"MI STANNO AVVELENANDO, NON HO PIÙ TEMPO". L’EX PRESIDENTE DELLA GEORGIA SAAKASHVILI SCRIVE A MACRON DAL CARCERE - IL DOCUMENTO SCRITTO A MANO CON GRAFIA INCERTA E LA SIGLA SOS È STATO CONSEGNATO ALL’INVIATA A TBILISI DEL QUOTIDIANO FRANCESE "LE MONDE". SAAKASHVILI, NEMICO GIURATO DI PUTIN, PESA 40 KG E NON SI REGGE IN PIEDI - SECONDO IL TOSSICOLOGO AMERICANO METALLI COME L'ARSENICO E IL MERCURIO SONO ENTRATI NEL CORPO DI SAAKASHVILI...

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Stefano Montefiori per www.corriere.it

 

LETTERA Mikheil Saakashvili A MACRON

L’ex presidente della Georgia e nemico giurato di Putin, Mikheil Saakashvili , in carcere a Tbilisi con una condanna a sei anni, chiede aiuto al presidente francese Emmanuel Macron: «Ho lottato per tutta la vita per la libertà e le riforme in Georgia e in Ucraina e contro la politica imperialista russa. Putin mi considera come uno dei suoi principali nemici. Ha pubblicamente promesso di uccidermi (…) Sono stato avvelenato in prigione. Sto morendo, non ho più molto tempo». Saakashvili ha fatto avere la lettera, scritta a mano, con grafia incerta e preceduta dalla sigla SOS, all’inviata a Tbilisi del quotidiano francese Le Monde.

 

Saakashvili, 54 anni, è stato uno dei protagonisti dei movimenti filo-europei e anti-russi nello spazio ex sovietico, tra colpi di scena, cadute in disgrazia e risurrezioni. Nato in Georgia ai tempi dell’Urss, dopo gli studi negli Stati Uniti e l’esordio professionale in uno studio di avvocati newyorchese, a metà degli anni Novanta è tornato come collaboratore dell’allora presidente Chevarnadze prima di allontanarsene e partecipare alla “rivoluzione delle rose” del 2004. Presidente della Georgia dal 2004 al 2013, Saakashvili è poi diventato nel 2015 cittadino ucraino e governatore della regione di Odessa, in virtù di un rapporto di alleanza poi diventato rivalità con l’allora presidente Poroshenko. «Salvare l’Ucraina significa salvare anche la Georgia, perché i due Paesi lottano contro uno stesso nemico, la Russia», diceva allora.

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La lettera a «Le Monde» e Macron

Esiliato a New York dopo la rottura con Poroshenko, Saakashvili è tornato in Ucraina nel 2019, richiamato dal nuovo presidente Volodymir Zelensky che lo ha nominato alla guida del Consiglio nazionale delle riforme. Ma un anno dopo Saakashvili annuncia di volere tornare nel suo Paese natale, la Georgia, e nell’ottobre 2021 viene subito arrestato al suo arrivo Tblisi, con un’accusa di «abuso di potere» per il quale è stato già condannato in contumacia a sei anni di carcere.

 

Dopo uno sciopero della fame per protestare contro una condanna considerata ingiusta, le sue condizioni sono peggiorate in modo drammatico, e pochi giorni fa la sua squadra legale ha reso noto un rapporto medico secondo il quale Sakashvili è stato avvelenato. Secondo il tossicologo americano David Smith, «con un ragionevole grado di certezza medica, metalli pesanti come il mercurio e l’arsenico sono entrati nel corpo dell’ex presidente dopo la sua detenzione». I medici autori del rapporto, datato 28 novembre, sostengono che Saakashvili sta ricevendo cure inutili o dannose e che senza un trattamento adeguato, «che sembra essere stato negato o non è disponibile», rischia una morte imminente.

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