"JENA": IL VISIONARIO E L'AVVOCATO: POTREBBE ESSERE UN FILM DI TERZA VISIONE" - COME FINIRA’ L’ARMAGEDDON CONTE-GRILLO? L’USURPATORE CON LA POCHETTE NON HA INTENZIONE DI FARE PASSI INDIETRO: NEL VOTO SUL DIRETTORIO SI MISURERANNO LE FORZE DEI 2 SCHIERAMENTI – IL DAGO-RETROSCENA: "SE DOVESSE AVERE AL SUO FIANCO UN TERZO DEI SENATORI E LA METÀ DEI DEPUTATI, GRILLO ANDRÀ AVANTI CONTRO CONTE. NEL CASO IN CUI I GRILLINI NON RISPONDESSERO AL RICHIAMO DELLA FORESTA, BEPPE-MAO POTREBBE ACCONTENTARSI DI..."
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FILM
Jena per “La Stampa”
Il Visionario e l' Avvocato: potrebbe essere un film di terza visione.
CONTE-GRILLO
Marco Conti per “il Messaggero”
«Stiamo con Conte, ma nel Movimento». Un paio di assemblee di parlamentari M5S certificano la spaccatura ma svelano sfumature non da poco. Archiviare Grillo può essere facile per molti, ma mettersi alle spalle simbolo e storia del Movimento è complicato anche per i turbo-contiani alla Patuanelli e Taverna.
E così, tutti zitti sperando che Fico e Di Maio compiano il miracolo in una giornata di silenzio e trattative riservate dove si nota l'iniziativa dell'ex reggente Vito Crimi che, in qualità di membro anziano del comitato di garanzia, ottempera alla diffida di Beppe Grillo e avvia le pratiche per il voto del direttorio, ma sulla piattaforma SkyVote e non su Rousseau.
LE CARTE
«Un atto dovuto», spiegano, che però aumenta la confusione, prende in contropiede Grillo che non ha ancora formato la possibile cinquina di candidati - anche se per il voto serviranno altre due settimane - e conferma quanto sia complicato riavvicinare le due parti. Se il voto sul direttorio diventerà il luogo dove misurare la forza dei due schieramenti, è presto per dirlo.
Eppure quella votazione potrebbe rappresentare per i contiani l'ultima occasione per riprendersi il Movimento anche perché non si voterebbe più sulla piattaforma di Davide Casaleggio - che tante soddisfazione ha sinora dato a Grillo - ma su quella scelta da Conte e Crimi. Malgrado l'iniziativa di Crimi - che continua a meditare se restare nel Movimento - non tutti i supporter dell'ex premier hanno fretta di fare armi e bagagli e mollare dieci-quindici anni di storia personale.
Conte non ha intenzione di fare passi indietro e nessuno dei suoi ha intenzione di chiedergli di mettere «nel cassetto» il suo progetto politico. La frenata però ieri c'è stata e si è vista dopo la visita di prima mattina di Luigi Di Maio a Giuseppe Conte.
Un'ora di colloquio tra l'ex capo politico del M5S e l'ex premier, costruito proprio sull'incertezza che si coglie anche nei più convinti sostenitori di Conte e sulla convinzione che anche l'Elevato si sia accorto di aver esagerato, al punto da essere tornato con un video su quel post di tre giorni prima con il quale ha fulminato le ambizioni dell'avvocato di Volturara Appula.
Spaccare il Movimento, organizzare gruppi parlamentari e poi un partito, oltre a non essere una cosa semplice, rischia di deludere ancor prima dell'appuntamento elettorale del 2013. Gli esempi non mancano, sia a destra che a sinistra, e tengono Conte fermo in attesa di comprendere se la pressione su Grillo di parlamentari e iscritti ha effetto.
Segnali importanti dalla Liguria per ora non arrivano, se non la disponibilità ad incontrare i parlamentari per discutere ancora di quella bozza di statuto che ancora non conosce nessuno. Senatori e deputati lo hanno chiesto ed è un buon motivo per cercare di rinviare la conta finale dalla quale, per ora, si sono tirati fuori due big come Di Maio e Fico che stanno cercando di tenere unito il Movimento partendo proprio dai gruppi parlamentari.
IL TORMENTONE
Il tentativo è destinato ad occupare tutto il fine settimana e non è detto che vada a buon fine. Grillo rimane convinto che non vadano toccati i suoi poteri da garante. Conte non vuole esercitare una leadership condizionata dalle scelte e dagli umori dell'Elevato.
Pesa però anche il pessimo giudizio dato da Grillo su Conte e che ha avuto il merito di offuscare gli anni a palazzo Chigi. Il diretto interessato dice di volerne fare una questione personale e ovviamente sarebbe disposto a passarci sopra qualora venisse accolta la richiesta di mettere ai voti lo statuto. Per ora però questo non avviene anche perché è proprio su quel testo che va cercato un complicatissimo equilibrio in grado di salvaguardare il ruolo del Fondatore e le prerogative di Conte.