CON QUESTI RINCARI SALTA IL RECOVERY! - ALLARME DEI COSTRUTTORI PER I PREZZI DELLE MATERIE PRIME CHE SCHIZZANO, TRA DOMANDA IN RIPRESA E GIOCHETTI SPECULATIVI: CHIESTA AL GOVERNO UNA COMPENSAZIONE PER I CANTIERI NEL CASO IN CUI IL COSTO DI ACCIAIO, RAME E BITUME DOVESSE OSCILLARE OLTRE L'8% - ANCHE L'ANTITRUST È PRONTA A FAR PARTIRE UN'ISTRUTTORIA, MENTRE IN BELGIO AUDI E VOLVO SONO COSTRETTE A FERMARSI PER MANCANZA DI MICROCHIP...
-Gianluca Paolucci per "La Stampa"
Nuovo allarme sulle minacce alla ripresa dai rincari di materie prime. A lanciarlo questa volta è l'Ance, l'associazione dei costruttori. «È urgente una norma sul "caro materiali"» da fare adesso, dice il presidente Gabriele Buia. Altrimenti «questi rincari eccezionali» possono mettere a rischio gli interventi previsti dal Recovery.
«Abbiamo chiesto al governo di intervenire - aggiunge Buia, riferendosi anche ai contratti in essere - con una forma in grado di dare ristoro nel caso ci siano oscillazioni superiori all'8%, e se queste dovessero essere in negativo sarà l'impresa a restituire. È doveroso che il governo metta un occhio».
È lo stesso Buia a ricordare i numeri di una corsa straordinaria, innescata dalla ripresa improvvisa della domanda globale e da tensioni speculative: +150% acciaio, +130% polietilene, +30% rame, +22% bitume. Numeri che allarmano anche l'Antitrust. L'Autorità garante della concorrenza e del mercato accende un faro sugli aumenti dei costi dei materiali edili.
Al momento le analisi sono in corso, sulla base di queste analisi l'Autorità deciderà se far partire un'istruttoria.
Tra i settori più colpiti dai rincari c'è l'automotive: di ieri l'annuncio che Audi e Volvo fermeranno la produzione nelle fabbriche in Belgio per la mancanza di microchip. E la situazione - viene riferito - potrebbe continuare così fino al 2022.
Il governo avrebbe in realtà già allo studio una serie di misure che vanno proprio nella direzione richiesta dall'Ance. In particolare, nelle bozze del decreto Trasporti è prevista una sorta di «tetto» per limitare l'impatto dei rincari delle materie prime su chi ha già vinto appalti: in caso di oscillazioni oltre l'8% dei prezzi nel 2021 - o del 10% totale su relativo a più anni -, a inizio del prossimo anno arriveranno compensazioni sulla base di apposita domanda da parte delle imprese.
La corsa dei prezzi delle materie non si è ancora riflessa - a differenza di quanto visto in Usa - nella crescita dell'inflazione. A maggio il tasso di inflazione annuale nell'eurozona è stato del 2%, in aumento dall'1,6% di aprile, con Eurostat che ha confermato ieri il dato preliminare di inizio mese.
Un anno prima, il tasso era dello 0,1%. A livello Ue, l'inflazione a maggio è stato del 2,3%, in aumento dal 2% di aprile. Nello stesso mese dell'anno scorso era ferma allo 0,6%. I numeri a livello continentale sono però lontani dal dato italiano: l'inflazione in maggio è stata dell'1,2% a maggio rispetto all'1% di aprile.
Notizie positive arrivano dai mercati finanziari. Dopo le ricostruzioni di una Fed più decisa e con l'ipotesi di un rialzo dei tassi, i prezzi dei metalli registrano forti cali. L'oro cede oltre il 4% a 1.780 dollari l'oncia, l'argento e il platino il 6%, il palladio tocca punte di perdita del 10%. Meno accentuato il calo del rame, che cede comunque oltre il 3% a 4,22 dollari alla libbra.