"LETTA, DI MAIO E DRAGHI HANNO AGITO PER FARMI FUORI” – GIUSEPPE CONTE: “IL COMPLOTTISMO NON MI APPARTIENE, PERÒ NON È TUTTO NORMALE. I DUE MANDATI? AVREI VOLUTO DELLE ECCEZIONI – SULLA POLITICA ESTERA CON DI BATTISTA NON C’E’ ACCORDO – I RAPPORTI CON GRILLO? ORA BUONI, IN PASSATO ABBIAMO AVUTO UN MOMENTO DI VERO SCONTRO - È STATO DELUDENTE E INCOMPRENSIBILE IL COMPORTAMENTO DEL PD E LETTA DEVE SPIEGARE LE ALLEANZE CHE HA FATTO - CALENDA SI STA AUTODISTRUGGENDO E RENZI HA IL MERITO DI CURARE BENE I SUOI INTERESSI – LA FAMOSA TELEFONATA DRAGHI-GRILLO DEL ‘FAI FUORI CONTE’? IO CREDO A GRILLO”


Estratto dell’articolo Luca Monticelli per “la Stampa”

 

giuseppe conte 1

La caduta del governo va attribuita alla volontà di Mario Draghi, Enrico Letta e Luigi Di Maio.

 

C'è questa convinzione nelle parole del leader del Movimento 5 stelle Giuseppe Conte, intervistato dal direttore de La Stampa, Massimo Giannini, per la trasmissione "30 minuti al Massimo" (versione integrale su lastampa.it).

 

Draghi ha davvero telefonato a Beppe Grillo chiedendogli di sostituire Conte dal vertice del Movimento? «Io credo a Grillo», risponde l'ex premier, accreditando il racconto del sociologo Domenico De Masi, grande amico del comico genovese.

 

GIUSEPPE CONTE BEPPE GRILLO

«Draghi e Letta sono stati zitti mentre Di Maio metteva a repentaglio l'equilibrio della maggioranza», spiega. Per Conte non esiste né l'agenda Draghi né un Draghi bis dopo il voto: «Basta con il decisionismo autoreferenziale». Dal canto suo, il capo del Movimento lancia una proposta sul lavoro di bertinottiana memoria: «36 ore settimanali a parità di salario».

 

[…] Rocco Casalino: perché l'ha lasciato a casa?

«Non l'ho lasciato a casa, lui l'ha dichiarato: ha pensato più volte di correre alle parlamentarie del Movimento, ma ha deciso di non farlo. Mi ha detto che era tentato, però ha comunque un incarico importante nella comunicazione».

 

GIUSEPPE CONTE ROCCO CASALINO E IL TAVOLINO MEME

Era d'accordo con Grillo sulla regola dei due mandati?

«Non nascondo che ho valutato con Grillo di introdurre delle eccezioni, ma abbiamo convenuto alla fine che si rischiava di dare un messaggio sbagliato, che dietro ogni deroga si nascondesse uno stravolgimento della regola».

 

Perché non Di Battista?

«Abbiamo parlato insieme di un suo coinvolgimento, però è emerso che su alcune linee di politica estera non c'era un pieno accordo. Il Movimento vuole dare un contributo critico e costruttivo all'interno dell'alleanza euro-atlantica, lui ha una linea più radicale».

 

BEPPE GRILLO E ALESSANDRO DI BATTISTA

Come sono i suoi rapporti con Grillo?

«Molto buoni, ci sentiamo costantemente. In passato c'è stato un momento vero di scontro e di visioni diverse. Poi c'è stata una ricomposizione, si è trovato un equilibrio e ora riusciamo a collaborare».

 

Con Virginia Raggi ci sono state delle frizioni?

«Personalmente nessuna frizione e nessuna ruggine. Lei ha dato un'interpretazione errata delle regole, ha fatto tre mandati perché aveva il mandato zero, quindi li ha esauriti. È la regola che vale per tutti. […]».

 

virginia raggi giuseppe conte

[…]  Il reddito di cittadinanza va corretto? La destra lo abolirà.

