QUESTA CE LA SEGNIAMO! – LA SORELLA D’ITALIA, ARIANNA MELONI, DALLA SPIAGGIA DI PESCARA ESCLUDE UNA SUA CANDIDATURA ORA E IN FUTURO: “NON MI CANDIDERÒ NEANCHE A EVENTUALI SUPPLETIVE A ROMA O NEL LAZIO. LA POLITICA SI PUÒ FARE SU DIVERSI PIANI. E IO SONO TIMIDA E NON SENTO L’ESIGENZA DEI RIFLETTORI”. SARÀ, MA INTANTO SI GODE I BAGNI DI FOLLA, GONGOLA PER I SELFIE, E GESTISCE IL PARTITO CON IL PIGLIO AUTORITARIO TIPICO DELLA FAMIGLIA, METTENDO IN RIGA I COLONNELLI (COMPRESO QUEL GAFFEUR DEL MARITO, FRANCESCO LOLLOBRIGIDA)
-Estratto dell'articolo di Francesco Bechis per “il Messaggero”
Deve svincolarsi lei, dalla cintura di braccia intrecciate dei militanti in pettorina che la difendono dai cronisti, a muso duro. Eccola, Arianna Meloni, la sorella d'Italia che ha addosso tutti i riflettori qui a Pescara, sulle sponde dannunziane dove Fratelli d'Italia ha allestito il palcoscenico per il grande annuncio, oggi, di Meloni Giorgia, la discesa in campo alle elezioni europee.
«Sì, sarà una gran bella giornata - sospira in spiaggia parlando con Il Messaggero - e non solo per il sole». Giorgia in campo, Arianna no. È sempre stato questo lo schema delle sorelle ai vertici della destra italiana, anche se in tanti ci hanno creduto, a una candidatura della donna-partito che dall'estate scorsa ha una doppia responsabilità a via della Scrofa, la segreteria e le tessere.
Invece niente, resterà dietro le quinte, perché preferisce così. «No, non mi candido. E lo dico adesso: non mi candiderò neanche a eventuali suppletive a Roma o nel Lazio». Onorevole sarà lei. «La politica si può fare su diversi piani. E poi io sono fatta così, una timida».
Non bisogna crederci troppo, alla remissività di questa veterana che fa scattare tutti come soldatini i colonnelli del partito. Prendi le elezioni europee, la rogna delle liste da scrivere, gli immancabili mal di pancia dei dirigenti sul territorio (coi cacicchi e i capibastone, non ci lotta solo Elly Schlein). C'è una porta a cui bussare: «Parlane con Arianna». E via, tutti in fila di fronte allo studio che un tempo fu di Giorgio Almirante.
Ci scherza su, la sorella d'Italia a Pescara. «Mi piace ascoltare, parlare con tutti, quando serve sì, anche fare da paciere». Ma alla fine bisogna tirare una riga. «Cerco di mettere ordine, far rispettare a tutti le regole, altrimenti il partito non lo fai, diventa una casba».
[…] «Io sono per la gente che rispetta i ruoli. Nei dipartimenti, nelle strutture, sul territorio. Chi si candida, chi no. Le persone meritevoli ottengono ruoli. Cose semplici, no? ». Click: ecco un altro selfie di un attivista liceale che l'ha rincorsa per mezz'ora.
È la nuova vita della "grande" Meloni, che dietro le quinte, piaccia o no, non può più starci come ai vecchi tempi. I riflettori si accendono e lei, a dire il vero, non si nega più. Ha iniziato sotto-tono, con qualche comparsata alle assemblee locali del partito, discorsi brevi sul palco, applausi, a porte chiuse. Poi l'esordio, un vero e proprio comizio elettorale a Viterbo, città fortino della destra ex missina dove nel 2004 Giorgia vinse il congresso dei giovani contro Carlo Fidanza e diede inizio alla scalata.
Qualcuno, vedendola salire sul palco, come oggi farà la premier, ha pensato a un cambio di fase, alle "sorelle in campo". Invece no, frena la "donna partito" di FdI. «Non sento l'esigenza di avere i riflettori, di candidarmi, va bene così». Per ora.