QUELLO CHE NON RIESCE A OBAMA, LO FA LA MERKEL - LA CANCELLIERA CONVINCE PUTIN A METTERE LA MUSERUOLA AI SEPARATISTI FILORUSSI: OK A UNA COMMISSIONE D’INDAGINE SUL VOLO MH17 - - -
Maria Serena Natale per il “Corriere della Sera”
Il pressing diplomatico riparte dalla linea Berlino-Mosca. È la cancelliera tedesca Angela Merkel a chiamare il presidente russo Vladimir Putin secondo uno schema consolidato tra le capitali europee: accelerare il confronto politico attraverso i contatti bilaterali mentre a livello comunitario si studiano gli aspetti tecnici e normativi.
Il tutto in un contesto complicato dalle divisioni interne alla stessa Ue e dalle attese degli Stati Uniti, che alla vigilia dell’abbattimento del volo MH17 avevano approvato pesanti sanzioni contro i settori difesa, energia e finanza di Mosca e ora chiedono anche all’Europa un’azione più dura.
Ieri la Merkel ha chiesto a Putin di usare la sua influenza affinché i separatisti che controllano la regione dell’Ucraina orientale dov’è precipitato l’aereo concordino un immediato cessate il fuoco con le autorità centrali di Kiev.
I due leader si sono detti d’accordo sui prossimi passi: favorire l’accesso di una commissione d’indagine indipendente coordinata dall’Organizzazione internazionale per l’aviazione civile al luogo dello schianto; convocare in tempi rapidi una riunione del Gruppo di contatto formato da rappresentanti di Russia, Ucraina e Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa. Ultima chiamata. «Mosca dimostri di voler seriamente trovare una soluzione», dice il ministro degli Esteri tedesco Frank-Walter Steinmeier in un’intervista alla Bild .
A Bruxelles si prepara il Consiglio dei ministri degli Esteri chiamati dopodomani a discutere le crisi che incendiano lo scenario globale dall’Ucraina a Gaza al fronte Iraq-Siria, nella speranza che «quest’ultima tragedia apra uno spazio politico di mediazione con il Cremlino».
Mercoledì scorso i capi di Stato e di governo avevano annunciato nuove sanzioni, che prevedevano il blocco di prestiti europei per investimenti in Russia e l’estensione del numero di oligarchi e compagnie da colpire con sospensione dei visti e congelamento degli asset. I nomi non sono ancora noti poiché, spiegano fonti Ue, «occorre verificare la base legale per l’ampliamento delle misure alla luce del coinvolgimento dei soggetti nei processi decisionali che hanno portato al conflitto».
La scadenza per le verifiche potrebbe essere anticipata alla prossima settimana. «Quanto a ulteriori misure, l’Europa non è l’America — dice un alto dirigente del Servizio di azione esterna —. Le autorità Usa possono aggiungere nomi alle liste senza andare troppo per il sottile, noi cerchiamo prima le prove».
Sulle sanzioni riemergono le divisioni tra Stati più interventisti come la Polonia e le Repubbliche baltiche preoccupate dalle mire espansionistiche del Cremlino e Paesi che dipendono quasi totalmente dalle forniture energetiche russe come la Bulgaria e la Slovacchia o che hanno con Mosca profondi legami economici e strategici come Italia e Germania. D’intesa con il primo ministro olandese Mark Rutte, il britannico David Cameron ha affermato la necessità di «rivedere l’approccio europeo dato il ruolo dei ribelli» nel disastro aereo.
Il presidente francese François Hollande e l’ucraino Petro Poroshenko ribadiscono la centralità dell’inchiesta in questa fase: «Non accetteremo intralci». Tra i dossier più controversi che potrebbero finire sul tavolo nei prossimi giorni, anche la vendita di navi da guerra di Parigi alla Russia .