«Eliminare un sistema di protezione sociale come questo - con l'Istat che ha detto che abbiamo salvato un milione di persone dalla povertà - sarebbe veramente una follia. Corriamo il rischio di una rabbia sociale, di una ribellione che non riusciremo più a contenere. Ne va della coesione sociale, non scherziamo».

 

[…] Dal 2018 alle europee avete perso 6 milioni di voti, vi siete più che dimezzati. Oggi a chi parla il Movimento 5 stelle?

«A quell'Italia che non conta, invisibile, ai lavoratori sottopagati e precari, ai giovani, le donne, i piccoli imprenditori, i commercianti».

 

giuseppe conte enrico letta 2

Più ci si avvicina al 25 settembre e più il tema sarà quello del voto utile per non far vincere la destra.

«[…] Nel Pd hanno le idee assolutamente confuse. Letta aveva stretto un accordo con Calenda e l'obiettivo era rivedere il reddito di cittadinanza e il Superbonus. Oggi invece il Pd dice di essere una forza sociale ed ecologica, tutto il contrario di tutto».

 

È finita per sempre con il Pd di Letta?

GIUSEPPE CONTE LUIGI DI MAIO

«Non c'è rancore, ma Letta deve spiegare al suo elettorato le alleanze che ha fatto, addirittura con Fratoianni e Bonelli, dopodiché si vedrà. È stato deludente e incomprensibile il comportamento del Pd, certamente i cittadini non credono alla favoletta di Letta "non andiamo con il Movimento perché ha fatto cadere il governo Draghi". Come mai il Partito democratico parla di noi quando sapeva che non potevamo accettare una norma sull'inceneritore a Roma?

 

CONTE DRAGHI

Di Maio, il ministro degli Esteri, durante il conflitto in Ucraina, ha creato uno smottamento nell'equilibrio precario della maggioranza e ha formato una nuova formazione, accusando il Movimento 5 stelle di essere una minaccia per la sicurezza nazionale. Né il presidente del Consiglio, che è venuto in Parlamento e non ha voluto dialogare, né il Pd hanno detto nulla».

 

È stata una congiura verso di lei?

«La chiami lei congiura, il complottismo non mi appartiene, però non è tutto normale».

 

GRILLO DI BATTISTA

Pensa che la famosa telefonata Draghi-Grillo del «fai fuori Conte» sia vera?

«Io a Grillo credo».

 

Con Letta e Di Maio vi siete più sentiti?

«No».

 

[…] Questa destra è un pericolo per la democrazia?

«No, perché non mi va di dare patenti di legittimità, ma è inaffidabile […]».

 

[…] Calenda e Renzi che ruolo giocano con il Terzo polo?

«È un polo che non ha una consistenza politica significativa. Calenda si sta autodistruggendo, avrà il grande merito di consentire a Renzi di restare in Parlamento, complimenti. Lui che ha criticato Renzi in tutti i modi per il rinascimento saudita e diceva che la sua politica gli faceva orrore».

 

E Renzi che meriti ha?

MATTEO RENZI E GIUSEPPE CONTE COME LUKAKU E IBRA

«Di curare bene i suoi interessi».

 

Con che percentuale si considera soddisfatto il 26 di settembre?

«Molto alta, sicuramente a due cifre, siamo molto ambiziosi».

 

Se alle elezioni non vince nessuno ci sarà un Draghi bis?

«Non ci sono prospettive su questo perché il diretto interessato non è disponibile e l'ha dimostrato anche in questa fase di crisi: ha preso la palla al balzo e ha voluto imprimere un segno di irrevocabilità alle sue dimissioni. […] Sul metodo facciamo attenzione, uno dei problemi è stata proprio la scarsa dialettica politica. Se il metodo Draghi è quello del decisionismo autoreferenziale, che si può giustificare solo in un contesto di emergenza, io ribadisco: attenzione che siamo in una democrazia parlamentare».

LUIGI DI MAIO ENRICO LETTA BY OSHO
GIUSEPPE CONTE E LA DEPOSIZIONE DI DRAGHI - BY EDOARDO BARALDI
VIRGINIA RAGGI GIUSEPPE CONTE