QUI RADIO TONINELLI! - SUI SOCIAL L'EX MINISTRO GRILLINO È UN FIUME IN PIENA, PASSA IL TEMPO A COMMENTARE LE BEGHE INTERNE DEL MOVIMENTO, ANDANDO IN CULO A CONTE: "C'E' UN 'GRILLICIDIO' IN ATTO, SENZA BEPPE IL M5S NON ESISTE. SE VENISSE CACCIATO IL FONDATORE, E VENISSE CANCELLATO IL LIMITE DEI DUE MANDATI, DIVENTEREBBE PARTITO COME GLI ALTRI, PADRONALE" - IL 23 E 24 NOVEMBRE SI TERRA' LA COSTITUENTE DEL MOVIMENTO, IN CUI SI DISCUTERÀ DELL'ELIMINAZIONE DEL RUOLO DEL GARANTE...
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E. Bu. per il "Corriere della Sera"
Da giovedì Danilo Toninelli è un fiume in piena. Tre interventi sui suoi canali social in un lasso brevissimo di tempo. Una vera maratona web. Una ottantina di minuti di commenti, repliche, interviste tutte (o quasi) sulla Costituente e sul «grillicidio» in atto. L’ex senatore e attuale probiviro M5S non ci sta e prende le difese del fondatore.
«Il Movimento 5 Stelle senza Beppe Grillo non esiste, il Movimento 5 Stelle è Beppe Grillo», spiega l’ex ministro stellato. Sul suo format Controinformazione o «Teletoninelli», come ormai viene chiamato da alcuni contiani, l’ex ministro non si placa.
E attacca: «Se venisse cacciato Grillo, se venisse consentito a qualcheduno di fare il professionista della politica perché viene cancellato il limite dei due mandati e ulteriormente indebolito il potere degli iscritti», sottolinea Toninelli a proposito del futuro del M5S, «capite bene che è un partito come gli altri, padronale, con un leader e tutti gli altri allineati».
«Il percorso sembra stia portando verso una fine macabra, distruttiva del Movimento». Ma Toninelli non si limita ai suoi interventi. Va oltre. E intervista due tra i 300 saggi che stanno partecipando ai tavoli che decideranno i quesiti per la Costituente. L’ex senatore domanda, chiede quanti siano effettivamente i partecipanti (da 280 a 240 nella prima sessione).
Si fa raccontare i meccanismi che portano alla discussione, sottolinea quelle che a suo dire sono sbavature e rimarca il fatto — svelato dai «saggi» — che ai partecipanti venga sconsigliato di parlare dei contenuti anche con i parenti. Poi, alludendo al percorso impostato da Avventura Urbana, sbotta: « La democrazia diretta non è il voto di ratifica al lavoro fatto da altri».