AL QUIRINALE NON SI MUOVE UNA FOGLIA: SERGIO MATTARELLA RESTA IN SILENZIO DI FRONTE ALLO SCONTRO TRA PALAZZO CHIGI E MAGISTRATI. DAL COLLE, PRIMA DI PARTIRE CON LA “MORAL SUASION”, ASPETTANO CHE ARRIVINO PAROLE DISTENSIVE DA PARTE DI GIORGIA MELONI – UN POSSIBILE INCONTRO “CHIARIFICATORE” TRA IL CAPO DELLO STATO E LA PREMIER POTREBBE ARRIVARE GIÀ ALLA FINE DI QUESTA SETTIMANA. AL RITORNO DA VILNIUS, CON LA SCUSA DEL VERTICE NATO, LA DUCETTA SALIRÀ AL QUIRINALE – LA MANO TESA DI MANTOVANO ALLE TOGHE
-Estratto dell’articolo di Simone Canettieri per “il Foglio”
L’occasione è vicina. Già alla fine di questa settimana, una volta tornata in Italia, Giorgia Meloni potrebbe salire al Colle per informare il capo dello stato sulle decisioni del vertice Nato a Vilnius. Un incontro di prassi – tra la presidente del Consiglio e il capo del Consiglio supremo di difesa dopo un appuntamento così importante – che rischia di virare più che sull’Ucraina, sulla guerra ingaggiata dal governo contro la magistratura […]. Ecco perché il faccia a faccia è ancora in sospeso, pronto a essere sostituito, magari, da una discreta telefonata da far trapelare, ma anche no.
Tutto dipende da come Meloni intenderà gestire i casi giudiziari che stanno scuotendo la sua maggioranza, e in particolare i big del suo partito. […] Daniela Santanchè e i suoi guai societari […], Andrea Delmastro, sottosegretario alla Giustizia, che davanti all’imputazione coatta del gip è pronto a sfidare i giudici e l’Anm […] e infine Ignazio La Russa, presidente del Senato apparso sgraziato nella difesa d’ufficio del figlio, accusato di stupro.
Dalle parti del Quirinale per ora, nonostante le sollecitazioni che giungono dall’opposizione sponda Pd, non sono previsti interventi di moral suasion per “abbassare i toni”. Non sarebbe male, se arrivassero prima parole distensive da parte di Meloni.
Fino a domenica la linea dettata ai fedelissimi è stata quella di non alimentare lo scontro, dopo le parole incendiarie dei giorni prima, con la magistratura. Per qualche ora era baluginata anche l’ipotesi di un intervento da Riga, ieri […]. Ma poi alla fine […] la comunicazione del governo italiano ha deciso di procedere con normali dichiarazioni senza domande degli inviati.
Meloni ha preferito tirare dritta sui casi giudiziari che la tormentano (a cui ieri si sono aggiunte anche le parole del ministro dello Sport Andrea Abodi sulle “ostentazioni” del calciatore gay Jakub Jankto e sulla sortita à la Facci di Filippo Facci, amico di vecchia data della premier). “Adesso sono in ritardo. Alla fine del vertice Nato facciamo un punto stampa su tutto quanto”, ha aggiunto la leader mentre lasciava il palazzo del governo lettone per dirigersi verso la base militare ad Adazi.
Intanto, […] tutto si ferma e cade sulla casella del Quirinale, invocato e strattonato dalle opposizioni, in maniera più o meno plateale. Tuttavia come Sergio Mattarella ha dato a vedere finora l’automatismo non funziona. Anzi. Al massimo si pesano i silenzi […]. E dunque sulla giustizia, che è il vero possibile cortocircuito, si cercano dei punti di contatto fra Palazzo Chigi e il Quirinale.
A svuotare le trincee ci sta pensando il sottosegretario ed ex magistrato Alfredo Mantovano. Per quanto riguarda le critiche dell’Anm si cerca di far passare che non tutti i magistrati la pensano come Giuseppe Santalucia. […] Il tutto in attesa certo che la premier faccia una mossa. Anche perché nel frattempo il Colle deve ancora dare il via libera alle Camere alla discussione sul ddl Nordio sulla giustizia, licenziato dal governo lo scorso 15 giugno.
Non si tratta di firmare un decreto, ma di trasmettere il testo del disegno di legge al Parlamento che poi dovrà approvare, emendare e comunque discutere l’impianto di norme presento dal Guardasigilli. Ci vorrà qualche giorno tecnico per sbloccare la pratica. “Ma nessuna enfasi”, spiegano dalle parti di Sergio Mattarella a cui c’è un pezzo di politica che, in queste ore, fa arrivare la richiesta di un forte interventismo mediatico. Dimenticandosi forse dello stile della casa. Ecco perché la fisarmonica di Mattarella per il momento non espanderà i suoi poteri. Nemmeno sul caso Santanchè la cui presenza nel governo rimane, finché è lontana da una condanna, una questione di opportunità per chi l’ha proposta. E cioè Meloni. Stesso discorso per Delmastro.
[…] Mattarella presidia il perimetro della Costituzione e ha, questo sì, le sue idee. Che magari dirà alla premier, di persona, nel fine settimana o nel corso di una telefonata. Nel frattempo gli alleati Antonio Tajani e Matteo Salvini, seppur con fini diversi, dicono alla premier di abbassare i toni contro i pm. […]