QUI RADIO COLLE – UGO MAGRI: “CHI SI ASPETTA DAL MESSAGGIO DI FINE ANNO DI MATTARELLA SUGGERIMENTI O RIMBROTTI RIVOLTI AI PROTAGONISTI DELLA POLITICA È COMPLETAMENTE FUORI STRADA” – “DI COSA CI PARLERÀ, È FACILE INDOVINARE. GUERRA, CRISI ENERGETICA, INFLAZIONE, LAVORO: GRANDE ATTENZIONE VERRÀ CERTAMENTE RISERVATA AI GIOVANI” – MARZIO BREDA: “SOLIDARIETÀ. VISIONE. RESPONSABILITÀ. COMUNITÀ. ECCO LE PAROLE CHIAVE” – NIENTE POLTRONA: LA “MUMMIA SICULA” SARÀ INQUADRATA IN PIEDI IN UN’ALA NEOCLASSICA DEL QUIRINALE…
-1. IL DISCORSO DI MATTARELLA TRA GUERRA, GIOVANI E FUTURO
Ugo Magri per “La Stampa”
Nei suoi sette messaggi di fine anno Sergio Mattarella si è sempre rivolto al Paese anziché ai palazzi del potere, e sarà così anche domani sera, l’ottava volta da presidente della Repubblica, la prima del suo secondo mandato.
Chi si aspetta suggerimenti o rimbrotti rivolti ai protagonisti della politica è completamente fuori strada; i primi, ove richiesti, vengono dispensati con grande parsimonia per non provocare l’effetto contrario; quanto alle reprimende (nel gergo quirinalizio «bacchettate») sarebbero comunque premature visto che il Parlamento e il governo sono stati appena eletti, devono ancora dare prova di sé. Dunque non sarà un discorso per addetti ai lavori, ma rivolto ai milioni di telespettatori che alle 20.30 si sintonizzeranno sulle reti pubbliche e private.
Mattarella verrà inquadrato in piedi davanti alle telecamere in un’ala neoclassica della Palazzina dove è situato lo studio presidenziale. La scelta di non accomodarsi su una poltrona lascia intendere che il discorso sarà tutt’altro che prolisso, una quindicina di minuti al massimo; di certo non batterà il record di Oscar Luigi Scalfaro che nel 1997 sfiorò i tre quarti d’ora e nemmeno quello di Francesco Cossiga nel 1991, quando se la sbrigò in soli tre minuti.
Di cosa ci parlerà Mattarella, è facile indovinare. Anzitutto della guerra alle porte dell’Europa, di tutte le ricadute drammatiche che l’aggressione russa sta provocando in Ucraina come nel resto del mondo. Una pace giusta, nel rispetto del diritto internazionale, è la speranza che l’anno nuovo porta con sé. La crisi energetica, il boom dell’inflazione, i sacrifici delle famiglie, la sofferenza delle imprese, la mancanza del lavoro: sono altrettante conseguenze del conflitto che si aggiungono ai rischi di una pandemia non ancora del tutto alle spalle, cui il discorso presterà attenzione. Dal Colle filtra molto poco, ma grande attenzione verrà certamente riservata da Mattarella ai giovani e al loro futuro.
Né potrà mancare un richiamo alla nostra Costituzione, che nel 2023 festeggerà il suo settantacinquesimo compleanno. L’età è ben portata, dirà il presidente. Parole chiave del messaggio (su tutte le reti pubbliche e private): solidarietà, visione, responsabilità, comunità.
2. SOLIDARIETÀ, VISIONE, GIOVANI E LAVORO MATTARELLA PREPARA IL SUO DISCORSO
Marzio Breda per il “Corriere della Sera”
Solidarietà. Visione (intesa come capacità di immaginare e progettare il proprio futuro). Responsabilità. Comunità (nella conferma, a 75 anni dal varo della Costituzione nata dall’antifascismo, che uno Stato si fonda e regge su di essa).
Ecco le parole chiave del messaggio di fine anno che il presidente della Repubblica rivolgerà agli italiani domani, all’ora di cena. Sarà il primo discorso augurale del nuovo settennato, dopo la rielezione del 29 gennaio scorso. Non sono prevedibili grandi scostamenti sia nel suo registro espressivo sia per quanto riguarda i contenuti, e basterà un recupero filologico dei precedenti per sincerarsene. Unica differenza la location scelta per la diretta tv: l’ala neoclassica della Palazzina, al termine della cosiddetta Manica Lunga, da dove parlerà in piedi.
Essendo destinata alle famiglie, la riflessione di Sergio Mattarella avrà anche stavolta un taglio asciutto, colloquiale e, per tutti i 15 minuti in cui si dipanerà, non ansiogeno. Il capo dello Stato, insomma, non dovrebbe ricalcare per intero i temi — necessariamente complessi e impegnativi — del bilancio politico e istituzionale che aveva preparato per i saluti alle Alte cariche del 20 dicembre e che non ha potuto pronunciare perché colpito dal Covid e costretto all’isolamento. Sarà comunque inevitabile, per lui, toccare alcune questioni critiche che avrebbe approfondito allora. Per esempio, le conseguenze della guerra cominciata con l’invasione russa dell’Ucraina ormai quasi un anno fa. Conseguenze gravi sul piano umanitario, geopolitico ed economico e che vanno ben oltre Kiev, dunque da sterilizzare «al più presto» lavorando per una pace giusta.
Fatale qualche cenno al rapporto dell’Italia con l’Unione europea che, come ha sollecitato anche di recente in un intervento a Maastricht, «va rafforzata» nello spirito di solidarietà emerso dopo la diffusione della pandemia e poi testimoniato dal varo del Piano di ripresa e resilienza messo a disposizione di chi ne ha bisogno. E il nostro Paese, si sa, ne è il primo beneficiario.
A parte alcuni specifici richiami al problema del lavoro e ai giovani, è difficile fare previsioni su altri dossier già affiorati nell’ultimo scorcio del 2022 e in agenda del nuovo governo. Come l’ultima scia del Covid, partita ancora una volta dalla Cina e che potrebbe imporre altre forme di cautela. O come le disuguaglianze, «da ridurre», ripete spesso, secondo una logica di premessa alla crescita. O come la lotta alla corruzione, che purtroppo resta fra le nostre inderogabili priorità, e lo dimostra quanto sta affiorando dal Qatargate. O, ancora, l’emergenza migranti, che ci obbliga a trovare intese con Bruxelles. O come le riforme, da quella sull’autonomia differenziata (che, ha raccomandato, non deve pregiudicare «uguali diritti da Nord a Sud») a quella sul presidenzialismo, in qualunque formula il Parlamento intenda proporlo.
In ogni caso, mentre Mattarella lima gli ultimi appunti, a ispirarlo sarà ancora quel fattore impalpabile ma decisivo che è la fiducia. Basta rileggersi i precedenti messaggi che ha rivolto ai cittadini evocando, di volta in volta, «l’Italia che ricuce», il valore dei «buoni sentimenti che migliorano la società e che non bisogna aver paura di mostrare», le «energie positive», il rigetto di «qualsiasi forma di odio».