"UNA DONNA AL QUIRINALE" – IL MOVIMENTO E’ BALCANIZZATO, CONTE NON CONTROLLA I GRUPPI E VEDE COME IL FUMO NEGLI OCCHI LE IPOTESI BERLUSCONI E DRAGHI. NON GLI RESTA CHE GIOCARE LA CARTA PARACULA DI UNA DONNA “CHE ABBIA LARGO CONSENSO” - SEVERINO, MORATTI, BELLONI MA ANCHE CARTABIA E CASELLATI I NOMI IN CAMPO…
-Matteo Pucciarelli per repubblica.it
Una donna al Quirinale. Un "profilo alto" - come si suol dire in questi casi - ma soprattutto nella convinzione che i tempi siano maturi affinché il prossimo capo dello Stato, per la prima volta nella storia, non sia un uomo. Passate le festività, il presidente del M5S Giuseppe Conte rivolgerà questo appello ai leader degli altri partiti. Non solo a Pd e sinistra, con i quali un ragionamento in questo senso era stato già fatto nei giorni scorsi, ma anche alla destra. Perché la nomina di una donna al Colle, al di là dello schieramento di appartenenza, darebbe un segnale di reale volontà di innovazione delle istituzioni e della politica.
Le trattative vere e proprie entreranno nel vivo a gennaio ma Conte è intenzionato a giocare la partita dei 5 Stelle su un doppio binario: l'estremo realismo, e quindi un'offerta chiara al centrodestra che sulla carta, con i voti anche di Italia Viva, ha i numeri dalla propria parte; ma anche provando a mettersi alla guida di un processo di rottura, per certi rivoluzionario, in un sistema ancora a forte trazione maschile. Le scelte in questo senso non mancano: Paola Severino, Letizia Moratti, Elisabetta Belloni, solo per citarne alcune.
Ma anche su Marta Cartabia, autrice della rifoma che ha smontato la legge Bonafede, e su Maria Elisabetta Casellati, la presidente del Senato spesso finita nel mirino del Movimento sia per reali o presunte forzature dei regolamenti dell'assemblea che per un utilizzo quantomeno disinvolto dei voli di Stato, "preclusioni non ce ne sono", assicura un fedelissimo dell'ex presidente del Consiglio.
Una donna al Quirinale anche per allontanare i due nomi che si trovano nella "black list" del M5S. Il primo è Silvio Berlusconi e le ragioni della contrarietà di tutto il partito sono politiche, storiche, simboliche; anche se il corso del Movimento si è normalizzato, lo "psiconano" (come lo definiva Beppe Grillo sul suo blog ai tempi d'oro) al Colle è una linea che Conte e i suoi non oltrepasseranno mai. Il secondo, seppur con una tonalità di "nero" meno proibitiva, è Mario Draghi.
Promuoverlo aprirebbe automaticamente le porte a un semipresidenzialismo di fatto, è il ragionamento che si fa nel dietro le quinte. Non solo, perché il timore di Conte e dei suoi è che, senza il peso di Draghi a Palazzo Chigi, il M5S che si troverebbe costretto ad appoggiare un tecnico sul solco del draghismo non riuscirebbe a farlo con i numeri attuali, senza insomma una nuova emorragia.
La pattuglia dei 5 Stelle nelle due Camere è ad oggi composta da 234 persone, su un totale di 1.009 elettori. Un numero pesante ma non per forza decisivo, per questo occorrerà un complicato lavoro di diplomazie e intese trasversali. Ma anche comunicativo e in questo senso la proposta al femminile ha l'obiettivo, anche, di parlare al resto del Paese.