"PER NOI, ARCURI NON DEVE PIÙ FARE IL COMMISSARIO NÉ AVERE TUTTI QUEI POTERI" - AL TAVOLO DI TRATTATIVA PER IL NUOVO GOVERNO, I RENZIANI CHIEDONO L'ENNESIMA TESTA, DOPO QUELLE DI BONAFEDE E CATALFO - L'OSSESSIONE DI ITALIA VIVA DI METTERE NERO SU BIANCO OGNI SINGOLO ACCORDO - FINO A QUANDO FICO RICORDA: "NÉ POSSIAMO DAR VITA A UN QUALCOSA CHE SIA LONTANAMENTE ASSIMILABILE A UN PROGRAMMA DI GOVERNO" - I VOLPONI PD: "MA DAVVERO CREDETE CHE LA SORTE DEL GOVERNO SI DECIDE QUA DENTRO?"

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Estratto dell'articolo di Tommaso Labate per il "Corriere della Sera"

 

Arcuri Conte

[…] Roberto Fico, il titolare del mandato esplorativo, a quell'ora è già uscito dai radar. Ha abbandonato la riunione già da un pezzo, dopo averla inaugurata poco prima delle dieci consegnando al tavolone il primo colpo di scena della giornata. «Vi avviso che non ci sarà alcun documento scritto. Né possiamo dar vita a un qualcosa che sia anche solo lontanamente assimilabile a un programma di governo. Quella è materia del presidente incaricato», è il ragionamento del presidente della Camera che lascia a bocca aperta tutti i presenti, a cominciare dai renziani che avevano trasformato lo «scripta manent» in una specie di precondizione per andare avanti. «Un qualcosa di scritto serve», scalpita Davide Faraone, leader dei senatori Iv.

davide faraone foto di bacco

 

«Non si può, non possiamo andare contro la Costituzione», replica dai banchi di Leu il duo De Petris-Fornaro. «Allora che si faccia un verbale», incalza Faraone inaugurando un filone tipo legal thriller americano, quello in cui uno tra difesa e accusa fa una domanda al teste e l'altro risponde con «obiezione, vostro onore» […] Marcucci e Delrio lanciano sul tavolo tre tasselli sul lavoro, lasciando intendere che il dicastero oggi in quota M5S potrebbe finire al Pd.

 

«Ammortizzatore unico, parità salariale, piena occupazione femminile». La rissa che si aprirà nel pomeriggio sulla riforma elettorale sarà più wrestling che boxe. Quando i siti e le agenzie danno conto dello scontro che avviene dentro sul proporzionale («Allora che ci siano le preferenze e sia messo per iscritto», dice Rosato, solita risposta sul «per iscritto no»), le voci di dentro sono unanimi.

 

ETTORE ROSATO

Uno dei più scafati del tavolo, a microfoni spenti, ore 17: «Ma davvero credete che la sorte del governo si decide qua dentro? Stiamo facendo ammuina per riempire il tempo, la partita vera si sta giocando fuori. A seconda di quello che succede fuori, Renzi manda messaggini ai suoi per dirgli di alzare o meno la temperatura dello scontro...».

 

Due ore dopo gli animi si surriscaldano. «Per noi, Arcuri non deve più fare il Commissario né avere tutti quei poteri», è il ragionamento di Faraone. «Non è questa la sede», rispondono dalle delegazioni di M5S e Leu. «Allora che sia messo per iscritto che...», replica. «Non possiamo mettere nulla per iscritto», controreplica. Un elenco infinito di obiezione vostro onore, accolte, respinte, mentre fuori si fa buio. E stamattina si ricomincia.

NICOLA ZINGARETTI ROBERTO FICO