"DIETRO L'ENFASI SUL QUIRINALE SI NASCONDE IL VUOTO DEI PARTITI" - SABINO CASSESE: "DISTOGLIE DALLE COSE PIÙ IMPORTANTI DI CUI OCCORREREBBE OCCUPARSI. LA SCUOLA. LE PENSIONI. LA SANITÀ. IL LAVORO - I PRESIDENTI DELLA REPUBBLICA? SONO STATI EX PRESIDENTI DELLA CAMERE, O EX PREMIER O VICEPREMIER, INSOMMA FIGURE CHE I 1008 GRANDI ELETTORI DEBBONO CONOSCERE BENE. UNA DELLE GRANDI SAGGEZZE DELLA DC FU CHE NON SCELSE MAI UN CAPOCORRENTE, SALVO ANTONIO SEGNI - UN SUCCESSORE DI MATTARELLA A TERMINE? NON SI PUÒ FARE VIOLENZA ALLE ISTITUZIONI…"
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Estratto dell'articolo di Concetto Vecchio per "la Repubblica"
Professor Sabino Cassese, giudice emerito della Consulta, lei ha dedicato qualche libro alla presidenza della Repubblica. Questa vigilia è diversa dalle altre?
«Oh, sì. C'è un eccesso di enfasi che mi preoccupa. Distoglie dalle cose più importanti di cui occorrerebbe occuparsi. La scuola. Le pensioni. La sanità. Il lavoro. E invece tutto ruoto attorno al Quirinale».
[…] C'è una costante nei dodici inquilini del Quirinale?
«Sono stati ex presidenti della Camere, o ex premier o vicepremier, insomma figure che i 1008 grandi elettori debbono conoscere bene. Una delle grandi saggezze della Dc fu che non scelse mai un capocorrente, salvo Antonio Segni».
Cosa temeva?
«Checché se ne dica, il Presidente della Repubblica ha un grande potere, superiore a quello di un presidente degli Stati, se è omogeneo al governo ed è espressione della maggioranza parlamentare. Potrebbe, nel caso di un leader politico, potenzialmente disporre dei numeri necessari per fare passare i provvedimenti che gli stanno a cuore. Ecco perché si è sempre evitato di scegliere un capocorrente».
Se Draghi va al Quirinale chi fa le consultazioni per il nuovo governo?
«Lui. È un presidente in carica, le fa lui dopo avere giurato».
La convince la legge che vuol abolire il semestre bianco e imporre il divieto alla rielezione?
«È giusta nel merito. La rieleggibilità non è prevista neanche per i giudici della Consulta, secondo l'articolo 135 della Costituzione. Perché non dovrebbe valere anche per il capo dello Stato?».
È stato letto come un favore a Mattarella.
«Per niente. Ha ragione Zanda: una simile proposta si presenta alla fine del settennato, non all'inizio».
Che stile ha avuto Mattarella?
«A metà tra Einaudi e Ciampi».
C'è chi immagina un successore a termine.
«Non si può fare violenza alle istituzioni. Stiamo parlando del Presidente della Repubblica. Nessun candidato potrebbe mai accettarlo». […]