiziaria mentre ascolta le conversazioni o legge le chat di centinaia di ragazzini o adulti che intendono partecipare a un rave party.
Anche la ministra Lamorgese […] un anno fa aveva dichiarato di voler intervenire sul tema […] e fece elaborare dai suoi uffici una nuova norma. Questa, però, non prevedeva la creazione di un nuovo reato, ma aggiungeva un’aggravante all’articolo del codice penale che già oggi permette di intervenire nei casi di raduni illegali. […] “La proposta non prevedeva un reato autonomo, ma si innestava sull’articolo 633 del codice penale. Inoltre le pene erano più basse”, riferiscono ambienti vicini all’ex ministra Lamorgese. […] le pene previste dalle norme proposte da Lamorgese consentivano comunque il ricorso alle intercettazioni, e proprio su questo emerse una frizione con l’ex ministra della Giustizia, perplessa sul possibile utilizzo di uno strumento di indagine così invasivo per contrastare i raduni illegali. Alla fine, così, la proposta avanzata dal ministero dell’Interno venne accantonata dal governo Draghi[…]