"L'ALLEANZA M5S-PD NON FUNZIONA E SE A METÀ GIUGNO VERRÀ MESSA LA FIDUCIA SUL DECRETO AIUTI, TORNERÒ A FARE IL SENATORE…" – IL CAPODELEGAZIONE M5S AL GOVERNO E MINISTRO DELL’AGRICOLTURA, STEFANO PATUANELLI, CERTIFICA L’INSOFFERENZA RECIPROCA TRA DEM E GRILLINI: “NON POSSIAMO STARE ASSIEME SOLO NELLA CONVINZIONE CHE NON DEVONO GOVERNARE GLI ALTRI. CI SONO TROPPI SCONTRI. PARTIAMO DAL PROGETTO PER LA SICILIA, NON DAI NOMI – L’INCENERITORE A ROMA? ADESSO È EVIDENTE CHE TUTTE LE CRITICHE CHE VENIVANO FATTE A VIRGINIA RAGGI ERANO ASSOLUTAMENTE STRUMENTALI…”

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DRAGHI PATUANELLI

Federico Capurso per “la Stampa”

 

«L'Europa sta totalmente perdendo le sfide che il conflitto in Ucraina le sta ponendo». È un concetto che Stefano Patuanelli, ministro dell'Agricoltura e capodelegazione M5S al governo, ha in mente da tempo e che ora, parlando con La Stampa al termine del suo intervento al Forum organizzato da Bruno Vespa a Manduria, in Puglia, prende i toni di un ultimo appello. «L'Unione europea non ha dato segno - sottolinea più volte - di voler risolvere veramente i problemi che ha, a partire da quello energetico».

 

PATUANELLI

Servirebbe più coraggio, più velocità, una visione comune. Ma il filo delle difficoltà dell'Europa, passeggiando tra gli ulivi della masseria che ospita l'evento, sembra avere la stessa fibra dei grovigli che si creano quotidianamente nella costruzione dell'alleanza tra Cinque stelle e Pd: Patuanelli auspica anche qui più «progettualità», chiede di evitare «il continuo scontro sulle differenze», di «iniziare subito a confrontarsi» per offrire la migliore ricetta per il Paese. Insomma, «quella attuale non è la strada giusta». Vale per l'Europa come per l'alleanza con il Pd.

 

Il capodelegazione M5S è stato tra i primi a credere nella necessità di costruire una casa comune con i Dem e non ha smesso di farlo, ma «la nostra alleanza deve essere inserita in un progetto per il Paese, sulle cose che ci uniscono e sulla valorizzazione delle eventuali differenze, non in un continuo scontro sulle differenze. È qualcosa che non stiamo facendo - ammette - ed è ora di iniziare».

MARIO DRAGHI STEFANO PATUANELLI

 

Senza un confronto sui temi, anche l'accordo trovato sulle primarie del campo progressista per le elezioni regionali in Sicilia, il prossimo ottobre, rischia di vacillare. «Le primarie possono essere uno strumento utile, ma si deve partire da un progetto per la Sicilia, non dai nomi». L'idea della competizione pre elettorale piace nel Movimento anche all'assessore del Lazio Roberta Lombardi, che vorrebbe replicarla alle prossime Regionali, nella primavera del 2023, ma «lo stesso discorso della Sicilia - chiarisce Patuanelli - vale per il Lazio e per tutta l'Italia».

 

intervento del ministro stefano patuanelli foto di bacco (2)

Altrimenti, nella già fragile alleanza con il Pd, si creeranno più ostacoli che soluzioni, «perché non c'è ancora una piattaforma in cui ci si confronta sulle cose. Da tempo - fa notare -, si segue il flusso della quotidianità, senza disegnare un progetto alternativo alla destra. Non possiamo stare assieme solo nella convinzione che non devono governare gli altri: dobbiamo dimostrare all'Italia che abbiamo una ricetta migliore per il Paese».

Il nodo dell'inceneritore che il governo vorrebbe costruire a Roma ne è un segno tangibile. Il Pd spinge, il M5S frena. E le primarie tra alleati, in questo scenario, sembrano quasi un'utopia.

 

VIRGINIA RAGGI E ROBERTO GUALTIERI

Anzi, la possibilità che venga messa la fiducia sul decreto Aiuti, a metà giugno, oltre a incrinare l'intesa con i Dem rischia anche di mettere in crisi il governo. Patuanelli non vede «un motivo plausibile» per mettere la fiducia, ma se lo facessero?

«Tornerò a fare il senatore», risponde allargando le braccia. È la linea rossa del Movimento. Riconosce però ciò che ai romani è evidente da anni: «Mancano impianti di trattamento dei rifiuti a Roma, questo è sicuro. Li chiedeva anche Virginia Raggi e adesso è evidente che tutte le critiche che le venivano fatte erano assolutamente strumentali».

 

Ma con il governo, si chiede, «vogliamo riproporre un modello sbagliato o possiamo guardare più in là? Si potrebbe fare un impianto di trattamento meccanico post raccolta, ad esempio. A Barcellona funziona benissimo e riduce drasticamente l'ultima parte del rifiuto, quella non trattabile. L'incenerimento, invece, resta il modo peggiore per estrarre energia dai rifiuti».

inceneritore

 

La questione energetica è l'altro filo che lega da sempre il lavoro di Patuanelli al governo, prima da ministro dello Sviluppo economico, ora all'Agricoltura. Si scaglia contro «la miopia europea», che impone un tetto all'autoconsumo di energia rinnovabile delle aziende agricole e chiede a Bruxelles di trovare il coraggio per offrire una soluzione: «Di fronte all'evidente speculazione che c'è nel mercato dell'energia, non possiamo pensare di arrivare fino alla fine dell'anno senza aiutare le nostre filiere produttive. E se l'Europa non vuole altro debito né permetterci di usare nuovi strumenti, è tempo che sia lei a dare una risposta. E in fretta».

roberto gualtieri e virginia raggi sul balcone del campidoglio 8