"I PARTITI SONO TUTTI UGUALI, NESSUNO PENSA AI LAVORATORI” - LO SCIOPERO DI CGIL E UIL E’ UN ATTO D’ACCUSA PER LA POLITICA CHE E’ SEMPRE PIU’ DISTANTE DAL PAESE REALE: “CHI LAVORA SUI PONTEGGI NON PUÒ SMETTERE DI LAVORARE A 67 ANNI”, “HANNO ANNUNCIATO L'ASSEGNO UNICO PER I FIGLI E POI HANNO TOLTO LE DETRAZIONI: COSÌ 1.350.000 FAMIGLIE AVRANNO MENO SOLDI DI PRIMA. HANNO AUMENTATO LE PENSIONI MINIME DI 9 EURO LORDI, CRESCE IL PRECARIATO CON LE ASSUNZIONI A TEMPO DETERMINATO…”

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Paolo Griseri per “la Stampa”

 

LO SCIOPERO GENERALE DI CGIL E UIL

Tutta colpa dei partiti. Il popolo di Cgil e Uil scende in piazza convinto che se non ci fosse il parlamento con i suoi veti, un accordo con Draghi sulla manovra si sarebbe potuto trovare. Di fronte alla folla di piazza del Popolo, Landini e Bombardieri dicono esplicitamente chi è il colpevole: «Le piazze oggi sono piene e i seggi elettorali sono vuoti. I partiti riflettano».

 

La piazza di Roma è un grande cerchio diviso a metà: a sinistra del palco le bandiere rosse della Cgil, a destra quelle blu della Uil. A lungo i due gruppi convivono affiancati senza mischiarsi, come il dentifricio bicolore nel tubetto. Anni di divisioni sindacali non si risolvono con uno sciopero generale. La grande scritta sul palco promette: «Insieme per la giustizia».

LO SCIOPERO GENERALE DI CGIL E UIL

 

Che è giustizia sociale, fiscale, pensionistica, per la sicurezza. Prima dell'intervento dei leader dei due sindacati vanno al microfono i delegati delle fabbriche e degli uffici. In piazza c'è lo striscione della Gkn, la fabbrica metalmeccanica di Campi Bisenzio dove rischiano il posto, per delocalizzazione, oltre 420 dipendenti. Parlano i bancari di Mps. Interviene il segretario degli edili e mette insieme la questione della sicurezza e quella delle pensioni: «Chi lavora sui ponteggi non può smettere di lavorare a 67 anni».

 

CARLO BONOMI E MAURIZIO LANDINI

L'aumento degli incidenti sul lavoro è lì a dimostrarlo. La richiesta è di prevedere la pensione anticipata per le categorie di lavoratori usurati. Tutte questioni drammaticamente reali, da tempo sui tavoli di confronto senza per ora trovare soluzioni. E questa è certamente una delle spinte che hanno portato alla mobilitazione i sindacati. Ma nelle cinque piazze italiane delle manifestazioni di ieri c'è anche altro. Il passo in più lo fa Gianluca, 54 anni, che si trasforma per l'occasione in uomo sandwich. Porta al collo un cartello con questo slogan: «Destra e sinistra unite contro lavoratrici e lavoratori: come i ladri di Pisa, di giorno litigano e di notte rubano insieme».

 

mario draghi e maurizio landini

Scusi signor Gianluca, questo è puro qualunquismo. Tutti uguali, tutti rubano. «Per me i partiti che non accettano le richieste dei lavoratori sono tutti uguali. Stanno lì in Parlamento e non risolvono i nostri problemi». Ma se sono in Parlamento, se governano, è perché qualcuno li ha votati «Io non li ho votati, ho votato a sinistra ma il partito non ha avuto rappresentanti in Parlamento».

 

Quindi si sente libero di dire che sono tutti uguali? Salvini come Letta? «Sulle cose che riguardano i lavoratori sì. Hanno annunciato l'assegno unico per i figli e poi hanno tolto le detrazioni: così 1.350.000 famiglie avranno meno soldi di prima. Hanno aumentato le pensioni minime di 9 euro lordi, cresce il precariato con le assunzioni a tempo determinato, finiremo in pensione a 71 anni. Basta tutto questo per dire che sono tutti uguali?». Gianluca è un fiume in piena. Eppure non è un impulsivo. È un pragmatico romagnolo, responsabile territoriale della sicurezza a Cervia. È di sinistra, ma, dice orgoglioso, «sono iscritto alla Cgil e all'Anpi, non a un partito».

operaio 8

 

 Che il popolo sia rappresentato dai sindacati e non dai partiti lo dicono dal palco anche i leader della protesta. Landini attacca: «L'Italia è qui, in piazza, a ricordare i problemi del lavoro. I partiti sono sempre più chiusi nel palazzo e non si pongono il problema che ormai metà del corpo elettorale non va a votare e non si sente rappresentato». E Bombardieri spara: «È strano dire che noi non rappresentiamo il Paese reale. Lo dicono i commentatori che guadagnano 150 mila euro all'anno». Landini se la prende anche «con i giornali che pubblicano tabelle e parlano di manovra espansiva ma espansiva per chi?».

 

operaio 7

Insomma se populismo deve essere, comincia dalla testa. In una strana nemesi storica, i leader di Cgil e Uil praticano oggi nei confronti del Parlamento la stessa operazione che Renzi tentò invano nei loro confronti nel 2014: trattano i partiti come un corpo intermedio poco rappresentativo. Non deve stupire dunque se in piazza del Popolo si presenta un solo esponente della politica, il leader di Sinistra unita Nicola Fratoianni. Che attacca: «La manovra non combatte le diseguaglianze». Fin dall'inizio del governo Draghi Sinistra italiana è all'opposizione «per garantire la dialettica democratica».

operaio 4

 

Riuscirà la manovra di Landini e Bombardieri a mettere il Palazzo nell'angolo? Gianluca è certo che «se non otterremo risultati andremo avanti fino in fondo». Altri scioperi separati? «Questo è separato, non c'è la Cisl è vero, ma loro manifestano sabato. Anche loro chiedono modifiche a questa legge di bilancio». Quando nelle cinque piazze italiane si arrotolano le bandiere, i palchi lasciano spazio alle polemiche dei partiti e alla consueta guerra delle cifre. Ma questa volta le differenze sono enormi.

 

operaio 2

Il comunicato di Confindustria parla di «adesioni tra il 5 e il 7 per cento», quello della Cgil dice che ha scioperato l'85 per cento dei lavoratori. Volendo stare a metà strada, dovrebbe essere rimasto a casa il 40 per cento. In concreto nello sciopero di ieri ciascuno può leggere la sua verità. L'unica certezza, a fine giornata, è che nelle fabbriche e negli uffici i problemi sono enormi e la crisi rischia di farli esplodere. Ma pochi, dentro o fuori dal Parlamento, sembrano in grado di affrontarli e risolverli. -