"L’OCEANO NON È LA FOGNA PRIVATA DEL GIAPPONE" – SCAZZO IN CORSO TRA PECHINO E TOKYO DOPO CHE IL GIAPPONE HA ANNUNCIATO CHE SCARICHERÀ IN MARE L’ACQUA USATA PER RAFFREDDARE I REATTORI NUCLEARI DELLA CENTRALE DI FUKUSHIMA - SECONDO L’AGENZIA INTERNAZIONALE PER L’ENERGIA ATOMICA L’OPERAZIONE NON HA DEI RISCHI PER L’AMBIENTE – DOPO LE PROTESTE DELLA CINA, TOKYO SCODELLA DEI REPORT CHE INCHIODANO PECHINO: LA CINA GETTA NELL'OCEANO ACQUA 6,5 VOLTE PIÙ RADIOATTIVA

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Estratto dell'articolo di Gianluca Modolo per “la Repubblica”

 

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La valutazione positiva dell’Aiea è arrivata. Il Giappone è pronto a scaricare nell’Oceano Pacifico 1,3 milioni di tonnellate di acqua radioattiva trattata, usata per raffreddare i reattori nucleari danneggiati della centrale di Fukushima, già da quest’estate.

 

Un processo che richiederà tra i 30 e i 40 anni. Un progetto che sta però incrinando i già difficili rapporti tra Tokyo e Pechino e che continua a suscitare l’allarme pure della Corea del Sud, delle isole del Pacifico, dei pescatori nipponici e degli ambientalisti.

 

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Nella capitale giapponese Rafael Grossi, direttore dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica, ha consegnato nelle mani del primo ministro Fumio Kishida il tanto atteso report sulla fattibilità dell’operazione.  Il rilascio avrà un impatto «trascurabile» sull’ambiente e le persone, sostiene l’agenzia dell’Onu. […]

 

L’acqua immessa per raffreddare i reattori è stata in questi anni poi raccolta, trattata con un elaborato sistema di filtraggio per rimuovere la maggior parte del materiale radioattivo (tranne il trizio, isotopo radioattivo dell’idrogeno) e immagazzinata in circa mille serbatoi distribuiti attorno alla centrale che raggiungeranno la loro capacità a inizio 2024.

 

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Per questo il Giappone già due anni fa annunciò l’intenzione di scaricare l’acqua in mare. Il trizio è dannoso per l’uomo in dosi molto elevate, ma l’acqua di Fukushima sarà nuovamente diluita e filtrata prima di essere rilasciata, in modo che diventi almeno 40 volte meno concentrata.

 

Le rassicurazioni giapponesi e dell’Aiea non hanno convinto però i vicini di Tokyo. Specialmente la Cina. «L’acqua di Fukushima non è paragonabile alla normale acqua di raffreddamento », dice l’ambasciatore cinese in Giappone Wu Jianghao. «L’oceano non è la loro fogna privata », hanno ripetuto varie volte i diplomatici cinesi. Quello giapponese «è un comportamento irresponsabile ».

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Mentre il mese scorso Tokyo ha rilasciato, in risposta, un report in cui si afferma che «le centrali nucleari cinesi hanno rilasciato nell’oceano acqua contenente trizio a livelli fino a 6,5 volte superiori alla quantità annuale prevista per il rilascio dalla centrale di Fukushima». […]

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macchine lasciate nella zona di fukushima
scaffali intatti a fukushima
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una sala di controllo a fukushima
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