CON QUESTA OPPOSIZIONE, GIORGIA MELONI GOVERNA VENT’ANNI – LA LIGURIA È LA RAPPRESENTAZIONE PLASTICA DELL’IMPLOSIONE DEL CAMPO LARGO: DEVASTATO DAI VETI INCROCIATI E INCAPACE DI OFFRIRE UN’ALTERNATIVA REALE AL CENTRODESTRA – LA RESPONSABILITÀ DELLA DISFATTA A GENOVA È TUTTA NEL CIUFFO CATRAMATO DI GIUSEPPE CONTE: È LUI AD AVER IMPOSTO IL NO AI RENZIANI A ELLY SCHLEIN, ED È SEMPRE LUI AD AVER APERTO LO SCONTRO CON IL GENOVESE BEPPE GRILLO TRE GIORNI PRIMA DEL VOTO – I GRILLINI DURI E PURI AVEVANO L’ALTERNATIVA DI NICOLA MORRA (CHE HA OTTENUTO 5MILA VOTI). MOLTI, COMPRESO LO STESSO BEPPE-MAO, SI SONO ASTENUTI. ALLA FINE IL MOVIMENTO DI CONTE RAGGIUNGE A FATICA IL 4,6%: 2 PUNTI IN MENO DI AVS. IL PD VALE SEI VOLTE DI PIÙ...


1. CONTE È IL GRANDE SCONFITTO: DAL NO A RENZI ALLA VENDETTA DI GRILLO

SCONFITTA DEI 5 STELLE IN LIGURIA - VIGNETTA BY ELLEKAPPA

Estratto dell'articolo di Niccolò Carretelli per www.lastampa.it

 

l peso della sconfitta in Liguria è sulle spalle di Giuseppe Conte. Il Movimento 5 stelle dimezza i suoi voti rispetto alle elezioni europee, quando aveva preso il 10%, mentre in queste Regionali resta sotto al 5%.

 

E lo fa dopo che l’ex premier ha imposto alla coalizione di centrosinistra la sua linea del “no a Renzi”, ottenendo l’esclusione dalla squadra del simbolo e dei candidati di Italia Viva. Quindi, ha preteso di rinunciare ai voti dei renziani, ritenendoli marginali, ma poi non è stato in grado di garantire i suoi.

 

ELLY SCHLEIN CONTE

Il Movimento va malissimo nella regione in cui ha radici profonde, quella dove risiede Beppe Grillo, […] che durante la campagna elettorale si è fatto vedere insieme a Marco Bucci e che, tra ieri e oggi, non ha trovato il tempo di andare a votare per Andrea Orlando.

 

Grillo che, nel suo ultimo video pubblicato sabato sul blog, a poche ore dall’apertura dei seggi, ha criticato aspramente la scelta dei candidati in Liguria: “Chi li ha votati? Sono stati catapultati dall’alto, i soliti giochi della vecchia politica – le sue parole - Questa non è democrazia dal basso, ma bassa democrazia”.

 

orlando bucci

Un attacco inserito in un discorso più ampio, in cui il garante ha chiesto l’“estinzione” del Movimento, ritenendolo “evaporato”. Non proprio il modo migliore per motivare gli elettori pentastellati e, in particolare, quelli più squisitamente grillini. Ai quali, d’altra parte, era stato offerto un altro candidato da poter votare, cioè Nicola Morra, ex parlamentare M5s […].

 

Risultato: Morra ha sfiorato l’1% e preso quasi cinquemila voti, che, almeno in parte, sarebbero finiti al Movimento e ad Orlando. Decisivi per l’esito delle elezioni liguri, tanto quanto gli astenuti, che hanno preferito restare a casa piuttosto che votare di nuovo per i 5 stelle. Così si è consumata la vendetta di Grillo su Conte, che esce a pezzi dalla partita ligure, guardato malissimo dai dem e sbeffeggiato dai renziani.

 

IL CAMPO LARGO VISTO DA ALTAN

2. CONTE E LA CADUTA DELLE STELLE “CON RENZI NOI ANCORA PEGGIO” E NEMMENO GRILLO VA A VOTARE

Estratto dell’articolo di Matteo Pucciarelli per “la Repubblica”

https://www.repubblica.it/politica/2024/10/29/news/conte_m5s_voto_elezioni_regionali_liguria-423583602/

 

Poteva andare peggio? No. Per il M5S il voto ligure è la tempesta perfetta. Un disastro vero. Durante il quale Giuseppe Conte, serafico, preferiva partecipare alla presentazione di un libro di Piero Bevilacqua a Roma, titolo: Discorsi d’osteria. Machiavelli e Guiccardini affacciati sul caos.

 

Affacciato sul caos c’è anche questo 4,6 per cento dei 5 Stelle, col Pd che vale quasi sei volte in più e ampiamente sotto Alleanza verdi sinistra, ormai seconda forza della coalizione. Per il Movimento è una percentuale più che dimezzata rispetto alle Europee di giugno che già furono un flop (se si parla di voti in assoluto, due terzi in meno).

video di beppe grillo contro giuseppe conte

 

E, in aggiunta, pesa la responsabilità di aver puntato i piedi per tenere fuori dalla coalizione Italia viva e di conseguenza anche +Europa. […] La storia non si fa con i se, ma adesso quell’1,4 per cento di distacco da Marco Bucci pesa come un macigno e rischia di venire accollato ad una sola persona: Conte, per l’appunto […].

 

«Non ci nascondiamo dietro un dito — recita la nota firmata da Conte e diramata alle 22,13 — un risultato deludente, al di sotto delle aspettative. Una responsabilità che ci conferma l’assoluta necessità di rifondare il Movimento ripartendo dalle attività di radicamento sui territori, intraprese ma non ancora sufficienti».

