QUEL RAMO (SECCO) DELLA VIA DELLA SETA - GERACI, EX SOTTOSEGRETARIO E AUTORE DEL MEMORANDUM CON LA CINA, CHE RIDE FELICE CON HILLARY CLINTON A CERNOBBIO DICE TUTTO: IL NUOVO GOVERNO ITALIANO METTE IN FREEZER L'AMORE PER LA CINA (ALMENO IN PUBBLICO) E SI RITUFFA NELL'ATLANTICO - AL FORUM AMBROSETTI C'È CISCO, ACERRIMA RIVALE DI HUAWEI, CHE GONGOLA PER IL GOLDEN POWER SUL 5G: ''I PAESI DEVONO DIENDERE LE LORO TECNOLOGIE E SICUREZZA''
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Michele Geraci
@michele_geraci
Ho avuto l’onore di conoscere @HillaryClinton con cui ho brevemente parlato del forte legame tra Italia e #USA ??nel campo della ricerca scientifica. Ho anche molto ascoltato con attenzione i suoi preziosi suggerimenti su altri temi più politici.#Cernobbio @Ambrosetti_ #Ambrosetti
Ho avuto l’onore di conoscere @HillaryClinton con cui ho brevemente parlato del forte legame tra Italia e #USA ??nel campo della ricerca scientifica.Ho anche molto ascoltato con attenzione i suoi preziosi suggerimenti su altri temi più politici.#Cernobbio @Ambrosetti_ #Ambrosetti pic.twitter.com/p5k3tVCidG
— Michele Geraci (@michele_geraci) 6 settembre 2019
CISCO: "GIUSTO CHE ROMA DIFENDA LE SUE TECNOLOGIE E LA SICUREZZA"
Francesco Spini per ''la Stampa''
«Il golden power non è un ostacolo alla concorrenza. Siamo in un' economia e in un mondo digitale ed è responsabilità di ogni Paese garantirsi politiche di sicurezza», dice Agostino Santoni, ad di Cisco Italia. Mentre dalla Cina arriva la reazione del governo, che ritiene un atto di sfiducia i poteri speciali esercitati dal governo sulla sicurezza del 5G, la rete di telefonia mobile di ultima generazione, la risposta del concorrente Usa di Huawey e Zte è opposta.
«Siamo presenti in Italia da 25 anni, collaboriamo con aziende e governi - spiega Santoni a margine del Forum Ambrosetti di Cernobbio -. È doveroso che un Paese si protegga e che le aziende collaborino. Le nostre tecnologie hanno quattro caratteristiche importanti: devono essere semplici, aperte, sviluppare prodotti hardware e software che siano intrinsecamente sicuri. Il nostro processo è trasparente, ben venga il dialogo col governo italiano».
Il problema, secondo il manager non è tanto la rete 5G, «ma la trasformazione in atto: mano a mano che aumenta la digitalizzazione, aumenta la superficie potenzialmente soggetta ad attacchi cyber. Perciò è necessario porre grande attenzione su persone, processi, tecnologie e policy. Il 5G accelera il processo di digitalizzazione, ma non è solo quello il punto».
L' esercizio dei poteri speciali del governo sulle compagnie telefoniche (Tim, Vodafone, Fastweb e Wind Tre) che le costringe ad aumentare i controlli di sicurezza sui loro fornitori extra Ue e a relazionare al governo ogni sei mesi ha colto di sorpresa il manager. «Non me lo aspettavo ieri, ma mi auguro che il governo continui a concentrarsi sul tema della cyber sicurezza».
Nei corridoi di Cernobbio pochi si stupiscono della mossa del governo. Chi la legge come un atto dovuto, eredità di quando era la Lega a spingere per arginare i cinesi. E chi lo legge come un atto di omaggio a Donald Trump, che si è mostrato benigno verso la riconferma di Giuseppe Conte a Palazzo Chigi. Walter Ruffinoni, ad di Ntt Data in Italia, società giapponese impegnata in progetti del 5G a Bari e Matera, dove collabora con Tim, Fastweb e Huawei, comprende le cautele del governo.
«Con l' evoluzione della tecnologia che porterà qualsiasi oggetto a breve a dialogare con la rete, aprire le infrastrutture critiche di un Paese comporta dei rischi di portarsi in casa occhi indiscreti. In condizioni di condivisione della tecnologia sarebbe bene liberalizzare, in assenza di reciprocità un po' di prudenza non guasta». Anche l' ex ministro Renato Brunetta, Forza Italia, promuove la decisione del governo. «Esercitare un diritto di veto o di controllo da parte di uno Stato non è negativo - dice dalla terrazza di Villa d' Este -. Quando lo fa la Francia, tutti i giorni, nessuno si preoccupa, idem per Trump in America o quando lo fanno gli inglesi o i tedeschi.
Quando si tratta si sicurezza nazionale, o di equilibri di sistema, dico: perché no?».