"BONACCINI? SAREBBE LA MORTE DEL PD" – LA CORRENTE DEL PD CHE SMANIA PER ANDARE A LETTO CON IL M5S SCENDE IN CAMPO CONTRO L’AUTOCANDITATURA DI BONACCINI – I CAPETTI DEL PD A 5 STELLE - ORLANDO, PROVENZANO, EMILIANO E BOCCIA - NON HANNO UNA PERSONALITÀ ALTRETTANTO COMPETITIVA DA OPPORGLI, MA UNA MISSIONE SÌ: IMPEDIRGLI DI VINCERE IL CONGRESSO PER EVITARE IL RITORNO ALLA STAGIONE DEL RENZISMO, DI CUI IL PRESIDENTE DELLA REGIONE EMILIA-ROMAGNA È STATO UNO DEI PALADINI – MA NEPPURE SI PUÒ ARGINARE CON ELLY SCHLEIN: "CON LEI CALENDA SI PRENDEREBBE TUTTA L'ALA RIFORMISTA"

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Giovanna Vitale per Repubblica.it

 

renzi bonaccini

Si era capito da tempo, adesso è ufficiale. Stefano Bonaccini correrà per la guida del Pd. Il governatore emiliano sceglie il salotto tv di Otto e mezzo per rompere gli indugi e provare a bruciare i ponti alla sinistra interna, decisa a sbarragli la strada.

 

Per scrollarsi di dosso l'etichetta anti-grillina, sgradita agli avversari, dice che occorre riaprire il dialogo con il M5S. Quindi avverte: "Mi candiderò solo se può essere utile". Ma a un patto: "Dobbiamo prima capire in che direzione si vuole andare. Con le autocelebrazioni e le autocandidature non si va lontano. Abbiamo perso le elezioni perché non avevamo un profilo forte, un'identità precisa". Parole che suonano già come un programma.

 

La sinistra dem si oppone a Bonaccini

andrea orlando e giuseppe conte

Sa bene, Bonaccini, quanto sia inviso ai "compagni" dem, che non hanno una personalità altrettanto competitiva da opporgli, ma una missione sì: impedirgli di vincere il congresso per evitare - questo il timore - il ritorno alla stagione del renzismo, di cui lui è stato uno dei paladini. "Sarebbe la morte del Pd".

 

È quel che si ascolta in queste ore nel carosello di telefonate e riunioni in vista della direzione del 6 ottobre. O negli incontri riservati come quello, l'altro ieri, fra Provenzano e Bersani a due passi da Montecitorio.

 

Prima di parlare di nomi - è la tesi della sinistra dem - occorre ricostruire il partito, individuare "i temi che il M5S ci ha scippato brandendo un socialpopulismo di facciata", magari attraverso la Costituente proposta da Andrea Orlando, che prepari l'elezione del nuovo segretario.

peppe provenzano giuseppe conte compleanno bettini

 

Solo una comunità che ritrova le sue parole d'ordine potrà fare un'opposizione efficace in Parlamento. Senza fretta né forzature. Perché sbagliare adesso significherebbe aprire un'autostrada a Conte e Calenda.

 

No all'apertura ai 5S

C'è dunque bisogno di rallentare, non di accelerare come vorrebbe Letta, che conta di concludere le assise entro febbraio per scongiurare pericolosi vuoti di leadership. Ma "eleggere subito il suo successore non scioglierebbe i nodi che ci hanno portato alla sconfitta e rischierebbe anzi di aggravarli", ragionano a sinistra.

LETTA BETTINI BONACCINI

 

Ciò che invece servirebbe è una discussione seria su cos'è il Pd, come riconquistare il popolo che il 25 settembre ha preferito altro. Fermo restando che l'anima ex Ds non intende issare bandiera bianca. "Sia chiaro: noi non ce ne andremo mai, l'esperienza di Leu insegna che le scissioni sono fallimentari; né ci consegneremo ai 5S perché fare i vassalli di Conte non ci interessa", dice un autorevole esponente di quell'area.

 

marco rizzone con giuseppe conte e andrea orlando

"Il fatto è che, se prevalesse Bonaccini, la nostra gente potrebbe abbandonarci. I segnali li abbiamo già visti nelle urne: un pezzo di elettori ha votato 5S e Si perché ha ritenuto la nostra offerta troppo moderata". Una diaspora che certo non si può fermare "con la proposta para-renziana del governatore emiliano". Contro cui, è voce insistente, è ora tentato di scendere in campo pure il governatore campano Vincenzo De Luca. Ma neppure si può arginare con Elly Schlein: "Con lei Calenda si prenderebbe tutta l'ala riformista".

 

Stop al "palio" delle autocandidature

Su una cosa sono tutti d'accordo: il "palio di Siena" delle autocandidature (il copyright è di Francesco Boccia) va fermato. "Aver innescato questa gara significa non aver capito nulla di quanto è successo", va ripetendo Peppe Provenzano.

 

renzi bonaccini

"Se c'è la voglia di cambiare radicalmente il partito ci sono", altrimenti "la corsa a X Factor la lascio ad altri", taglia corto Nardella. Un pit stop necessario. Da sinistra è il sindaco di Bologna, Matteo Lepore, a rilanciare l'idea della Costituente: "Non stiamo cercando una persona, ma di ricostruire una comunità e un progetto per il Paese". Dunque, "ci serve il tempo giusto per ascoltare. Se la politica torna a parlare senza ascoltare rischia di parlare allo specchio".

STEFANO BONACCINI ENRICO LETTA