 

MATTEO RENZI E GIUSEPPE CONTE - MEME BY EMILIANO CARLI

[…] «Ma c’era proprio bisogno di finire sui giornali tre giorni prima del voto, con lo scontro tra Grillo e Conte, parlando per il libro di Bruno Vespa?», dice un parlamentare di primo piano. Ma è quello che pensano tutti, o quasi. Per adesso indicibile pubblicamente, cioè mettendoci la faccia, comincia a farsi strada la sentenza: «Conte è bollito ».

 

[…]  «Certamente il confronto tra Conte e Grillo ha influito perché ha prodotto ansia», ragiona il coordinatore genovese dei 5 Stelle Stefano Giordano, vigile del fuoco e sindacalista Usb, uno dei pochi della vecchia guardia rimasti. Tra le ragioni della disfatta ligure infatti c’è anche l’aver presentato una lista debolissima, il ceto politico del M5S — non solo a livello locale — è di fatto scomparso […].

 

3. «HO FATTO DA CAVIA SENZA UNITÀ TRA I PARTITI CORRI CON UN PESO»

Estratto dell’articolo di Marco Imarisio per il “Corriere della Sera”

 

[…] Andrea Orlando […] entra al Mercato orientale con una smorfia amara disegnata sul volto. «In politica, la cosa peggiore è perdere quando puoi vincere» sussurra a una volontaria che lo avvolge in un abbraccio.

 

MARCO BUCCI ANDREA ORLANDO

[…] «Siamo stati una cavia. Abbiamo provato sulla nostra pelle quel che può accadere senza una coalizione ben strutturata alle proprie spalle. Puoi essere unito fin che vuoi a livello locale, e noi lo siamo stati, e io ne sono orgoglioso. Ma se non c’è qualcuno che tira le fila a livello nazionale, è come correre con dieci chili in più sulla schiena».

 

La notte in cui Giuseppe Conte cambiò le carte in tavola sarà oggetto di un rimpianto lungo cinque anni. Ma Orlando non rimpiange il fatto di non avere strappato e di avere fatto buon viso a cattiva sorte, come la sua segretaria nazionale. «Non credo fosse possibile fare diversamente.

 

nicola morra

Non c’era solo il veto di Conte. Se i renziani, anche senza simbolo di partito, fossero entrati nella mia lista personale, a quel punto si sarebbe inalberato Calenda, in perenne competizione con Renzi. Anche Italia viva ligure non era neutrale in questa dinamica.

 

A partire da agosto, una settimana dalla chiusura delle liste uno dice no tu no, e un altro pone dei distinguo, un altro ancora va per i fatti suoi. Senza una cabina di regia nazionale, è come fare un cubo di Rubik». In questo contesto, una frase del sempre misurato Orlando sembra chiamare in causa Elly Schlein, pur senza nominarla. «A partire dall’inizio dell’estate, la gestione non ottimale del riavvicinamento con Italia viva, ha creato tensioni anche all’interno del Partito democratico».

 

La foto dell’abbraccio tra la segretaria e Renzi su un campo di calcio risale al 17 luglio.

renzi schlein

Ma nonostante tutto, Orlando rimane un convinto sostenitore del campo largo. Anche se a guardare la disfatta dei 5 Stelle, il Pd rischia di trovarsi sempre più in uno stato di solitudine splendida ma forse perdente.

 

«Se una forza politica perde voti è sempre un problema. Ma come risolverlo, spetta solo a loro. A me, e credo di non essere il solo, è senz’altro sfuggito qualcosa della tempistica con la quale è stata gestita la crisi interna del Movimento. Il modo poi è stato quanto meno discutibile. Cosa dirò a Conte quando lo rivedo? Mettetevi d’accordo tra voi. Su cosa volete, e cosa volete diventare. Perché altrimenti, le vostre tensioni si scaricano sull’intera coalizione».

 

L’ormai ex candidato alla presidenza della regione è disposto a prendersi le sue responsabilità. Se ho sbagliato, dice ridendo, senz’altro qualcuno me lo farà notare, quando si perde funziona così. Ma la convinzione di aver perso a causa di eventi esterni, e indipendenti dalla volontà di una periferia della politica chiamata Liguria è un tarlo che lo accompagnerà fino al suo ritorno a Roma.

andrea orlando e giuseppe conte

 

«Spero almeno di essere stato utile. Se la stessa situazione dovesse riproporsi a livello nazionale, la sconfitta sarebbe certa. La destra si coagula sempre e comunque dietro a un leader, prima Berlusconi poi Giorgia Meloni. Noi […] dobbiamo a tutti costi trovare un modo per stare uniti a livello nazionale, trovando stabilità al momento del voto, come fanno loro».

 

L’assenza della cabina di regia, e l’assoluta necessità di trovarne una, è il messaggio principale che Orlando vuole fare passare, ripetendo più volte il concetto. «Non possiamo avere ogni volta una coalizione a geometrie variabili, che cambia a seconda delle situazioni e dei territori. Questo ci toglie credibilità».

 

C’è anche spazio per il bicchiere mezzo pieno, che contiene l’unità ritrovata del Pd, «abbiamo rimesso radici profonde in una terra dove le avevamo perse», e la vittoria in tre capoluoghi di provincia su quattro. «Tutte le forze di centrosinistra hanno collaborato a livello locale. Ma le evidenti difficoltà del campo largo nazionale hanno pesato sulla nostra realtà, facendoci pagare un prezzo altissimo […] ». […]

IL CAMPO LARGO - MEME BY EDOARDO BARALDI
bucci orlando
NICOLA MORRA GIUSEPPE CONTE
GIUSEPPE CONTE E ELLY SCHLEIN